{in fior di metafora}
Ci sono dei giorni in cui riesco a far come se niente mi possa sfiorare.
Metto in borsa la stanchezza -quella del mattino, la più pesante- e mi lascio attraversare dal tempo e dagli impegni e dalla frenesia degli ultimi giorni.
In realtà so di essere stanca, molto stanca, ma combatto fino ad avere la partita vinta.
Poi rientro a casa e allora il ritmo cambia.
Assumo la cognizione di un giorno passato che significa un giorno di attesa in meno, mi sorrido allo specchio mentre già assaporo l'acqua fredda. Rifletto.
Penso a quanti treni siano passati.
Io sulla banchina a vederli fermarsi, giungere con un fischio sommesso o assordante, lo stridio dei freni, sento strusciare metallo su metallo.
Il capotreno mi dice 'sali'. Spesso non domanda, afferma. Spesso insiste, cerca di convincermi, viene verso me e mi incita ad andare su. Altro giro, altra corsa.
E io a volte lo guardo silenziosa, senza espressione se non quella -indecifrabile- di chi non sa che fare e non perché non voglia fare. Ma.
E comunque passano, perché i treni non aspettano. Sono esigenti, pretendono puntualità che non riescono a dare.
Mi chiedo quale sarà il mio prossimo treno.
Quale viaggio fantastico riuscirà a farmi fare. Dentro e fuori di me, lungo o breve non importa così come non conta la destinazione.
Un viaggio di parole lustre, nuove nuove. Di sorrisi e di voglia di fare. Di tentennamenti superati di getto. Di sensazioni così lucide da far girare la testa.
Ecco.
Metto in borsa la stanchezza -quella del mattino, la più pesante- e mi lascio attraversare dal tempo e dagli impegni e dalla frenesia degli ultimi giorni.
In realtà so di essere stanca, molto stanca, ma combatto fino ad avere la partita vinta.
Poi rientro a casa e allora il ritmo cambia.
Assumo la cognizione di un giorno passato che significa un giorno di attesa in meno, mi sorrido allo specchio mentre già assaporo l'acqua fredda. Rifletto.
Penso a quanti treni siano passati.
Io sulla banchina a vederli fermarsi, giungere con un fischio sommesso o assordante, lo stridio dei freni, sento strusciare metallo su metallo.
Il capotreno mi dice 'sali'. Spesso non domanda, afferma. Spesso insiste, cerca di convincermi, viene verso me e mi incita ad andare su. Altro giro, altra corsa.
E io a volte lo guardo silenziosa, senza espressione se non quella -indecifrabile- di chi non sa che fare e non perché non voglia fare. Ma.
E comunque passano, perché i treni non aspettano. Sono esigenti, pretendono puntualità che non riescono a dare.
Mi chiedo quale sarà il mio prossimo treno.
Quale viaggio fantastico riuscirà a farmi fare. Dentro e fuori di me, lungo o breve non importa così come non conta la destinazione.
Un viaggio di parole lustre, nuove nuove. Di sorrisi e di voglia di fare. Di tentennamenti superati di getto. Di sensazioni così lucide da far girare la testa.
Ecco.
l'importante è mirare a vincere la guerra intera, le singole battaglie sono come i treni appunto, vanno e vengono
RispondiEliminaspesso a sperar di vincere le guerre ci si dimentica delle battaglie..
RispondiEliminae che buffa sorpresa quando sembra di esser partiti ed, invece, è partito il treno che ci stava accanto... che l'illusione va anche bene se si sa che poi si viaggia davvero;
RispondiEliminaa..
vado.
RispondiEliminastasera sarò a Ostia, per una settimana.
e stacco tutto, cellulare compreso. il cervello è già andato da un pezzo in compenso e non so se lì la situazione potrà migliorare.
un bacio Light.
Bibi
Sinforosa
RispondiEliminaE spero che la guerra non duri tanto, che mi sfianca il pensiero di quante battaglie dovrei ancora affrontare.
HMRoc
Ma sai che non c'è una sola battaglia di cui mi sia dimenticata?
a..
Sempre ficcante, leggera e incisiva.
Sì, capita.
Bibi
In qualunque momento, per qualunque motivo, riaccendi quel telefono e chiamami.
Ti bacio.
"Io la sera mi addormento
RispondiEliminae qualche volta sogno
perché voglio sognare
E nel sogno stringo i pugni
tengo fermo il respiro
e sto ad ascoltare
Qualche volta sono gli alberi d'Africa
a chiamare
altre notti sono vele piegate
a navigare
Sono uomini e donne
e piroscafi e bandiere
viaggiatori viaggianti
da salvare
Delle città importanti
io mi ricordo Milano
livida e sprofondata
per sua stessa mano.
E se l'amore che avevo
non sa più il mio nome
e se l'amore che avevo
non sa più il mio nome
Come i treni a vapore
come i treni a vapore
di stazione in stazione
e di porta in porta
e di pioggia in pioggia
e di dolore in dolore
il dolore passerà".
Lo so.
Lunghina, ma troppo bella.
Spero.
Daniele
Pensare che invece ci son persone che siedono su quelle panchine solo per vederli passare, i treni. E magari si spazientiscono anche se l'ultimo arrivato non si decide a partire. Che dopo ne deve arrivare un altro. E un altro.. (Infiniti treni..)
RispondiEliminaSalut..
COme i treni a vapore... di stazione in stazione... e di porta in porta... e di pioggia in pioggia...e di dolore in dolore... il dolore passerà
RispondiEliminache si vinca,
RispondiEliminao si perda
la guerra intera
la strada ha già il suo perchè, tutto il necessario..
e tutte le speranze, i sogni, carichi sul treno
Daniele
RispondiEliminaBella, mi piace.
Quanti pensieri dietro ai treni, eh?
Fumblindog
Infiniti treni, infinite battaglie, infinite attese, infiniti amori.
Poi tutto ha una fine.
Ma stare seduta solo a guardare no, non è mai stato il mio pensiero.
Vonleverkhun
Passa come passa tutto.
E' sicuro.
Desertson
Non credo si abbia tutto il necessario 'di nascita'.
Lo si deve cercare, trovare, carpire, afferrare.
E spesso anche lasciare sfuggire.
Il viaggio più bello è quello fatto fuori da noi stessi, checelodiciamoaffare! :-P
RispondiEliminaQuesto blog sembra diventato il sito delle Ferrovie dello Stato.
RispondiEliminaBe', ciuff ciuff.
Temperatura più mite.
RispondiEliminaGià meglio.
A quando il prossimo treno?
Daniele
Penso a quanti treni sono passati.
RispondiEliminaE in effetti non tornano i treni.
E possiamo affannarci
a rincorrerli
ma hanno lasciato il binario
non si entra più alla fermata successiva.
Le gambe non ce la fanno.
Per questo è inutile
usare il tempo come alibi.
MariannaPuntoG
RispondiEliminaGiusto per non rischiare di conoscerci troppo, a forza di viaggiare dentro noi stessi, eh? :)
PiccoliSussurri
Mh, te l'ho già detto: sai leggere molto meglio di quel che tu voglia dimostrare, qui.
Daniele
Oggi in ufficio addirittura c'è freschino!
E i treni...boh.
Va bene così.
Bismas
Sono dell'idea che l'alibi sia di per sé sempre sbagliato, in quanto tale.