sabato 29 settembre 2007

Senza titolo 86




Fra amici che si contano sulle dita delle mani.

Fra le righe e le parole e il gioco degli scacchi in porta ticinese.

Fra i sospiri trattenuti e le risate improvvise di chi viene a trovarmi anche solo per un attimo per dirmi sciocchezze con la certezza di farmi ridere, che mi chiede cose impensabili avendo già la risposta.

Fra chi quasi con timidezza mi chiede come stai e alla mia risposta A*, sto splendidamente male mi dice mi fai incazzare, dimmi dove le trovi le parole che vorrei dire io!

Fra te e me.

Non ostante quel che dicevo di non volere avere né di voler sentire

Non ostante quel che pensavo dovesse essere come fosse l'unico modo per rimanere in piedi, e avevo ragione ma non tornerei indietro per niente al mondo

Non ostante te e tutto quel che ne consegue

Non ostante il limite temporale, esaltato dalla mia capacità di estraniarmi dal tempo reale per dilatare pensieri, sorrisi, ricordi, parole, contatti e calore per tutti i momenti  in cui avrò desiderio di sentire tutto quello che mi si è fermato addosso - sempre -

Non ostante non riesca ancora a lavare quella maglia nera perché forse è vero, come dice la Enza, che avrò anche passato da un bel po' i sedici anni ma c'è un posto dentro in cui li avrò per sempre

Non ostante le differenze palesi, che comunque mi piacciono tanto

Non ostante la distanza, che non conta niente e non smetterò mai di pensarlo e di dirlo


venerdì 28 settembre 2007

Senza titolo 85



.Transfert Emozionale.





Dimmi che anche questa volta cadrò in piedi.

Dimmi che tengo botta ancora una volta. Dimmelo.

Milano ha la volta celeste.

Milano che lavora, Milano che sussurra, Milano delle case verdi e delle favole, Milano che fa l'amore.

Milano che mi abbraccia anche oggi fra milioni di persone che mi passano affianco indifferenti e attonite, gli occhi piantati sulle vetrine, che mi fa trovare tutti i taxi che voglio ma io, oh sì io avrei aspettato un'ora ancora prima di trovarne uno, se.

Milano che mi regala sorrisi e aria fresca, e strada camminata lenta, con gli occhi puliti in cui l'unica cosa che si riflette è l'immagine di quello che vorrei.

Milano dei girasoli e della moda, degli sguardi persi in pensieri caldi e affettuosi, Milano che attrae la mia attenzione su cani per strada, che ferma le mie gambe nervose e mi lascia a bocca aperta davanti ad una cucciolata tenera.

Milano di questa signorinella che sorride, che non deve avere paura perchè l'uomo cattivo non esiste, Milano della strada consumata e degli specchi a cui è inutile domandare chi sia il più bello. In assoluto.
Ovunque. Comunque.

Dimmi che anche questa volta cadrò in piedi.

Dimmi che tengo botta ancora una volta. Dimmelo.



O tienimi stretta, e accarezzami ancora.




giovedì 27 settembre 2007

Senza titolo 84




S
P
L
E
E
N



Amo la nebbia. Le sensazioni ovattate. Il profumo di talco.  L'aria che si fa toccare.

La prendo fra le mani mentre cammino lentamente, fra le foglie che più tardi verranno spazzate via, i ricordi di una stagione che anticipa l'inverno.

La nebbia non sfugge, circonda.

Quando si posa sul viso ha la consistenza di una carezza umida, regala piccole gocce sugli abiti e sulla pelle, ha la voce che hai dentro.

La nebbia è Solitudine, sensazione di Abbandono; è la grazia vestita di bianco, permette di nascondere l'espressione ferita, un lenitivo per l'anima.

Un sorriso accennato, vivo. Bianco.

E conto i passi senza vederli, e lascio che i ricordi di quei portici mi prendano e mi portino via, là dove vorrei essere *anche sola* ma *è meglio con te*.






M
O
O
D


E seguo con lo sguardo la sponda del fiume, immaginandolo ghiacciato e splendido.

Sollevo il viso, lo sguardo al cielo.

Piccoli fiocchi riprendono a cadere dando forma al mio immaginario.

Il niente si trasforma, il pensiero si veste di desiderio concreto. Bianco.

E non c'è niente di sbagliato in tutto questo.

Io so, ci credo.

E' vero che c'è qualcosa di sbagliato nell'amore; ma se niente dura per sempre voglio quei piccoli frammenti di *qualcosa* che ci sono fra un niente e l'altro.



Ci sono, come ci sarà la nebbia a nascondere l'espressione ferita e la  neve a dar forma ai desideri.

 

mercoledì 26 settembre 2007

Senza titolo 83






Poi raccogli tutti i frammenti di me
 
Mettili insieme nel palmo della tua mano

Soffiaci sopra per il gusto di potermi ricomporre

Stringimi nel tuo pugno per darmi calore

Provaci, almeno

Io sono tua

Almeno credo


[frammenti di pensieri in costante viaggio fra il plesso solare e il cuore, il mio]







E' una questione di qualità:
la tua presenza rassicurante e ipnotica
mi affascina e gioca con il mio senno
e ne lascia ben poche briciole.

E io amo darlo a te, o amabile custode
degli sguardi che ti dedico,
fra lo sragionamento e l'estasi
degli amplessi magnifici.

Perchè tu sai come farmi uscire da me,
dalla gabbia dorata della mia lucidità;
e non voglio sapere quando, come e perchè
questa meraviglia alla sua fine arriverà.

Musa, ispirami
Musa, proteggimi
Ogni ora.

Mi strega e mi rapisce
la tua giovane saggezza incomparabile
(che ossequio)
e l'eleganza di ogni tua intenzione è incantevole.

E quando ti congiungi a me
sai essere deliziosamente spinta e indocile,
coltivando le tue bramosie sulle mie avidità.

Tu sai come farmi uscire da me,
dalla gabbia dorata della mia lucidità;
 e non voglio sapere quando, come e perchè
questa meraviglia alla sua fine arriverà.

E sai come prenderti il bello di me
mettendo a riposo la mia irritabilità;
e non voglio sapere come riesci e perchè:
è una meraviglia,
e finchè dura ne godremo insieme.

Musa: ispirami
Musa: proteggimi
Musa: conducimi
Musa: adorami
Musa: noi ne godremo insieme.

Voglio aver bisogno di te:
come di acqua confortevole.
Vuoi avere bisogno di me?
Troverai terreno fertile.



[Musa - Marlene Kuntz]

lunedì 24 settembre 2007

Senza titolo 82



Sensi


E sensazioni di quest'oggi che i sensi ho perso.

Mi sono sentita spingere -  come due mani d'uomo sulle spalle che con cattiveria mi spingevano giù - non ho avuto il tempo di capire che cosa succedesse.

Ho sentito *sciaff* attutito, i miei occhi non hanno registrato il passaggio , forse chiusi forse aperti ma ciechi, forse non li avevo più.

Le mie mani non hanno potuto aggrapparsi, le mie reazioni erano inesistenti.

Semplicemente non ero.

[ma non volevo farvi preoccupare, scusatemi ho detto quando ho capito cosa fosse successo, scusatemi davvero e loro affannati intorno a me, secondi che non passavano e non mi sono fatta niente scusatemi non è importante, succede]


Sensi.

Guardare fuori dalla finestra aspettando la pioggia e lì, dove mi aspettavo di vedere un 'immensa parete immobile vedo uno scorpione luminoso, bianco su nero.

C'è. Non c'è. C'è.

[mi parlano le cose con una voce innocente, a sollecitare le sinapsi e a mandarmi altrove anche quando vorrei stare fermamente immobile, sedata, a lasciar placare la tempesta]


Sensi.

Arriva oggi quello che ho aspettato per tanti giorni. Una mano ossequiosa posa il pacchetto sulla mia scrivania *questo è per te*.

Mi si illumina lo sguardo, prima di perdersi ancora e ancora.

Stacco con delicatezza il nastro adesivo, so cosa ci sia dentro. Lo guardo, un sorriso e mi bruciano gli occhi. Se piangi cola il rimmel. Due morbide strisce nere sulla pelle bianca, diafana dalla mancanza di sensi.

Sorrido. Mi volto verso le finestre, lontana dai loro sguardi. E loro ancora mi osservano senza comprendere.

E' solo un pacchetto. E' solo un disco. E' solo una traccia laser sulla plastica.

Sono solo note.

Sono solo archi, e pianoforte, e archi.

Sono *solo* quello che avrei voluto sentire da sempre e che invece è arrivato oggi.

[scusatemi, davvero, se non posso parlarvi delle mie lacrime, scusatemi se esco da qui per andare con il mio pacchetto bianco e grigio verso altre persone e altri luoghi, scusatemi se anche se mi state attorno è come se non ci foste, io non ci sono, non qui]


Sensi.

Il  mio respiro mi disegna dentro forme ellittiche, strisciate di verde e di azzurro mare.

Chiudo gli occhi e lo vedo, strisce di colore che d'un tratto si sospendono e in quel momento mi manca il fiato e riprendo me stessa per i capelli e il respiro continua a fluire, lieve.

Lieve. Come due occhi verdi che si perdono nel nero e nella musicalità delle parole non pronunciate a caso, in racconti che ancora fanno eco nel viola e negli altri colori.

E sapori.

[lo so, io lo so qual è il colore dei sogni]




domenica 23 settembre 2007

Senza titolo 81




Che davvero, guardarli mi fa una tenerezza infinita.

Sono qui con me da venerdi, questi due sui quali non avrei scommesso un solo pensiero positivo.
Che in fondo ho anche osteggiato per partito preso, giustificato dal timore che lei potesse soffrirne.

E la sofferenza di questo tipo non riesco ad accettarla, anche se so che è inevitabile.


Ma.


Sono arrivati qui con il loro carico di allegria e curiosità, mille domande e soprattutto tanti sguardi.

Qui a coprire immediatamente quella voragine che si sarebbe aperta se non avessi condiviso con loro questa marea di emozioni e sensazioni che mi ha lasciato una settimana come questa  che sta passando.

Mi piace osservarli mentre si lasciano cullare in quel mondo a parte che hanno saputo costruire.


Con Amore.


Sentire schioccare baci mentre preparo un risotto e "voi siete femmine" detto con una cadenza che mi apre la bocca in un sorriso dolce, che sa di fresco e pulito e di rischi che si corrono, nonostante tutto.


Vi guardo con amore. Siete quello che avrei voluto per te, Amica.


Siete quello che vorrei per me.

venerdì 21 settembre 2007

Senza titolo 80





♦nothing compares to you♦




'cause there're no words to relate
than I prefere to take care of my sensations
like shining crumbs of you



mercoledì 19 settembre 2007

Senza titolo 79




Una Cosa Rossa

Una Cosa Verde

Una Cosa Riflessa


*le stringo fra le mani e quel che voglio è darle a te*

martedì 18 settembre 2007

Senza titolo 78

Appunto.


Notte passata a pensare a sunflower e colore, idee e colore, timore e colore.


Il viola del temporale.


Il blu che mi riempiva la stanza.


La pioggia bianca e fitta che sbatteva fuori.


Pensieri a volte strani, altre cupi.


Un po' di nero non sta mai male.


E in tutto questo io, distesa su righe azzurre, ero trasparente.


E aspetto un sorriso.


[e lui: regalami il tuo sogno, te lo conserverò, te lo custodirò finchè ne avrai bisogno]


 


 

lunedì 17 settembre 2007

Senza titolo 77

 

SunFlower






Un motivo c'è. Davvero.



Ringrazio il mio amichetto Ste per la foto.
Non mi ha dato *ancora* autorizzazione esplicita
Ma io so che i suoi fiori di ogni giorno sono miei.
Vero Ste?

domenica 16 settembre 2007

Senza titolo 76




Briciole d'estate che ancora si portano avanti
Ad illuminare la terrazza e a farmi caldo
A farmi togliere pezzi di stoffa
A permettere all'orco di vedere pelle bianca
Alla moglie che lo richiama all'ordine
A me che me ne frego

Luce di una domenica mattina che va nascondendosi
Sotto questo velo di mussola grigia che fa tanto subalpino
E il sole capisce che è tempo
Di acqua e di fresco
Di nebbia e di neve
Di bianco abbacinante
Di calze e stivali

Una musica che è sempre diversa
Pur rimanendo onesta verso se stessa
Parole che parlano ai sensi
Immagini che portano immagini
La mia personalissima classifica
Pensieri lievi
Un fil di fumo

Tu.


sabato 15 settembre 2007

Senza titolo 75




Quante cose ho visto, oggi.



Ho passato una notte a misurare spazi con i passi e con il metro.

Sembra facile, lo so, ma non per me. Io con i numeri non sono mai andata d'accordo, nonostante ci lavori.

Vorrei spazi morbidi, modificabili. Vorrei un loft.

Uno spazio aperto frammentato solo da colonne portanti, in cui mettere i mobili in ordine sparso come i miei pensieri.

Appenderei immagini a sottili fili trasparenti, lasciando che si agitino al passaggio; vorrei un personale disordine fatto di me e di quello che desidero.

Scriverei wish list sul pavimento.


Presto andrà via una cosa che mi piace molto (e che piace molto anche ai gattini): il mio letto.

E andrà via anche una cosa che non mi è mai piaciuta (e non piace neanche ai gattini, appunto): il divano. L'unica cosa che non ho deciso, l'unica per la quale avevo lasciato facoltà di scelta ad altri, l'unica che avrei buttato fuori il giorno stesso in cui ha iniziato a occupare il mio spazio.

E con questo andrà via anche la sindone che han lasciato il suo corpo e il tempo, in tutte quelle notti in cui starmi accanto non era neanche ipotizzabile.

E presto la gente ne ricorderà solo il nome, e io ne avrò solo ricordi misti.

Senza alcun rancore.





[esiste un metodo semplice per imparare a mettere i chiodi al muro?]








giovedì 13 settembre 2007

Senza titolo 74



E scusa se rido!



•giorno per giorno•sempre ballando•non prendere mai questa vita•né poco né troppo sul serio•
•vento per vento•a favore oppure contro•cosa c'è di male in fondo•a vivere?•



E' che non mi ricordo da quanto tempo non ridevo come sto facendo ultimamente.

Non sorrisi tirati, sorrisi veri e risate cristalline, di quelle improvvise che fermi a fatica.

E il tempo passa in fretta quando si ride, e passa meglio.

E io voglio.

Ecco.



mercoledì 12 settembre 2007

Senza titolo 73






≈Breaking the Waves≈


Anni '70: in una piccola e bigotta comunità scozzese la giovane e ingenua Bess sposa Jan, laico operaio petrolifero scandinavo. Quando questi rimane paralizzato per un incidente sul lavoro, Bess se ne assume la colpa e accetta la sua richiesta affinché lei continui ad avere rapporti sessuali con altri uomini per poi raccontarglieli.



Questi i fatti.

Ma io voglio parlare di Amore.

Sì, Amore. Quello che pur stracciandoti ti lascia pura, integra, pulita.
Quello per il quale potresti fare qualunque cosa perché lo faresti per te, in quanto amante.

Bess era fragile, emotivamente delicata e provata dalle sofferenze familiari; Bess aveva un unico svago: andare in chiesa e parlare a se stessa credendo di parlare con dio.

Bess conosce Jan. Lui è...diverso. E' straniero, è allegro, ride di lei, con lei, l'accarezza e la accudisce.
Jan ha esperienza, Bess è tabula rasa. Jan la ama. Bess lo ama.

Per Bess, Jan è Il Dono: è lui che aspettava e desiderava senza averne comprensione e per lui è disposta a stracciarsi. Fusione, capisci? Due esseri distinti, certo, ma non separati.

A vivere il senso di una colpa inesistente.
A pagare il prezzo considerandolo equo.

A dare se stessa in pasto a chiunque pur di poter soddisfare lui.

Voglio parlare di amore estremizzato, sentito fino allo spasimo, di quello che fa male.

Anche di amore malato, sì. Ma Amore.

Perchè limitare l'amore è negarsi l'unica parte della vita che valga davvero la pena d'essere vissuta.

Lo dico io, che mi rifiuto di amare.

lunedì 10 settembre 2007

Senza titolo 72




Che poi, ripensandoci.

Sono  riuscita a condividere gli ultimi cinque anni della mia vita con un uomo che non mi amava più e che poi ho smesso di amare anche io, continuando comunque a fare buon viso a cattivo gioco e fra uno scazzo e l'altro anche a riderci sopra, riuscendo peraltro a conservare una discreta sanità mentale.

Sono riuscita a superare la morte del mio gatto nero; mi ricordo ancora che il giorno che andai a prenderlo, lui così piccolo e malandato, ebbi come prima sensazione quella di amarlo follemente e come primo pensiero quello che se fosse morto prima di me non ce l'avrei fatta. E glielo dissi, a lui: se Shit dovesse morire prima di me morirei con lui. E infatti Shit è morto prima di me, e male, e io sono ancora qui. Va be'.

Riesco ogni mattina ad alzarmi *quasi* fresca come una rosa, metter su la macchina del caffe e nel frattempo sfamare i due esserini che mi fanno sentire essenziale, far la doccia truccarmi prepararmi e andare a sfiancarmi in ufficio con persone che a volte proprio non sopporto. E riesco a farlo nonostante dorma in media tre ore a notte, ma mica di filato eh! E no, in piccoli pezzi, diciamo almeno tre o quattro piccoli sonni. Sia mai che mi vizi.

Sono riuscita a sopportare il mio primo, vero abbandono, guardandolo in faccia mentre mi diceva "Mi spiace solo che non potrò vederti laureata.  Però studia, questo me lo devi promettere. Che se non lo farai verrò di notte a tirarti i piedi!"  E con un sasso in gola gli ho sorriso senza dire niente, che proprio le parole non le avevo. Ma da allora, nonostante abbia studiato, dormo con i piedi coperti anche in pieno deserto.

Riesco a sopportare l'altrui sofferenza, che sento comunque mia, e mi impegno a farla ridere mentre piange, la tratto come una bambina, la sgrido e le dico "devi mangiare, cazzo!" anche se capisco perfettamente che non puoi mangiare se oramai sei un cadavere ambulante; se piagnucolo con lei per farmi consolare al pensiero di dover fare un prelievo, un misero ago in vena quando lei ne ha addosso quattro miliardi; se sono riuscita a non bestemmiare quando mi ha detto "ti prego Monica aiutami, io non ce la faccio più, ti prego..." e io mi sono sentita una schifezza vigliacca perchè ancora non so uccidere e ho dovuto risponderle "non posso, non chiedermelo io non posso". Ma avrei potuto, e dovuto.

Riesco a sorridere al tipo che per strada mi chiede se possiamo conoscerci, e gli stampo un bel no sulla faccia; riesco a non andare a letto con il mascara; riesco ad organizzare incontri con amici, occuparmi di loro, preoccuparmi per loro, ridere con loro e anche a farmi prendere un po' in giro, che mi piace quando mi sollevano dal compito di essere troppo me stessa.

Ripensando a tutto questo, sono o non sono Wonder Woman?

sabato 8 settembre 2007

Senza titolo 71




Il presente stato di sogno


Mi lascio andare sul letto disfatto, non ho impegni da onorare nè orari da rispettare.

Ci sono io.

Ore che scorrono in momenti lunghi, pensieri da sgranare come perle, timori da vincere. Mettere in fila tutte le paure che mi si posano addosso ed esaminarle attentamente.

Le guardo in faccia, non abbasso gli occhi e non faccio finta che non esistano, tanto mi soffiano sul collo ogni volta che tento di dimenticarmi di loro.

Dimmi cosa c'è.

La fragilità, in prima fila. Quella la riconosco subito, si presenta con un sorriso e mi fa vacillare; con lei ho un rapporto intimo, è riservata e si mostra poco. E' essenza di me. Mi compone in ogni fibra  permettendomi però di non mostrarla. La conservo. In fondo ne sono gelosa.

E' lei che mi arrotola le erre prima che arrivino alle labbra, che esplode in una risata limpida e che mi sospende la parole; è lei che modula le domande e controlla le aspettative. E' lei che sa dove sia il mio personale limite oltre il quale è terra di nessuno.

Perchè qui dentro c'è una terra di nessuno. Arida, riarsa, bruciata, calpestata.

Lei che oggi ha portato  una stilla di malinconia.

Brividi lenti, quasi piacevoli, in cui ogni nervo è scoperto.

Mi guardo, mi studio, mi approvo.

Accetto di sentirne la mancanza, nel presente stato di sogno.


venerdì 7 settembre 2007

Senza titolo 70



♦sottotraccia♦


C'è il valore del silenzio.

A volte le parole possono essere non dette, anche quando sembrano necessarie.

Elaborate dall'impellenza scelgo comunque di conservarle.


♦in un bacio♦



[ . mischio fra le labbra ingredienti magici .  elementi che non posso dire . ]
[ . tutto il necessario e anche un po' di futile . ]








mercoledì 5 settembre 2007

Senza titolo 69



rubarsi un attimo


Raccolgo me stessa in un abbraccio morbido.

Parole frizzanti mi circondano ancora, le labbra si distendono, gli occhi si socchiudono.

Pensieri freschi e delicati.

Risate che si spandono come l'aroma di pane fragrante.

Sensazioni tenere unite da un filo sottile che un'azione distratta potrebbe rompere; faccio attenzione, con naturalezza, come se camminassi su una lastra di ghiaccio.

Fisso ipotetici punti fermi, così fermi che si spostano ogni volta  che distolgo lo sguardo; come se non volessero sparire dal mio campo visivo si ripropongono agli occhi.

E ai sensi. Soprattutto.

E' tutto come se.

Come se.

Come. Se.


[non si può sempre perdere per cui giochiamoci . certe luci non puoi spegnerle]






lunedì 3 settembre 2007

Senza titolo 68



E mi sento così: altalenante.


Dondolo fra quello che dovrei e quello che vorrei.




Desiderio e Timore


Voglia e Mancanza


Paura e Insoddisfazione



Silenzio e Coraggio


Immagini e Emozioni


Luci e Vuoto



Parole e Parole




sabato 1 settembre 2007

Senza titolo 67


more than words  [thinking about you]


Settembre.

Ti aspettavo, sai. Sei la fine di un'estate trascinata a stento, calda e appiccicosa; la fine di un periodo senza scosse, calma piatta, attesa snervante e assenza di stimoli.

Sei la fine di giorni lunghi passati ad aspettare il buio, di silenzi vuoti, di malinconie inesatte.

Di mancanza di ansia buona, quella che ti straccia il respiro.

Sei il preludio della pioggia.

Illudi con un surrogato di  sole coloro che solo al calore si sentono vivi, che come lucertole si spalmano sotto i raggi che fai filtrare da quella sensuale coltre di nubi leggere; illudi, perchè prometti altre luci.

Il viola e il blu del temporale.
Passare la notte a sentire il colore dei fulmini.

Mi regali un cielo velato, ansia e malinconia, mi fai socchiudere gli occhi a nascondere i sorrisi che vorrei regalarti, mi fai sentire fragile e inadeguata, una girandola di sensazioni.

Allerti i miei sensi e mi lasci sospesa.


Ti vedo, ti sento passarmi addosso nella penombra di un'alba che mi trova sveglia, a sentire sulla pelle un vento sottile che mi fa venire i brividi, raccolgo pensieri e lenzuola in bocca, lascio che arrivi, lascio che  faccia, io sono qui.