giovedì 7 agosto 2008

Senza titolo 253




{in fior di metafora}




Ci sono dei giorni in cui riesco a far come se niente mi possa sfiorare.

Metto in borsa la stanchezza -quella del mattino, la più pesante- e mi lascio attraversare  dal tempo e dagli impegni e dalla frenesia degli ultimi giorni.

In realtà so di essere stanca, molto stanca, ma combatto fino ad avere la partita vinta.

Poi rientro a casa e allora il ritmo cambia.

Assumo la cognizione di un giorno passato che significa un giorno di attesa in meno, mi sorrido allo specchio mentre già assaporo l'acqua fredda. Rifletto.



Penso a quanti treni siano passati.



Io sulla banchina a vederli fermarsi, giungere con un fischio sommesso o assordante, lo stridio dei freni, sento strusciare metallo su metallo.

Il capotreno mi dice 'sali'. Spesso non domanda, afferma. Spesso insiste, cerca di convincermi, viene verso me e mi incita ad andare su. Altro giro, altra corsa.

E io a volte lo guardo silenziosa, senza espressione se non quella -indecifrabile- di chi non sa che fare e non perché non voglia fare. Ma.


E comunque passano, perché i treni non aspettano. Sono esigenti, pretendono puntualità che non riescono a dare.



Mi chiedo quale sarà il mio prossimo treno.



Quale viaggio fantastico riuscirà a farmi fare. Dentro e fuori di me, lungo o breve non importa così come non conta la destinazione.

Un viaggio di parole lustre, nuove nuove. Di sorrisi e di voglia di fare. Di tentennamenti superati di getto. Di sensazioni così lucide da far girare la testa.



Ecco.



15 commenti:

  1. l'importante è mirare a vincere la guerra intera, le singole battaglie sono come i treni appunto, vanno e vengono

    RispondiElimina
  2. spesso a sperar di vincere le guerre ci si dimentica delle battaglie..

    RispondiElimina
  3. e che buffa sorpresa quando sembra di esser partiti ed, invece, è partito il treno che ci stava accanto... che l'illusione va anche bene se si sa che poi si viaggia davvero;

    a..

    RispondiElimina
  4. vado.

    stasera sarò a Ostia, per una settimana.

    e stacco tutto, cellulare compreso. il cervello è già andato da un pezzo in compenso e non so se lì la situazione potrà migliorare.

    un bacio Light.

    Bibi

    RispondiElimina
  5. Sinforosa

    E spero che la guerra non duri tanto, che mi sfianca il pensiero di quante battaglie dovrei ancora affrontare.


    HMRoc

    Ma sai che non c'è una sola battaglia di cui mi sia dimenticata?


    a..

    Sempre ficcante, leggera e incisiva.

    Sì, capita.


    Bibi

    In qualunque momento, per qualunque motivo, riaccendi quel telefono e chiamami.

    Ti bacio.


    RispondiElimina
  6. "Io la sera mi addormento

    e qualche volta sogno

    perché voglio sognare


    E nel sogno stringo i pugni

    tengo fermo il respiro

    e sto ad ascoltare


    Qualche volta sono gli alberi d'Africa

    a chiamare

    altre notti sono vele piegate

    a navigare


    Sono uomini e donne

    e piroscafi e bandiere

    viaggiatori viaggianti

    da salvare


    Delle città importanti

    io mi ricordo Milano

    livida e sprofondata

    per sua stessa mano.


    E se l'amore che avevo

    non sa più il mio nome

    e se l'amore che avevo

    non sa più il mio nome


    Come i treni a vapore

    come i treni a vapore

    di stazione in stazione

    e di porta in porta

    e di pioggia in pioggia

    e di dolore in dolore

    il dolore passerà".


    Lo so.

    Lunghina, ma troppo bella.

    Spero.

    Daniele

    RispondiElimina
  7. Pensare che invece ci son persone che siedono su quelle panchine solo per vederli passare, i treni. E magari si spazientiscono anche se l'ultimo arrivato non si decide a partire. Che dopo ne deve arrivare un altro. E un altro.. (Infiniti treni..)


    Salut..

    RispondiElimina
  8. COme i treni a vapore... di stazione in stazione... e di porta in porta... e di pioggia in pioggia...e di dolore in dolore... il dolore passerà

    RispondiElimina
  9. che si vinca,

    o si perda

    la guerra intera


    la strada ha già il suo perchè, tutto il necessario..

    e tutte le speranze, i sogni, carichi sul treno

    RispondiElimina
  10. Daniele

    Bella, mi piace.

    Quanti pensieri dietro ai treni, eh?


    Fumblindog

    Infiniti treni, infinite battaglie, infinite attese, infiniti amori.

    Poi tutto ha una fine.

    Ma stare seduta solo a guardare no, non è mai stato il mio pensiero.


    Vonleverkhun

    Passa come passa tutto.

    E' sicuro.


    Desertson

    Non credo si abbia tutto il necessario 'di nascita'.

    Lo si deve cercare, trovare, carpire, afferrare.

    E spesso anche lasciare sfuggire.

    RispondiElimina
  11. Il viaggio più bello è quello fatto fuori da noi stessi, checelodiciamoaffare! :-P

    RispondiElimina
  12. Questo blog sembra diventato il sito delle Ferrovie dello Stato.


    Be', ciuff ciuff.

    RispondiElimina
  13. Temperatura più mite.

    Già meglio.

    A quando il prossimo treno?

    Daniele

    RispondiElimina
  14. Penso a quanti treni sono passati.

    E in effetti non tornano i treni.

    E possiamo affannarci

    a rincorrerli

    ma hanno lasciato il binario

    non si entra più alla fermata successiva.

    Le gambe non ce la fanno.

    Per questo è inutile

    usare il tempo come alibi.

    RispondiElimina
  15. MariannaPuntoG

    Giusto per non rischiare di conoscerci troppo, a forza di viaggiare dentro noi stessi, eh? :)


    PiccoliSussurri

    Mh, te l'ho già detto: sai leggere molto meglio di quel che tu voglia dimostrare, qui.


    Daniele

    Oggi in ufficio addirittura c'è freschino!

    E i treni...boh.

    Va bene così.


    Bismas

    Sono dell'idea che l'alibi sia di per sé sempre sbagliato, in quanto tale.

    RispondiElimina