venerdì 30 dicembre 2011

solo così








 


perché non ho bisogno di trucchi e orpelli e effetti speciali per stupirti

perché quello che sono è quello che mostro

perché mostro molto meno di ciò che sono

perché di me ho cura

perché non ho mezze parole o retropensieri

perché la chiarezza è sempre stata la mia forza

perché io non sono per tutti.

mercoledì 7 dicembre 2011

Senza titolo 445



words






Se lei avesse le parole per dirlo, direbbe mi dispiace.
 
Per una volta non avrebbe sensi di colpa; saprebbe a priori di poter offrire tutto ciò che ha, ogni respiro possibile, ogni potenziale carezza, ogni schiaffo e sorriso, qualunque modo e tono adatto al loro mondo-a-parte.
 
Tutto.
 
Se lei avesse l'opportunità, direbbe ti aspetto.
 
Lo direbbe senza secondi fini, senza pretendere niente in cambio se non la limpidità di pensieri e intenzioni; quella chiarezza che la compone, che rifrange la luce da dentro fino agli occhi e la fa sorridere, a volte.
 
Tutte le volte che ha sorriso.
 
Se lei avesse la possibilità, porterebbe il tempo indietro; dilaterebbe le notti, metterebbe l'eco ad ogni parola, prenderebbe ogni singola sillaba e la terrebbe in bocca fino ad impararne a memoria il sapore.
 
Tutte le parole scambiate.
 
Ancora e ancora.
 
Se lei anche potesse, e potrebbe se lo volesse, non porrebbe fine a questo distillato di attesa e desiderio.

domenica 20 novembre 2011

Senza titolo 444




le cose che non so

 



mi perdo nel letto

mi addormento alla rovescia in un sogno che ricordo solo convulso, non un viso non una mano non un bacio anche solo immaginato

e quando mi risveglio cerco almeno un orientamento

e non ne ho

non ho niente intorno, il letto si è espanso fino a diventare immenso, per contenere la mia irruenza

spalliere invisibili per proteggermi dai pericoli che non so, che non ho, che non vedo ma che tango con sensi che mi sono sconosciuti

non mi servono le mani non mi servono gli occhi

è una sospensione atemporale, un'angoscia latente

un silenzio che mi scoppia dentro

attendo

so che esisti, in qualche modo e in qualche luogo

so che esisto sempre, anche quando credo di non esserci per nessuno e di essere ostile

prendo atto di me stessa e di questi due metri per due


io ci sono

domenica 13 novembre 2011

Senza titolo 443




lieve


 



sta lì, ad un battito di distanza

il senso del possesso, mio anche quello, si amplifica raggiungendo livelli difficili da misurare

soffia come un gatto, svolazza e fai lo splendido e poi ritorna qui mite, come una parola di conforto in mezzo ad un'orgia di gente strillante

impossibile confondere l'odore di quella pelle che, senza preoccuparmi di essere arrogante o invadente, ho fatto mia sfiorandola, accudendola con poco, pensando al momento in cui me ne impossesserò totalmente

mani e labbra a sfiorare l'attesa e due strade che sembrano separarsi per poi convergere un istante dopo

lancia il sasso, osservami, pensa pure che io non me ne renda conto, indugia e scansiona

io ho fatto lo stesso

e il risultato è solo uno

io dico sì, farfallina



 

mercoledì 2 novembre 2011

Senza titolo 442




il peso di un sorriso

 




mi è mancata tantissimo



quattro giorni in cui ho avuto modo di riflettere e arrivare a comprendere che non mi importa poi tanto dei problemi annessi e connessi ad un ménage come quello che sto vivendo, così particolare e toccante e fuori dalle solite logiche e proprio per questo così intimamente sentito che davvero, davvero non ne farei a meno.

e ritorno al pensiero che mi è caro: non ostante tutto, io voglio. voglio te e ciò che ne consegue.

perché risvegliarmi con il respiro già spezzato è una sensazione che amo proprio perché raramente accade. perché ritornare al mondo dal sonno sentendo la tua voce e le tue parole mi mette agitazione e questo mi piace.

quindi lascio dire, lascio che si millanti di tutelarmi ben sapendo che non è la protezione di chi in realtà patisce la similitudine con la favola della volpe e l'uva quella di cui ho bisogno.



è evidente che in realtà io non cerchi niente.
anche perché ciò che ho *fra le mani* è un infinito colmo di tutto.



 

martedì 25 ottobre 2011

Senza titolo 441



drunk of you




Nulla. Non cerco più nulla.
Ho trovato, quasi per caso, quello che non pensavo di ricercare.
E in quel tutto mi annullo divenendo parte del tutto.
Io sono Suo.
Ora ricerco la Sua felicità e, quindi, la mia.




sabato 8 ottobre 2011

Senza titolo 440




il linguaggio dei segni


 



tremava

una foglia, sembrava una foglia
sembrava un bimbo cresciuto

e batteva i denti

dal freddo dentro
dalla paura del non conosciuto

tremava e batteva i denti quel fanciullo così imponente
eppure non si allontanava da lei

sarebbe bastato niente
una negazione netta
e il gioco sarebbe svanito
e il mondo piccolo si sarebbe espanso
e la magia sarebbe stata sprecata
sublimata in un no

quanta forza in quella accettazione silente
quanta volontà e quanta grazia
nella luce dei suoi occhi
così velata eppure pulita
e nel fondo lei vedeva la bellezza




 

sabato 10 settembre 2011

Senza titolo 439




.

non c'è niente da fare
sei proprio speciale

sai quelle persone che il caso ti pone davanti
e poi continui a scandagliare il mondo
cercandone una simile
e ti rendi conto che non ne esiste altra?

ecco

così

.

sabato 3 settembre 2011

Senza titolo 438




ci sono cose


 



ho conosciuto gente che si prendeva estremamente sul serio.

roba che, a fronte di qualunque parola, aveva un'alternanza nella mimica facciale da far timore.

gente che, a guardarla, a volte mi incazzo e altre volte sento la risata che mi scoppia in bocca e i peli che fanno la hola alla sola idea di prenderla per i fondelli.

boccaloni, insomma (cit. Enrico Palandri - Boccalone - storia vera piena di bugie - roba che ci si deve passare fra le pagine per sorridere e, fin troppo spesso, riconoscersi).


questa stessa gente, in genere, nutre un interesse civile pari allo zero.

possiede un minimalismo di pensiero da fare invidia ad un'ameba, così compresa nel cercare di prevenire l'eventuale schiaffo del soldato da non riuscire più a guardarsi intorno; così presa dal tenere atteggiamento circospetto, così convinta che tanto *sono tutti uguali* da riuscire a prenderla nel culo ogni tre per due.


vi odio perché mi rendete il gioco facile.


provate, in uno dei vostri rari ma probabili momenti di lucidità, a comprendere che il nemico siete voi. il vostro nemico, intendo dire.

basta piagnucolare, non affrontare, fare gli strafighi, smorfieggiare convinti di non essere visti.
basta tacere, basta girarsi dall'altra parte.
basta.


avete, ora e sempre, qualche occasione di riscatto sociale.

io, e quelli come me, vi intortano solo perché glielo lasciate fare.


non è mica cattiveria: siamo solo stronzi.






 

mercoledì 17 agosto 2011

Senza titolo 437



il faut faire comme ça


 



ho pensieri che cambiano

la bellezza sta nel fatto che non mi sento  in imbarazzo a modificare le mie opinioni, né credo di avere la verità in tasca

con molta, molta naturalezza evolvo e modifico e rifletto
sbaglio, anche, e farlo a volte mi dà uno smisurato piacere


il silenzio, ho imparato, porta in grembo onde capaci di scivolare ovunque, buone per allertare i sensi e permettere al respiro un'ampiezza che da un po' non riuscivo a concedermi

c'è sempre qualcosa -je ne sais que dire- che mi lascia perplessa per un po' prima che riesca a venir via da un groviglio solo mio, e non c'è niente da fare: non ci voglio nessuno dentro, voglio che sia tutta mia la responsabilità di annodare e stringere e sfilare e poi all'improvviso sentirmici stretta

e andare via prendendo in mano quelle poche cose alle quali non rinuncerei per quasi niente al mondo


 



poi verrà anche il tempo di riprendere qualche dialogo interrotto
di riannodare fili stracciati da mani incaute
vestire abiti nuovi o lisi di vita

tempo, poco tempo ma quanto basta per perderne ancora un po'

seguendomi

domenica 31 luglio 2011

Senza titolo 436




so far away


 



questo è un momento in cui ho bisogno di andare via

lasciare tutto cio che mi pone limiti temporali e tenere a disposizione personale non frazioni di giornate ma giornate intere, siano esse noiose o ilari, tristi o piene di risate

voglia di non dover rispondere a domande troppo spesso petulanti

tempo di conservare nella apposita sportina quell'aggressività latente che la stanchezza porta a galla e che non posso o non voglio reprimere, ché quando ci sta un vaffanculo fa bene anche a chi lo riceve

 






ho scambiato due parole con una persona (una o più persone in una, non l'ho mai capito, magari è bipolare) con la quale -per ovvi motivi- non parlavo da tempo

emozione ad alzo zero

sono capace di conservare i sapori buoni in qualche anfratto e mi aspettavo, vedendo il suo nome fra la posta, almeno un sussulto

invece no, niente, pensa tu

devi aver fatto un solco troppo profondo fra me e il tuo egoismo perché io sapessi, anche a distanza di tempo, superarlo; rendermene conto mi ha dato anche un brivido di tristezza, della durata di un attimo, fino a che non ho cancellato le tue parole

 







ancora una settimana

cinque giorni da condividere con persone che diventano giorno dopo giorno più difficili da sopportare

certo io non aiuto: non mi scappa un sorriso neanche a morire, il tono lo so da me che è indisponente, l'atteggiamento è quello di un istrice; quando mi impongo un atteggiamento selettivo riesco ad essere avvicinabile ma dura poco

devo andare via

senza niente in mano, senza alcuna certezza

soprattutto senza chi, anche solo per un momento, abbia avuto l'impressione di tenermi in scacco e l'intenzione di far di me una regina sotto assedio



 

martedì 26 luglio 2011

Senza titolo 435



borderline


 



hai voglia di pensare di poter tenere tutto sotto controllo

più o meno: sensazioni, esternazioni, voglia di mandare a fare in culo più o meno esaudita, robe che si accumulano sulla scrivania e sulla donnina di acciaio che fa la guardia in camera, vestita a fine settimana di almeno cinque gonne e altrettante maglie e camicie

una risata di tanto in tanto, telefonate che si sprecano, tizi che dopo dieci giorni di silenzio vengon fuori chiedendoti se sei morta, battute che ogni tanto fanno anche un po' compassione e un riconoscimento implicito che viene proprio quando non te lo aspetti


e poi, quando senti che ce la puoi fare, sai che succede?

il terremoto. va' che culo.

imprevedibile e metaforico.


e allora non ti resta che correre

correre via, di corsa, filare per strada

respirare forte, guardarti intorno, esserci.

esserci, sempre.



 

mercoledì 13 luglio 2011

Senza titolo 434



hate summertime


 



c'è che fa caldo anche se piove

illude quest'acqua, non riuscendo a liberare il respiro dalla coltre bollente che sì, a luglio sarà anche normale, ma a me non piace comunque

e vedo gente ansimante e appiccicaticcia che ancora riesce a sprecare fiato dicendo di amare l'estate
mentre si sventola e si sveste e si deterge con salviette ormai sfatte

non mi piace
non mi piacete
non vi capisco e neanche mi interessa farlo

muoio un po', almeno fino a settembre

 

domenica 26 giugno 2011

Senza titolo 433



I'm a dreamer



 



e tu, tu lo sai fare?

farti prendere da quell'attimo che gli occhi visualizzano come follia mentre gli altri sensi si allertano e sfrigolano

dire sì senza esitazioni



sai quei pensieri che colgono alla sprovvista

quelli che fottono il pragmatismo aggirando ostacoli e sbarramenti e schiere di forse

quelli che mettono al bando il condizionale e fanno buttare al vento esitazioni e impegni

lo sai fare?

io sì



 

lunedì 6 giugno 2011

Senza titolo 432






e se domani...



 



e se oggi mi domandassi che ne sarà di tutte queste cose
di queste sensazioni che non hanno confini
di tutte le parole sputate addosso come petali
delle emozioni che fanno capolino dalla coltre di polvere che accuratamente s'è posata
su ogni frammento difficilmente controllabile


e se mi scoprissi meno risoluta
meno pragmatica
meno rigida nel non permettere ad altri di fare dire baciare
meno controllata nelle reazioni e molto meno introspettiva
meno piena di me stessa nel momento in cui mi rendo conto che un vuoto da qualche parte ci dev'essere


se evitassi di pensare che un giorno tutto questo potrebbe far male
che mi si potrebbe rivoltare contro
che in fondo non ne ho bisogno
che stare nella norma è la risposta buona per tutte le volte che mi si domanda come va
che allontanare è meglio che trattenere


se non mi sentissi snaturata ad aver premura per altri che non siano me

se provassi a lasciar fare senza necessariamente trovare una ragione logica

se mi lasciassi andare



se




 

mercoledì 18 maggio 2011

Senza titolo 431



like butterflies in my stomach



 



a little bit confused

c'è che non so cosa fare

non so se contrastare, riderci sopra per sdrammatizzare e magari anche far perdere la pazienza, scappare a gambe levate o semplicemente lasciar fare e lasciarmi portare

ho mille migliaia di milioni di pensieri che mi fanno sorridere ma che qualche volta mi si fermano fra i denti e le labbra, quando la sensazione di essere circondata da aspettative mi prende; non di meno mi angoscia l'idea vaga di farle mie, queste aspettative

non ho soluzioni a portata di mano
neanche una bacchetta magica, mio malgrado

non ho niente che mi possa far decidere se quell'aridità di sentimenti di cui mi faccio vanto sia effettiva oppure una fragile copertura di un passato che, per quanto a volte brusco e fastidioso, voglio tenere  con me

c'è solo questo frrrr che mi arrotola la lingua e mi stampa quel sintomatico sorriso trattenuto che mi fa languore e rabbia perché so cosa nasconde

ecco

 

domenica 8 maggio 2011

Senza titolo 430



*rewind*



dammi un bacio
no
dai, dammi un bacio
ho detto no


[diceva che poi mi sarei pentita per non averle dato tutti i baci che mi chiedeva. aveva ragione]



 

lunedì 2 maggio 2011

Senza titolo 429




good taste


 



per caso
senza ricerca

ci sono ciotoli che conducono da qualche parte che non so

briciole che non sono neanche così convinta di aver lasciato io
devono aver segnato una strada

una sequela di non so e non ricordo
qualche no accennato ché non si sa mai
e una risata che scappa dai denti

domande che si fanno sempre più strafottenti
un rossore accennato e imprevisto
richieste alle quali non so dare risposta e lasciarmi senza parole è un segreto svelato ai miei occhi

non so

c'è qualcosa che mi lascia perplessa
ma va bene così

io non voglio sapere tutto
io non sono per tutti

e mi piace

 

sabato 23 aprile 2011

Senza titolo 428




frammenti


 



di giornate cui il silenzio ne diventa cifra

respiri che vanno via affaticati nella speranza di un sole altrove, mentre qui un cielo velato fa promesse che a stento riesce a mantenere

e io rimango qui

coi battiti al minimo e i sospiri in tasca
e quella velata malinconia aiutata dalla consapevolezza di non sapere
cosa fare
cosa dire
non reagire
e non aggredire
e non dire lascia stare

ieri pensavo a parigi
e all'idea di andarci a giugno
da sola
.
ma
evidentemente non mi bastava pensarci e ne ho parlato, e fra le mie parole si sono inserite parole altre che dicevano *andiamo insieme*
ho sorriso con un filo di imbarazzo sentendomi quasi legata
e non so che sapore abbia quella delusione silenziosa che ho avvertito

ma vedi, io non ho parole adatte
non ho neanche comportamenti comodi
sono spigolosa
ostica
e anche di più

poi chissà

 

sabato 16 aprile 2011

Senza titolo 427



lost in thought



 



strano.

come certe cose possano succedere così, all'improvviso.
senza calcolo, senza meditazione, senza intenzione.

come quando uno, che conosco da trent'anni, mi racconta a rate ciò che ha sempre pensato di me e la mia domanda è stata: perché pensavi a me.

io non mi ricordavo neanche che esistesse. quando all'improvviso mi è piombato davanti agli occhi mi sono ricordata di un ragazzino figlio di amici dei miei genitori, un tipo senza infamia e senza lode che mai aveva destato il mio interesse. non ricordo di avergli mai parlato, se non per salutarlo quando ci si incontrava.

ma sono passati anni e mi stupisco della mia meraviglia di ritrovarlo uomo.

e ora non so.
non sono abituata a sentirmi stranita.
sto pensando se continuare a relegarlo in un passato remoto o permettergli di riportarsi al presente.
attendendo al varco un passo falso.
o, magari, lasciando fare senza pregiudizi.





 

lunedì 11 aprile 2011

Senza titolo 426



e poi basta



 



domani si cambia.

non so  se effettivamente sia stanchezza o disgusto, forse semplice insofferenza alla gente  insulsa e fastidiosa.

quindi vi tolgo di mezzo, anzi mi sposto io.

e sto già meglio nel sentirvi ancora più lontani.

 

mercoledì 6 aprile 2011

Senza titolo 425




blood

 





è un passaggio profondo, che mi ha segnato molto. ne avevo parlato nel 2008 su un blog molto bello, l'unico blog non [solo] mio a cui io abbia partecipato.
mi piace, è mio, è qui.
ecco.


 










Apro un varco nello stomaco stando attento a non stracciare la pelle.



 



Incido una Y risalendo verso le cavità glenoidee, a destra e a sinistra.



 



Scosto i lembi e vedo dentro un Universo immobile e attendo il Caos.



 



Non lo aspetto a lungo: mi salta in mano il fegato accompagnato da un reflusso di bile come spinto con forza da mille omini piccoli e ignobili.



 



Si solleva lo sterno e mi scopre i polmoni, contratti e espansi sotto la cassa toracica.



 



                    Oh, il cuore.



 



Tutti corrono intorno al cuore: globuli rossi a iosa, i bianchi che montano di guardia armati di fionde cariche di piastrine, si allungano anche i villi verso il moribondo, l'esofago si stringe e neanche la saliva riesce a passare oltre.



 



Mi guardo le mani. Opera mia, questa vita. Plasmata con queste mani, afferrata e raggrumata fra le dita che si spostano gravi e incidenti sopra ogni cosa.



 



                    Che io segno. Io. Sempre. Segno.



 



Guardo le mani e sono mie. E le guardo mentre si avvicinano a questo enorme buco dal quale inizia a defluire sangue e qualcosa.



 



Si infilano dentro e scavano, scuotono, muovono e scompongono.



 



                    Mischiano dentro.



 



                    E si avvicinano al moribondo. Lo stringono.



 



Apri. Chiudi.



 



Apri. Chiudi.



 



                    Tum. Tum. Tum. Tum. Tum.



 



 



Ora sono pronto.




 



 



<<Sacrosantamente vero>> borbottò Fratellino. <<Nessuno vale i tuoi stivali. Neppure il maresciallo maggiore Edel. Sei il più bel soldato dell'esercito>>




 


.



.


 


di che cazzo stai parlando?: avermi dentro

domenica 27 marzo 2011

Senza titolo 424




il male dentro
 





sono donne e uomini che non hanno niente se non ciò che hanno addosso

guardo le immagini che scorrono sullo schermo e vedo visi con la medesima espressione di dolore profondo misto a stanchezza e speranza

piccoli bambini avvolti nelle coperte che hanno patito -pur senza avere parole- la stessa sofferenza di un viaggio che non riesco neanche ad immaginare, nel freddo di quelle notti passate in acqua con il solo sollievo di una carezza umida

guardale quelle persone

le vedrai uguali a qualunque altra che ti passa accanto ogni giorno, forse con la pelle un po' più chiara, sì, ma con la stessa angoscia di vita

guardale e pensa che se hanno deciso di affrontare un viaggio tragico per giungere chissà dove è perché la scelta era morire affamati, sparati, straziati e stuprati o morire affogati

e allora hanno scelto la probabilità di sopravvivere lontano da tutto, dalle loro famiglie e dalla loro cultura, di fare il sacrificio di elemosinare qualcosa piuttosto che non avere niente

stanno arrivando qui carichi di speranza rischiando di essere fottuti dalla stessa

clandestini, rifugiati, migranti, pezzenti, delinquenti, negher, chiamali come cazzo vuoi

ma non dimenticare che sono persone

con gli stessi tuoi diritti e con i tuoi sogni

uguali identici

e pensare di risarcire i sogni e i diritti con due soldi

pensare di incartare tutte le speranze in una manciata di euro

chiudere gli occhi davanti a quegli occhi

fa di te un assassino

giovedì 24 marzo 2011

Senza titolo 423









ça vas sans dire


 


e sì, ci sono delle cose che mi danno noia.

sono intollerante.

cose minime che si sommano le une alle altre senza riuscire a diventare una cosa grande né importante, no. ma che, nel loro piccolo, sono fastidiose come unghie graffiate al muro. robe che, se mi dovesse girare male, meriterebbero due ceffoni ben dati. così, per fare.

per esempio mi infastidisce molto collegare Antony Hegarty a quel povero, meschino e lurido topo -niente a che vedere con i topi dell'amico del vostro presidente del consiglio, sia chiaro-
la voce chiama immagini.
fotografie, suoni, parole, case disordinate, vento, mani nell'acqua e capelli bagnati -a proposito: hai fatto sparire feminae dalla rete. hai fatto bene-

vorrei che sentire Antony mi riportasse al concerto in una notte d'agosto alla Reggia della Venaria Reale
agli scritti di un ragazzo che conosco poco ma quel poco che ho visto mi è piaciuto
al silenzio di ore andate bene

e invece no.

ci sono i maneggi sottobanco, che in fondo sono così ingenuamente cretini da farmi ridere.

c'è questa stanchezza che mi porto dietro, ogni giorno di più; stanchezza che sa di stress, che riesco a dimenticare solo caricandola di altre cose da fare, altri impegni, altri pensieri per non pensarci.

e c'è anche una sottile linea di insoddisfazione -ma va'!- che dovrei iniziare ad edulcorare dandomi magari un po' di pace, lasciandomi un po' perdere.

e poi c'è dell'altro, che mi tengo stretto stretto.

lunedì 7 marzo 2011

Senza titolo 422





rewind


 



non c'ero, ero fuori, ero via.

passi che calcavano altri passi e pensavo a niente di divertente, e invece.

lui: signorina (!) vuole polpi vivi?

signorina: no grazie (espressione di terrore mista a pena per l'animale)

lui: e va bene, se vuole glieli uccido!

signorina: disgraziato (e ride)






ché poi davvero allontanarmi da casa per me è sempre un sacrificio, mi sento strappata e.

ma basta partire che le cose cambiano, o forse semplicemente mi rassereno pensando che tutto ciò che lascio temporaneamente rimane lì, immutato, così come l'ho lasciato.

rimane in attesa di me.

mi aspetta.

e quindi rido e giro e parlo e mi scappa anche la voglia di fare foto. a me. di me.



 



per sempre non esiste
esiste sempre
esiste soprattutto mai


-breve dialogo fra un uomo e una donna in una notte di mezza estate-





 

domenica 27 febbraio 2011

Senza titolo 421



pollution level


 



e poi penso che sì, c'è un girotondo di gentaglia che mi si avvicina con un sorriso, con espressioni sibilline, con tono cortese e domande retoriche

e la guardo con compassione, questa povera gente che il senso del pudore e del rispetto l'ha perduto nel cesso, sempre che lo abbia mai avuto

e il fastidio che a volte prevale in me è sostanzialmente quota parte del disprezzo che circonda loro, così convinti di avere la verità in tasca e così pronti a fottere il prossimo appena si volta

così compresi nel ruolo, così tanto nella norma, così mediocri da suscitare cordoglio


be', io non sono parte di voi
non sono adeguata alla vostra pochezza
no, non sono neanche modesta
mai stata
 






 



.
.
.
.
.


un giorno, che sia una semplice giornata di 24 ore non è tollerabile
non dev'essere altro che un lungo piacere quasi insostenibile
una giornata
un lungo coito
una giornata
con le buone o con le cattive

 



viaggio al termine della notte
Louis-Ferdinand Céline



 



lunedì 21 febbraio 2011

Senza titolo 420



what do you need, sister?


 



mi stai dando pensiero

non ho bisogno di dirti che questa non è un'accusa, tu lo sai.
perché c'è da dire che mi hai scoperta contro la mia volontà, quando una sera mi hai chiesto di venire da te prima, prima di tutti, prima di tutto, perché c'era evidentemente qualcosa che tu avevi già visto e io no, non ancora.

non lo so come siamo messe, tu ed io.
non so se ci offriamo nella stessa misura perché  non conosco numeri quando si tratta di affetto, so di averne le mani piene per te ma non so se davvero riesco a metterlo nelle tue e a farti comprendere l'importanza che ha per me questo scambio trasversale che prescinde dalla frequenza e dalla frequentazione.

una persona, quella persona, parlava di fili.
ci credo, sai? che ci sia qualcosa che in qualche modo tenga uniti fottendosene allegramente di qualunque diversità, che ci siano fra noi differenze e similitudini che si legano, che si amalgano evitando di sovrastarsi, che soprattutto ci sia una chiarezza d'esposizione di punti di vista a volte diametralmente opposti che però riescono a diventare un sapore unico, come la buccia del limone nella crema.

tu ed io, b*, non sappiamo accontentarci.
ci è impossibile, non fa per noi, è avulso al nostro essere, possiamo anche nasconderci dietro a parole d'attesa e di comprensione del prossimo ma no, non possiamo accontentarci. non lo sappiamo fare, no.

comprendo perfettamente la difficoltà di accettare ciò che non avresti voluto, che non vorresti.
che io stessa non vorrei.
che forse non sarà.

ma se dovesse essere.
semmai, amica mia.
io ci sarò senza alcun se.


 

domenica 30 gennaio 2011

Senza titolo 418



heart attack

 




e così ancora granelli di tempo mi scivolano fra le dita
e fastidiosi attimi in forma di gocce si fanno strada fino ai gomiti
e pietrine si infilano negli stivali chissà come
e parole tanto urlate quanto inutili si affastellano intorno

nel mio silenzio si inseriscono silenzi altri

la notte, per addormentarmi, torno indietro di qualche anno
come un film visto come piace a me, a rate

penso a te, che sei stato la vera svolta sentimentale
al freddo e ai passi lenti
alle visioni notturne e alle tante e mai troppe parole condivise
al tuo essere inconcludente
e disordinato
e bello di una bellezza straordinaria

penso a te con amore pur senza amarti
forse penso a te come amore, e basta

fra te e il disgusto c'è stato qualcosa in mezzo, ma roba che ricordo con sarcasmo
roba e sarcasmo, due cose che non ci piacciono
a noi

e mentre cerco di annoiarmi quanto basta per lasciare spazio al sonno
tu continui ad invadermi
così, senza far male, senza dare fastidio

ti inserisci anche lì, in quella storia che ti ho raccontato arrossendo
la prima che ti raccontavo, la prima volta che ti dicevo che c'era qualcosa, oltre te

e in fondo la miglioravi
perché il tuo disprezzo si univa al mio rendendolo docile
ammorbidendone la trama
sciogliendone i nodi
allontanandola
frammentandola


e così mi addormento
fra letti disfatti e tetti verdi e abbracci stretti
lasciandoti altrove
senza dolore
senza
 



 

sabato 15 gennaio 2011

Senza titolo 417



di cosa parliamo quando parliamo d'amore


 



...l'amore fisico, quell'impulso che vi spinge verso qualcuno di speciale, e anche l'amore per l'essere dell'altro o dell'altra, per la sua essenza, per così dire.
l'amore carnale e be', chiamiamolo pure con il suo nome, l'amore sentimentale, la cura e l'affetto quotidiano per l'altra persona.
ma a volte ho grosse difficoltà a fare i conti con il fatto che devo avere amato...




è un passaggio tratto da un libro di raymond carver.

ci ho riflettutto un solo secondo passando dalle parole de la canzone dell'amore perduto, appena sentita, e la connessione con questo libro è stata logica.


ogni volta che smetto di amare mi dimentico di avere amato.
di averne la capacità, la forza e soprattutto la voglia.
io non so cosa sia l'amore, se non amo.
quindi non ho mai amato.
un sillogismo semplice semplice, magari un po' forzato lo ammetto, ma tant'è.

facendo proprio un sacrificio -inutile- di memoria, credo che risalga a due anni fa l'ultima volta che ho sentito un dolore lieve, un fastidio sottile, il mal di vivere che induce l'amore.

ero impreparata, forse anche un po' stanca.

ci vuole un corso di preparazione, training autogeno, palestra e fiato, tanto fiato.
fino a che ci si rende conto di quanto sia tempo sprecato.
fino a quando ci si accorge di quanto il distacco sia la vera forza.

ora puoi arare e concimare quanto vuoi, nemico: qui non è terreno fertile.



vorrei dirti, ora, le stesse cose
ma come fan presto, amore,
ad appassire le rose
così per noi.


 

mercoledì 12 gennaio 2011

Senza titolo 416




on the road



 



c'è che, nonostante il silenzio che ultimamente è la mia cifra principale, io vedo, guardo e sento.

la mia attenzione è attratta dalla gente, da quella che incontro per strada e da chi invece per strada ci vive e non certo per scelta.

guardo la mia città divisa in due dalla paura.

i lavoratori della fiat e dell'indotto -che sono decisamente molti, molti più dei dipendenti di mirafiori- sono terrorizzati dal cappio che pende sopra la loro testa, pronto a tendersi e a strozzarli.

sono per strada e parlano, urlano, piangono; oppure ostentano tranquillità, fiducia, sopraffatti da una sorta di sindrome di stendhal verso un uomo che vorrebbe portare una ventata di modernità che accompagni con cura i lavoratori verso il passato, quello in cui esisteva il padrone.

che termine desueto, né? il padrone. eppure.

c'è chi in strada muore. bambini, barboni, tossici.
ché oggi si muore di fame, di stenti, di freddo.
si muore di indifferenza.

si muore anche sotto un treno.
paolo ha scelto di fare così: dicono le telecamere della stazione che, prima di fare il salto contro il treno merci di passaggio, abbia fatto due telefonate che dai gesti parevano concitate.
poi ha rimesso il telefono in tasca, ha tirato su il cappuccio del giubbotto, si è girato e via.
non ne è rimasto niente.
solo il video.
intorno disperazione, dentro tutti, dentro ciascuno di noi che lo conoscevamo ma anche dentro ogni persona che sappia cosa sia il tormento.


la notizia di paolo mi è stata data mentre passeggiavo incantata fra le vie di praga.
così, scendendo dal castello verso via neruda, paolo si è disperso in me.
e io mi sono persa per praga, con il pensiero di lui dentro e gli occhi pieni di bellezza e disperazione.


praga, la bellezza.
il contrasto.
l'occupazione.
il regime.
la polizia segreta.
la censura.
la rivoluzione.
la liberazione.
e ancora la bellezza.