Ricomponendomi. Lentamente.
Come una polaroid che scatta improvvisa fermando un attimo che si ricompone sulla pellicola. Gradualmente.
E il bianco della carta prende colore e forma, assume fattezze e racchiude sensazioni e calore.
Poco per volta.
Senza fretta.
Stando attenta a non farci posare la polvere, tenendola con la punta delle dita per non lasciare impronte, aspettando che si asciughi per poi mostrarla.
Nitida. Pulita.
mattiniera e attivissima, mi dico "sì faccio un giro dalle sue parti" ed eccoti qui, alle 8 di domenica davanti alla tastiera. come me.
RispondiEliminaperò.
però se davvero ti stai ricomponendo e stai ritrovando aspetto visibile io sono davvero contenta.
bacio
Bibi
BibiBibiBibi
RispondiEliminaE' il vantaggio di dormire poco: si è attivi molto prima degli altri.
E sì, sto [ri]prendendo[mi] forma.
Che la sostanza c'è sempre stata.
Un bacio.
M*
sostanza&forma
RispondiEliminain un panciuto e "rilassante"decanter
in un affusolato e "ammirevole"calice
in una "salda" brocca
in "calde" mani
in un anfratto "tagliente" di bocca
in un ripostiglio di stomaco o cuore
il buon vino permane tale
Ti sono vicino in questo triste momento O__O
RispondiEliminale Polariod mi ricordano le prime foto fatte, la prima macchina fotografica, quella sensazione di una piccola creazione che compariva lentamente come emergendo dal nulla, quasi non avese a che fare con la fotografia che avevi appena fatto. Come se fosse un esistere a parte.
RispondiEliminaMi viene da pensare alle pellicole impressionate dalla troppa luce, piuttosto.
RispondiEliminaVivi di eccessi tuo malgrado.
B*ella
RispondiEliminaIn una tale ridondanza d'aggettivi mi/ti ritrovo.
Sammylele
Talvolta la percezione di esistere *a parte* mi prende talmente tanto da dover far fatica, poi, a ritornare tangibile e lacerabile.
A volte si chiama paura.
Concretezza
Vero.
Ma non mio malgrado.
E' il male di chi non si accontenta, vivere d'eccessi.
E quando stampavo le foto su carta fotografica quante volte alitavo sopra affinche il fiato desse loro vita, mentre delicatamente il calore della mia mano esaltava il nero di certe zone.
RispondiEliminaIl contato fisico genera sempre un po' di vita.
la paura è spesso cornice agli sbreghi inferti all' anima da frette che triturano banalità di mondi o sprazzi di tempi annoiati piuttosto che da aspettative di lente propulsioni,e voluttà di pulsioni,sostenute dall' insostenibile estenuazione dello spargere un sè prtezioso senza possibilità di ritorno.
RispondiEliminapoi la polvere cade e veste la nudità
RispondiEliminama per un attimo di vento caldo è possibile non lasciar traccia e la pellicola scatta
a noi mostri solo la parte intermedia, transitoria, la finale per chi la riserbi?
RispondiEliminaSi ricompone dopo reazione chimica catalizzata da fattori esterni, gli stessi che con il tempo, lentamente, potrebbero decomporla.
RispondiEliminaPreservarla da essi significherebbe, però, evitare di mostrarla ... insensato.
E' un prezzo che va pagato, ed è inevitabile.
Paoloh
RispondiEliminaLa fotografia a volte è Anima.
Graffidanima
Per me niente di ciò che in qualche modo mi comprende è vuoto.
Lascio sempre frammenti, scintille, piccole parti di me di cui a volte sento la mancanza.
Ma fa parte della fatica d'amare.
Linch
Frammenti e attimi sono strettamente correlati.
Soulsex
La parte finale è MIA. Solo mia.
Helados
Credo che poco per volta tu stia imparando di me che non mi risparmio in emozioni e sensazioni.
Forse tengo strette le parole che spiegano, forse pretendo d'essere compresa a prescindere dall'esternazione di ciò che sono e desidero. Forse.
Però mai mi nascondo dietro un'apparenza.
Non serve la fretta, quello che conta è il risultato, per sviluppare una foto... ci vuole il tempo giusto... come per le decisioni della vita!
RispondiEliminaTi abbraccio!
Riccardo