io scelgo per me
C'era una volta il partito radicale.
L'ho votato fino a che è esistito, dal mio primo voto in poi.
Poi è successo il puttanaio e la scissione e ora c'è uno che è diventato baciapile, l'altra che sta gomito a gomito con quella che usa il cilicio (la gogna, la gogna!), l'altro che sopravvive a qualunque privazione ma non ha più voce in capitolo.
E comunque oggi ho sentito parlare Emma Bonino e finalmente ho sentito di nuovo il politico rispecchiare il mio ideale. E parlava di 194 e testamento biologico e diritto costituzionale al rifiuto delle terapie atte alla mera sopravvivenza.
Dunque io scelgo. E lo faccio anche qui.
Nel 1991 trovai in farmacia un dépliant in cui si parlava di donazione d'organi. Lo lessi, mi informai. Compilai la scheda e la spedii al Ministero della Sanità: dopo la morte desidero donare organi e tessuti.
Nel 2000 il medesimo Ministero propose il quesito -si parlava di silenzio assenso, finalmente- e io ho espresso nuovamente il mio parere.
Nel 2003 la regione Piemonte ha fatto autonomamente una sorta di database e ho scelto, ancora una volta, di donare organi e tessuti.
Ora porto sempre con me, nel mio portafogli, queste tre tessere accompagnate da una dichiarazione olografa in cui reitero la mia scelta e in più dispongo che nessun accanimento terapeutico debba essermi riservato; di conseguenza rifiuto il trattamento farmacologico, l'alimentazione e l'idratazione forzata e il mantenimento in vita grazie alle macchine e alle cure stesse nel caso in cui fossi vittima di trauma cerebrale irrevocabile o -peggio ancora- nel caso in cui dovessi a causa di malattia o incidente essere o divenire non autosufficiente.
Chiunque mi conosca lo sa. In ufficio, in famiglia, le mie amicizie: tutti sono a conoscenza della mia scelta.
Ora voglio sapere per quale motivo un insulso ed emerito sconosciuto dovrebbe decidere per me il contrario di quel che io voglio.
Pretendo di disporre di me stessa, in virtù del fatto che la vita per me non è trascendente dalla pura permanenza viva e vitale in terra, non aspiro al paradiso né me ne fotte una beata mazza di sedere alla destra del padre.
Pretendo anche che tutto questo venga accettato senza discussioni tenuto conto che è un diritto sancito dalla Costituzione -oltre che una mia precisa scelta- e che nessuno possa opporsi direttamente o indirettamente a quando da me deciso.
E qui non c'è tristezza. A me fa paura la sofferenza, non la morte.
E che qualcuno mi dica che una sonda in bocca, una nel naso, una nell'intestino e un'altra nella vescica non sia sofferenza.
Io scelgo la dignità, nella vita e nella morte. E a farsi fottere tutto il resto.
L'ho votato fino a che è esistito, dal mio primo voto in poi.
Poi è successo il puttanaio e la scissione e ora c'è uno che è diventato baciapile, l'altra che sta gomito a gomito con quella che usa il cilicio (la gogna, la gogna!), l'altro che sopravvive a qualunque privazione ma non ha più voce in capitolo.
E comunque oggi ho sentito parlare Emma Bonino e finalmente ho sentito di nuovo il politico rispecchiare il mio ideale. E parlava di 194 e testamento biologico e diritto costituzionale al rifiuto delle terapie atte alla mera sopravvivenza.
Dunque io scelgo. E lo faccio anche qui.
Nel 1991 trovai in farmacia un dépliant in cui si parlava di donazione d'organi. Lo lessi, mi informai. Compilai la scheda e la spedii al Ministero della Sanità: dopo la morte desidero donare organi e tessuti.
Nel 2000 il medesimo Ministero propose il quesito -si parlava di silenzio assenso, finalmente- e io ho espresso nuovamente il mio parere.
Nel 2003 la regione Piemonte ha fatto autonomamente una sorta di database e ho scelto, ancora una volta, di donare organi e tessuti.
Ora porto sempre con me, nel mio portafogli, queste tre tessere accompagnate da una dichiarazione olografa in cui reitero la mia scelta e in più dispongo che nessun accanimento terapeutico debba essermi riservato; di conseguenza rifiuto il trattamento farmacologico, l'alimentazione e l'idratazione forzata e il mantenimento in vita grazie alle macchine e alle cure stesse nel caso in cui fossi vittima di trauma cerebrale irrevocabile o -peggio ancora- nel caso in cui dovessi a causa di malattia o incidente essere o divenire non autosufficiente.
Chiunque mi conosca lo sa. In ufficio, in famiglia, le mie amicizie: tutti sono a conoscenza della mia scelta.
Ora voglio sapere per quale motivo un insulso ed emerito sconosciuto dovrebbe decidere per me il contrario di quel che io voglio.
Pretendo di disporre di me stessa, in virtù del fatto che la vita per me non è trascendente dalla pura permanenza viva e vitale in terra, non aspiro al paradiso né me ne fotte una beata mazza di sedere alla destra del padre.
Pretendo anche che tutto questo venga accettato senza discussioni tenuto conto che è un diritto sancito dalla Costituzione -oltre che una mia precisa scelta- e che nessuno possa opporsi direttamente o indirettamente a quando da me deciso.
E qui non c'è tristezza. A me fa paura la sofferenza, non la morte.
E che qualcuno mi dica che una sonda in bocca, una nel naso, una nell'intestino e un'altra nella vescica non sia sofferenza.
Io scelgo la dignità, nella vita e nella morte. E a farsi fottere tutto il resto.
è "solo" questione di Credo
RispondiElimina( non so se io creda o meno - le Divinità mi reggono )
è questione di anima
chi ci crede, dice di amare anche la tua
ed io penso: se mi ami, non mi lasci in quel modo ( sondaggi vari ) alla mercè del tempo, alla mercè del nulla. ( poi dico che non so nulla di quanto può accadere dall'altra parte della vita - ma, dico, posso andarci senza sonde - conosco chi mi ama e mi ha amato )
Hai ragione...non possiamo restare per sempre schiavi di pregiudizi culturali che pesano come catene sul nostro diritto all'autodeterminazione....
RispondiEliminacredo che non avrei trovato parole migliori delle tue per esprimere quel che penso in merito.
RispondiEliminala vita, per come la vedo io, ha significato secondo certi canoni. vivere da uomini, ma come vegetali, non è vita. non per gli uomini.
Io scelgo te.
RispondiEliminaE come te, ho scelto.
Daniele
Ramificazioni
RispondiElimina...non voglio che si ami la mia anima in questo modo.
Preferisco non essere amata, ecco.
E poi l'ho sempre detto: I know I'm unloveable:)
SirHenryMorgan
Il pregiudizio in quanto tale è sempre sbagliato, secondo me.
Il giudizio, invece, no.
RazzaCorta
Hai sintetizzato, e sono d'accordo.
Per me il punto sostanziale resta sempre la manifestazione di volontà individuale e nello specifico si tratta di autodeterminazione e disposizione della propria vita.
E quindi, cosa ci sarebbe da aggiungere?
Daniele
Mi strappi un sorriso.
E comunque la scelta, per me, è l'unica possibile.
A volte certe scelte non si possono fare. Il prezzo da pagare è troppo alto.....a volte come è autunnale il mio cuore....
RispondiEliminaUn accordo di massima.
RispondiEliminaNero su bianco, ecco.
UA
RispondiEliminaA volte non si può scegliere, certo.
Io qui parlo delle mie scelte e questa è una di quelle già fatte e pretendo venga eseguita, se del caso.
Per il resto sai, il cuore autunnale potrebbe avere anche accezione positiva...per quanto non mi sembri il tuo caso.
Ma.
Hellstrom
Tu intanto sai anche di avere contratto anche un altro patto, con me.
Quindi...
Sicurezza, invidiabile sicurezza.
RispondiEliminaHo una chiarissima idea di quanto sia disumana la trafila dei malati senza via di ritorno, e leggendoti mi trovo del tuo stesso parere.
RispondiEliminaNo all'accanimento terapeutico, no ad una vita che non sia una Vita.
Anche se morire mi farà incazzare! Rido eh...
Ti abbraccio Light, bel post.
J.D.
Ma anche no, onlyforlight
RispondiEliminaEpifrasi
Mio malgrado ho -anche io- una visione di insieme ben chiara.
E vorrei invece ignorare. Ma.
Ti abbraccio.
scegliere per se, sempre e assolutamente.
RispondiEliminadonare organi pure.
io anche sono per donare alcuni organi anche in vita.
tipo mani, bocca, occhi, cuore e altro.
per ora dono solo sangue.