martedì 8 gennaio 2008

Senza titolo 154




Una giornata diversa



In vena di forti emozioni ieri ho deciso di passare una giornata all'ospedale.
Sai, tanto per fare qualcosa di diverso, una cosa nuova, ah!

Sono arrivata lì con un fil di voce - e ancor meno fiato - e mi hanno sistemato subito una mascherina davanti alla bocca. Triage, accettazione, sala d'attesa di medicina.

Guardavo la varia umanità: vecchi stanchi, ragazzi che sembravano lì per caso - come me, se non fosse stata la mascherina a tradirmi - zingari che venivano dentro con tutta la famiglia a prendere le robe dalle macchinette automatiche.

Un pochino mi sono anche incazzata, che non mi sentivo proprio in un bar e sinceramente mi dava appena noia che facessero salotto. Con varie ed eventuali, giustappunto.

Poi chiamano me. Prendo ancora il mio fiato e mi alzo,  che vado ovunque con i miei piedi, io.
Si aprono le porte del girone dell'inferno.
Il pronto soccorso, quello vero, quello oltre la sala d'attesa, oltre la porta chiusa.

Barelle, gente con flebo al braccio seduta su una sedia, poco sangue e molte facce tristi.
Dolore. Tristezza.
E io mi sono sentita bene in paragone.
Poi barella.
Ago in vena.
Lastre.
Ancora barella.
Sei ore. Sei ore così.
E poi diagnosi. E ricovero. E rifiuto del ricovero.

E non sono un eroe e non voglio parlare di questo.



Voglio dire che ho visto ancora dolore. Sofferenza. Ho visto persone buttate in dieci in una stanza di passaggio, con aghi e cateteri e flebo in vena.
Ho visto infermieri correre, sorridere nonostante tutto, consolare me che piangevo per un cazzo d'aghetto chiedendomi se davvero avessi sentito così male.  Medici stanchi ma professionali fare il possibile nonostante i mezzi.

Ho visto la mia città aperta nella mia città.

E so che quella che io ho pensato disorganizzazione in realtà sarebbe un dono in molte altre città d'Italia.
Anche da noi si muore, certo.
Però ho visto lavorare qui e altrove e ho visto i fatti qui e altrove.
E no, non c'è paragone.



24 commenti:

  1. Talvolta non è nemmeno questione di città e perfino di ospedale... Talvolta capiti nella serata "storta", quella nella quale tutti sono stanchi, oppure chi ti capita ha la testa ai suoi problemi, così gentile non lo è.

    Non sto giustificando nessuno, bada bene, in un ambito come quello ospedaliero i propri problemi si dovrebbe cercare di tenerli fuori... ma, anche lì dentro, sono esseri umani.

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  2. Forse non sono riuscita a spiegarmi, wolfghost: io ho rispetto e ringrazio.


    Tutti uomini quelli, con i loro scazzi e le loro storie.


    Ma io so che facevano il loro lavoro, e l'ho visto. Nonostante tutto.

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  3. ..perchè ti volevano ricoverare? quale è la diagnosi? ..spero niente di grave.

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  4. un abbraccio per la salute e se ti può essere di consolazione in molti posti d'Italia (che ho girato molto) è così senza troppe distinzioni di longitudine e latitudine...ahinoi.

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  5. Son contenta che tu abbia visto professionalità ma soprattutto umanità. Non è di poco conto.

    Ma tu stai bene?

    Recuperato parte di fiato?

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  6. ma1969

    Ho detto ai medici che mi parevano un po' allarmisti, mi hanno freddata con una frase ad effetto che pare dovrei prendere sul serio.


    Arciere

    Negli ultimi anni - per problemi non direttamente connessi a me - ho avuto modo di trascorrere tempo in diversi ospedali.

    Le cose sono molto, molto diverse in base alla locazione geografica.

    Garantito.


    Concretezza

    Sì, nonostante tutto ho visto anche rapporto umano e non solo professionale.

    E io, il fiato...no, perché pare che se i polmoni sono pieni d'altro non ci può entrare aria, ma mi riprenderò prestissimo.

    A parte il fiato (ma c'è chi dice che il respiro sia la cosa più importante...) mi fa male lo stomaco!

    Ecco, mi fa male lo stomaco. E sono anche radiattiva:-)

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  7. ci sono posti dove la città ci entra negli occhi spudoratamente : lì si incarnano gli angeli custodi del nostro (dis)agio quotidiano.

    a chi tocca caricarsi sulle spalle la città ogni mattina, riuscendo a quadrare il cerchio *nonostante* (nelle scuole,negli ospedali,negli ospizi,..) , il massimo di meravigliata riconoscenza e di umana simpatia anche da parte mia.


    (e tu non fare l'eroe a oltranza, neh?! - in bocca al lupo ). g.

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  8. 1984, dicembre, 1986, dicembre, 1989, marzo 1994, febbraio e 1999(fino al 2004).

    Queste date mi han reso una idea più precisa riguardo a cosa sia un ospedale.

    Non scendo in nessun particolare, dico soltanto che una cosa a cui non si pensa mai è il come superare il "dopo" ospedale.

    I parenti dei ricoverati, i ricoverati stessi, finita la degenza(quando ha modo di...terminare con un ritorno a casa)avrebbero bisogno di un aiuto per uscire dalla depressione e dall'annichilimento.

    Quello che lascia dentro la visione di quasi tutti gli aspetti legati agli ospedali è atroce.

    Sempre.

    Non sarei solo in grado di lasciare un commento rispetto a questo argomento, ma dovrei aver la voglia di scrivere un libro per elencarne una parte, una piccola parte.

    Un saluto, Light, vorrei chiederti perchè hai firmato e sei uscita.

    Se vorrai me lo dirai in separata sede.

    Solo una cosa:1989, marzo, P,zza San Giovanni, ora di punta, incrocio.

    Io in moto, lui passa col rosso in macchina. L'atterragio è di testa(non dite si vede, che m'incazzo! rido...) Commozione cerebrale frattura occipitale, anosmia, coma.(breve! che culo!).

    Le varie fratture manco le conto.

    Ma dopo due mesi d'ospedale e svariati di ripresa outside, ancora son qui a rompervi con sti commenti.

    Ciao Light,un abbraccio.

    J.D.

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  9. Devo dire che nel corso degli anni ho dovuto pure io ricorrere ai pronto soccorsi di vari ospedali di Torino e provincia, sia per me che per altre persone a me care.

    Sempre e dico semre, ho trovato grande professionalità, assistenza veloce e cortese, cure adeguate.

    Insomma mi sono sempre trovata adeguatamente assistita e curata..


    ciao :-)

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  10. Ho messo la virgola anzichè il punto per abbreviare P.zza.

    Mi flagello in data da destinarsi.

    :)J.D.

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  11. Con un braccio rotto, chiesi ad una infermiera di far passar una anziana. Mi disse pensa per te. Perche' sei cosi' acida?chiesi..e lei.prova a star qui tutto il giorno. Ed io: io sono qui da tutto il giorno.Gratis.E nn l'ho scelto.Io..e neppure la vecchina. Stronza(l'infermiera nn la vecchina).E pure un po' tu che nn ti volevi far curare. Con rispetto parlando ovvio:)

    bacio niente che mi infetti.

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  12. Io gli ospedali non sopporto nemmeno sentirli nominare... ciao!!!

    :-)

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  13. J.D.

    Non so se riuscirò mai a perdonare il tuo errore, sebbene non di sintassi e quindi considerabile veniale.

    In separata sede ti dirò per quale motivo ho firmato e sono tornata a casa - con le mie gambe, con il mio poco fiato - ma tengo l'abbraccio, che a volte serve.


    Gattobiso

    Detesto gli eroi, davvero.

    Io sono egoista e preferisco evitare cose che mi spiacciono, almeno finché posso.

    Poi, come privarvi della mia presenza qui per chissà quanti giorni?


    Laviadellaseta

    Pronto Soccorso Molinette. Sai di cosa parlo. Eppure ho trovato *persone*.

    Fra l'altro a favore di maschietti o comunque interessati c'è una dottoressa di una bellezza sconvolgente.


    Ontheriverbank

    Oh, potrei mai offendermi perché qualcuno mi offre su un piatto d'argento il modo che più mi piace per definirmi?

    Io sono istituzionalmente Stronza.

    E certo che mi voglio curare, che detesto stare male. E infatti lo sto facendo.

    Ma soprattutto: come potrei a rinunciare ai tuoi baci? Piuttosto mi chiedo come tu possa allontanare i miei per il solo timore del contagio:-)

    Sorrido va', che magari qualche mente acuta riesce a capire meglio ch'io scherzo.

    Contagio a parte, of course.

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  14. AmmazzaLight ah ah

    e menomale che...


    Comunque inutile sbanfare su infermieri stronzi e dottori sbuffanti, io so solo che tanti, tantissimi pazienti sono tutt'altro che pazienti e inoltre spesso questi suddetti spazienti sono anche maleducati perchè ritengono che pagando un tiket o pagando le tasse abbiano diritto tutti a un posto in prima fila con aria condizionata e sorrisi incondizionati e non offrono un minimo di collaborazione.

    La gente fa schifo sotto quest'aspetto, se è indolente nella vita lo è soprattutto all'ospedale dove pretende e giudica senza capire che per un dottore una persona rappresenta una patologia:

    se questa patologia non è grave passa per ultima e basta, io lo trovo perfetto e imparziale.


    Penso Light abbia ragione sul fatto che purtroppo in Italia lo standard non sia uguale dappertutto;

    è vergognoso.

    E in quel caso si che viene da prendere a scarpate medici infermieri portantini e dulcis in fundo quelle minus acide e bavose delle impiegate dell'accettazione che pur di non sbattersi spesso omettono delle indicazioni che velocizzerebbero molte pratiche

    (qui a Novara ero presente quando mio padre ha letteralmente fulminato la signora accettatrice facendola arrossire di vergogna dopo che questa ci ha fatto girare come coglioni perchè lei non voleva semplicemente alzare il telefono, cosa per cui è pagata fra l'altro).


    Quando andiamo all'ospedale abbiamo si dei diritti ma anche dei doveri, comunque.


    Mi sembra importante tenerlo presente.


    E quando si torna a casa, se si rimane depressi è perchè lo si è sempre stati!

    Come si fa a non esser contenti di esser vivi e sani, soprattutto dopo aver lasciato quella valle di lacrime (ma anche di speranze)

    che è l'ospedale?


    C'è da ripigliarsi qui dentro,

    c'è gente che è degente a vita..


    Salut


    carIBBEan

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  15. Però voglio anche precisare che spesso dove c'è carenza di qualità spesso la colpa più che del personale

    (che è costretto a lavorare con strumenti obsoleti o di fortuna),

    la colpa è di certi direttori sanitari che gestiscono i fondi.


    Ma lo sapete che ormai gli ospedali vengono gestiti come delle aziende?


    profitti perdite spese..

    è questo soprattutto il cancro della sanità in Italia..o meglio è questo il principio di metastasi che sta cominciando a propagarsi..

    (cercando di rimanere in tema..)


    Vabbuò, Salut Light

    riprenditi presto!


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  16. E' tremendo quello che si vede negli ospedali, light... gente che muore o cmq è malata... ma a me a volte fanno più male i parenti di quelli che si vedono lì. Le loro faccie pietrificate dal dolore, a volte lo nascondono in modo impacciato ed eroico per non ferire di più quelli che amano... l'ho visto perché ci sono stata per qualcuno che amavo... che ho lasciato lì... che è morto lì. E anche io ho sorriso ingoiando lacrime... e ho visto medici ed infermieri comportarsi come eroi in guerra.

    E no, non sei un eroe... ma un essere umano, con le sue fragilità e le sue ansie. Ma capace di dedicare parole di conforto oggi in chat, nonostante lo stato di salute in cui versa... (anche)per questo sei speciale.

    Ti abbraccio e ti penso... guarita...

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  17. BlackKing

    Ti ringrazio.


    BibiBibi

    Hai paura di avvicinarti a me, eh!

    Eh, proprio ora che ho anche facoltà di essere untore:-)

    Un bacio da lontano.


    PBlue

    Non è che a me piacciano, tant'è che appena ho potuto son fuggita a gambe levate (insomma...non che corressi ma insomma:).

    Però spesso non ci sono altre soluzioni. E venerdi saprò se potrò ancora evitarlo.


    Caribbean

    L'unica pretesa che io abbia è quella di essere curata.

    La capacità d'adattamento non deve mancare: non si è nella propria casa e certo non si possono avere comodità e riservatezza.

    Grazie per i tuoi commenti.


    Merry

    Mio malgrado so tutto di molti ospedali, di diversi reparti, in diverse città.

    A me fa più male vedere la gente che soffre e a volte muore. Ma in ospedale, purtroppo, è da mettere in conto.

    Per quanto riguarda me...l'unica cosa che possa fare in questo tempo è scrivere, stando seduta ritta come un fuso perché non posso neanche permettermi il lusso di mettermi comoda. E posso scrivere.

    Soprattutto quel che posso fare - sempre - è ragionare.

    Oggi l'ho fatto con te, niente di speciale.

    E sì, anche io mi penso guarita. E voglio presto, anche se so che non sarà subito.

    Ti abbraccio.

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  18. Nell'ultimo anno ho avuto modo di passare fin troppo tempo negli ospedali, come parente, come VdS, come amica e ora, forse, come paziente... E ti dico, sì, cavolo, sei davvero fortunata ad aver trovato insieme Umanità e Professionalità.

    Dipende, come dici tu, anche dalla localizzazione geografica, ma non è solo quello...


    Ti urlo di guarire ché anch'io sono senza voce...

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  19. la gente è indifferente, compreso me, inutile dica di no di essere diverso.

    quando ci riguarda una situazione tiriamo fuori tutto, pregi, difetti, poi nulla indifferenza.

    hai scritto di ospedali, di professionalità, di situazioni indecenti con ammalati messi li, di salotto, di bar.

    nel 1991 mio padre è stato ricoverato d'urgenza nell'ospedale di vibovalentia, due giorni dopo il ricovero un mio amico medico, da me chiamato, è venuto a farmi compagnia per trasportarlo a milano, l'ospedale era indecente, non da terzo mondo, ma da discarica, quantunque tuttora abbia conoscenti medici in quell'ospedale.

    dopo 16 anni di continue ispezioni l'andazzo generale è identico, basta andare anche domani e si vedono le cose viste 16 anni fa.

    sei stata fortunata ad andare a casa.


    un augurio passino i tuoi malanni.

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  20. mammamia,

    mi ritorna in mente la mia esperienza a Villa Sofia per l'ipotassi, e non racconto la colonscopia!


    Sugli standard, provato Roma, Firenze e Palermo, tre universi lontani galassie...ed io la meteora che passa..


    un bacio bella

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  21. Majika

    So di essere stata fortunata, per quanto sia profondamente ingiusto pensare che l'assistenza sanitaria prestata a me, a Torino, debba essere diversa da quella data altrove.

    Ma diventa un gioco al massacro aprire una discussione del genere, qui. E un esercizio di stile, senza effetto.

    E stai bene anche tu...senza urlare che il fiato bisogna risparmiarlo.


    Eventi2007

    Stabilito che non si risolve molto facendo finta di niente, e che comunque tutti sappiamo che la maggior parte delle persone si occupano solo dei fatti che le riguardino direttamente, penso che fino a che tu - che ti stai scandalizzando - e quelli come te che si lamenteranno inutilmente senza cercare di modificare lo status, non si cambierà niente.

    E allora continuerete a fare i viaggi della speranza a Milano, a Torino, a Bologna.

    E gli altri, quelli che non potranno spostarsi, continueranno a morire o a sopravvivere.


    Rouge

    Basta malattie se no inizio a raccontarvi delle varie ossicina che mi sono fratturata, eh! :-)


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  22. premetto che non conosco gli ospedali del sud.


    comunque, secondo me, tutto sta nei medici che incontri in Italia.

    al solito l'Italia si basa sulle singole persone.


    cerca di stare sempre meglio, light.

    io non conosco la tua storia, ma so che stai ancora soffrendo.

    ti sorrido affettuosamente

    aura

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