mercoledì 6 aprile 2011

Senza titolo 425




blood

 





è un passaggio profondo, che mi ha segnato molto. ne avevo parlato nel 2008 su un blog molto bello, l'unico blog non [solo] mio a cui io abbia partecipato.
mi piace, è mio, è qui.
ecco.


 










Apro un varco nello stomaco stando attento a non stracciare la pelle.



 



Incido una Y risalendo verso le cavità glenoidee, a destra e a sinistra.



 



Scosto i lembi e vedo dentro un Universo immobile e attendo il Caos.



 



Non lo aspetto a lungo: mi salta in mano il fegato accompagnato da un reflusso di bile come spinto con forza da mille omini piccoli e ignobili.



 



Si solleva lo sterno e mi scopre i polmoni, contratti e espansi sotto la cassa toracica.



 



                    Oh, il cuore.



 



Tutti corrono intorno al cuore: globuli rossi a iosa, i bianchi che montano di guardia armati di fionde cariche di piastrine, si allungano anche i villi verso il moribondo, l'esofago si stringe e neanche la saliva riesce a passare oltre.



 



Mi guardo le mani. Opera mia, questa vita. Plasmata con queste mani, afferrata e raggrumata fra le dita che si spostano gravi e incidenti sopra ogni cosa.



 



                    Che io segno. Io. Sempre. Segno.



 



Guardo le mani e sono mie. E le guardo mentre si avvicinano a questo enorme buco dal quale inizia a defluire sangue e qualcosa.



 



Si infilano dentro e scavano, scuotono, muovono e scompongono.



 



                    Mischiano dentro.



 



                    E si avvicinano al moribondo. Lo stringono.



 



Apri. Chiudi.



 



Apri. Chiudi.



 



                    Tum. Tum. Tum. Tum. Tum.



 



 



Ora sono pronto.




 



 



<<Sacrosantamente vero>> borbottò Fratellino. <<Nessuno vale i tuoi stivali. Neppure il maresciallo maggiore Edel. Sei il più bel soldato dell'esercito>>




 


.



.


 


di che cazzo stai parlando?: avermi dentro

2 commenti:

  1. rosso, intero e con la possibilità di accendersi
    dovrebbe permanere così per sempre

    senza che la cera si consumi, lo consumi.
     

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  2. B*ellezza, rosso e intero e con la possibilità di accendersi

    ma, come sai, difficilmente questo accadrà

    sono così amabilmente arida che neanche l'ipotesi mi pare probabile

    poi chissà

    ti bacio

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