waiting for me
Una giornata per me.
Poche parole: il numero rasenta lo zero se si esclude una telefonata in ufficio e due righe scritte.
Vado avanti con uno dei libri che sto leggendo -che tu sia per me il coltello- e mi piace tanto.
Lo sento molto mio; mi permette di lasciare andare riflessioni sul passato e sul futuro, mi fa pensare a quello che vorrei.
Perché sì, anche io vorrei che qualcuno mi raccontasse tutto e vorrei raccontare tutto a qualcuno e invece va sempre che io ascolto gli altri ed eventualmente intervengo ma di me, di quello che sento io parlo proprio poco.
Lo faccio per metafora, mi collego a discorsi altrui, inserisco in fatti generali piccole perline invisibili di una vita che mi passa addosso strattonandomi a volte, prendendomi per mano altre.
Sempre, però vissuta. Trasportata e graffiata e carezzata.
Quindi oggi ho mal di stomaco. Ce l'ho da ieri e, si sa, il mal di stomaco limita i rapporti umani. Un po' come mangiare la bagna caoda: non si parla con nessuno, si respira a malapena.
Ho voglia di sentire qualche persona. Andrea, soprattutto. Sì non è una novità, piuttosto una costante.
Ma è una delle poche persone -l'unica?- che spalanca tutte le mie porte con una folata di vento fresco e porta via malesseri facendomi sorridere ancor prima di sentirne la voce. E' quello che, in uno dei momenti più angoscianti che io abbia vissuto, mi ha detto "tesoro io sono qui per farti ridere. io ti racconto cazzate perché ho voglia di sentirti sorridere anche se non è il momento".
E' quello che, nella stessa occasione, mi chiamava per raccontarmi le favole. Le inventava e me le raccontava e io lì, distesa sul letto, a vedermi bambina come la piccola fiammiferaia finalmente felice per aver venduto uno zolfanello.
Cose che hanno un valore così immenso da non poter essere quantificato.
Ho sognato mia mamma.
Era bellina, con gli occhi truccati e il suo immancabile rossetto color mattone. Qui in soggiorno, con due uomini mai visti. Mi ha detto di mettermi affianco al divano, in piedi, perché lì avrei avuto alcune sensazioni nuove. Mi sono alzata dal divano, lei appoggiata allo stipite della porta con quei due faceva un suono strano dicendo parole incomprensibili. Poi si è avvicinata sorridendo e io mi sono svegliata.
Comunque piove.
Piove così tanto che stamattina, rientrando a casa, la mia macchinetta è caduta dentro un fosso: voleva forse fare un giro nel cantiere della metropolitana?
Avanti, tutti in smart.
La pioggia lava via.
Poche parole: il numero rasenta lo zero se si esclude una telefonata in ufficio e due righe scritte.
Vado avanti con uno dei libri che sto leggendo -che tu sia per me il coltello- e mi piace tanto.
Lo sento molto mio; mi permette di lasciare andare riflessioni sul passato e sul futuro, mi fa pensare a quello che vorrei.
Perché sì, anche io vorrei che qualcuno mi raccontasse tutto e vorrei raccontare tutto a qualcuno e invece va sempre che io ascolto gli altri ed eventualmente intervengo ma di me, di quello che sento io parlo proprio poco.
Lo faccio per metafora, mi collego a discorsi altrui, inserisco in fatti generali piccole perline invisibili di una vita che mi passa addosso strattonandomi a volte, prendendomi per mano altre.
Sempre, però vissuta. Trasportata e graffiata e carezzata.
Quindi oggi ho mal di stomaco. Ce l'ho da ieri e, si sa, il mal di stomaco limita i rapporti umani. Un po' come mangiare la bagna caoda: non si parla con nessuno, si respira a malapena.
Ho voglia di sentire qualche persona. Andrea, soprattutto. Sì non è una novità, piuttosto una costante.
Ma è una delle poche persone -l'unica?- che spalanca tutte le mie porte con una folata di vento fresco e porta via malesseri facendomi sorridere ancor prima di sentirne la voce. E' quello che, in uno dei momenti più angoscianti che io abbia vissuto, mi ha detto "tesoro io sono qui per farti ridere. io ti racconto cazzate perché ho voglia di sentirti sorridere anche se non è il momento".
E' quello che, nella stessa occasione, mi chiamava per raccontarmi le favole. Le inventava e me le raccontava e io lì, distesa sul letto, a vedermi bambina come la piccola fiammiferaia finalmente felice per aver venduto uno zolfanello.
Cose che hanno un valore così immenso da non poter essere quantificato.
Ho sognato mia mamma.
Era bellina, con gli occhi truccati e il suo immancabile rossetto color mattone. Qui in soggiorno, con due uomini mai visti. Mi ha detto di mettermi affianco al divano, in piedi, perché lì avrei avuto alcune sensazioni nuove. Mi sono alzata dal divano, lei appoggiata allo stipite della porta con quei due faceva un suono strano dicendo parole incomprensibili. Poi si è avvicinata sorridendo e io mi sono svegliata.
Comunque piove.
Piove così tanto che stamattina, rientrando a casa, la mia macchinetta è caduta dentro un fosso: voleva forse fare un giro nel cantiere della metropolitana?
Avanti, tutti in smart.
La pioggia lava via.
stamattina ho bucato (sfracellato) una gomma. il che mi è costato due ore al freddo di cui 30 minuti sotto il diluvio, due gomme nuove e........una risata di quelle che non riesci a fermarti.
RispondiEliminaperchè.
ho amato la pioggia che scendeva, il freddo, e le considerazioni che ho avuto il tempo di fare PER ME in quel tempo messomi a disposizione così all'improvviso.
....non dirmi che non ti piace nemmeno Browne è......
:))
ti abbraccio.
Si, parli poco, soprattutto di te! Non dici cose, sai ascoltare... quando vuoi, parli di te senza dire nulla e parli di tutt'altro raccontando tutta te stessa. Basta conoscerti un po'...
RispondiEliminaE a me manca la tua evve avvotolata e un po' la tua voce così torinese... e lo so che la colpa è solo la mia, ma prendi questo mio periodo come un periodo di "disintossicazione".
Che alla fine lo sanno tutti cosa disse la volpe all'uva ;)
il racconta del sogno mi porta in atmosfere Lynchiane.
RispondiEliminala piccola fiammiferaia felice invece non la riesco neanche a immaginare.
poter raccontare tutto è importante.
dovrebbe essere obbligatorio.
che fa star bene.
Bibi
RispondiEliminaVedi quanto regala l'inverno :)
Non smette di piovere e non riesco neanche a vedere le montagne, dove sta nevicando. Al tg ho visto uno dei posti in cui andavo da piccola -Limone- e c'è tanta neve da fare invidia.
E io ho la febbre e sono a casa...ma ti pare:)
Ste
C'ho sempre ragione, c'ho! :)
La conoscenza di me è accidentale.
Capita, e quando capita non sempre è un bene.
Ma tant'è. Un baciotto.
Lidraulico
Effettivamente la piccola fiammiferaia felice è un'esasperazione ma a me piacciono le iperboli.
Nel caso descritto, davvero, mi sono sentita esattamente così.
Ricordo un xfile con una visione del padre di Scully.
RispondiEliminaBambini e animali, ricordalo sempre.
mi piace la pioggia. più del sole.
RispondiEliminami piacciono poche parole. più di molte.
mi piaceva inventare favole. ora non più.
ma non è detto che non ricominci
Hellstrom
RispondiEliminaLo ricordo tutte le volte che i miei gatti voltano di scatto la testa.
AntonyPoe
Mi piace quello che ti piace.
Pioggia, parole, inverno, favole.
Ricomincia, se credi di averne ancora la capacità.
chi può dirlo se ne ho ancora la capacità? ma non ha molto senso domandarselo. quando sarà il momento si evidenzierà e prenderà forma. e fino ad allora vivrò altri sogni
RispondiEliminaIl sogno è ricco di significati.
RispondiEliminaChe bello un amico come Andrea.
AntonyPoe
RispondiEliminaFino ad allora vivrai una realtà diversa, spero non solo sogni.
Ché sognare troppo non aiuta.
Onlyforlight
E' meraviglioso avere un amico come Andrea e io mi sento felice e fortunata d'averlo.
Non so quali significati possa avere il sogno ma comunque "rivedere" mia mamma è sempre bello.
sono d'accordo con te. dipende ovviamente da cosa s'intende per sogno
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