domenica 30 gennaio 2011

Senza titolo 418



heart attack

 




e così ancora granelli di tempo mi scivolano fra le dita
e fastidiosi attimi in forma di gocce si fanno strada fino ai gomiti
e pietrine si infilano negli stivali chissà come
e parole tanto urlate quanto inutili si affastellano intorno

nel mio silenzio si inseriscono silenzi altri

la notte, per addormentarmi, torno indietro di qualche anno
come un film visto come piace a me, a rate

penso a te, che sei stato la vera svolta sentimentale
al freddo e ai passi lenti
alle visioni notturne e alle tante e mai troppe parole condivise
al tuo essere inconcludente
e disordinato
e bello di una bellezza straordinaria

penso a te con amore pur senza amarti
forse penso a te come amore, e basta

fra te e il disgusto c'è stato qualcosa in mezzo, ma roba che ricordo con sarcasmo
roba e sarcasmo, due cose che non ci piacciono
a noi

e mentre cerco di annoiarmi quanto basta per lasciare spazio al sonno
tu continui ad invadermi
così, senza far male, senza dare fastidio

ti inserisci anche lì, in quella storia che ti ho raccontato arrossendo
la prima che ti raccontavo, la prima volta che ti dicevo che c'era qualcosa, oltre te

e in fondo la miglioravi
perché il tuo disprezzo si univa al mio rendendolo docile
ammorbidendone la trama
sciogliendone i nodi
allontanandola
frammentandola


e così mi addormento
fra letti disfatti e tetti verdi e abbracci stretti
lasciandoti altrove
senza dolore
senza
 



 

sabato 15 gennaio 2011

Senza titolo 417



di cosa parliamo quando parliamo d'amore


 



...l'amore fisico, quell'impulso che vi spinge verso qualcuno di speciale, e anche l'amore per l'essere dell'altro o dell'altra, per la sua essenza, per così dire.
l'amore carnale e be', chiamiamolo pure con il suo nome, l'amore sentimentale, la cura e l'affetto quotidiano per l'altra persona.
ma a volte ho grosse difficoltà a fare i conti con il fatto che devo avere amato...




è un passaggio tratto da un libro di raymond carver.

ci ho riflettutto un solo secondo passando dalle parole de la canzone dell'amore perduto, appena sentita, e la connessione con questo libro è stata logica.


ogni volta che smetto di amare mi dimentico di avere amato.
di averne la capacità, la forza e soprattutto la voglia.
io non so cosa sia l'amore, se non amo.
quindi non ho mai amato.
un sillogismo semplice semplice, magari un po' forzato lo ammetto, ma tant'è.

facendo proprio un sacrificio -inutile- di memoria, credo che risalga a due anni fa l'ultima volta che ho sentito un dolore lieve, un fastidio sottile, il mal di vivere che induce l'amore.

ero impreparata, forse anche un po' stanca.

ci vuole un corso di preparazione, training autogeno, palestra e fiato, tanto fiato.
fino a che ci si rende conto di quanto sia tempo sprecato.
fino a quando ci si accorge di quanto il distacco sia la vera forza.

ora puoi arare e concimare quanto vuoi, nemico: qui non è terreno fertile.



vorrei dirti, ora, le stesse cose
ma come fan presto, amore,
ad appassire le rose
così per noi.


 

mercoledì 12 gennaio 2011

Senza titolo 416




on the road



 



c'è che, nonostante il silenzio che ultimamente è la mia cifra principale, io vedo, guardo e sento.

la mia attenzione è attratta dalla gente, da quella che incontro per strada e da chi invece per strada ci vive e non certo per scelta.

guardo la mia città divisa in due dalla paura.

i lavoratori della fiat e dell'indotto -che sono decisamente molti, molti più dei dipendenti di mirafiori- sono terrorizzati dal cappio che pende sopra la loro testa, pronto a tendersi e a strozzarli.

sono per strada e parlano, urlano, piangono; oppure ostentano tranquillità, fiducia, sopraffatti da una sorta di sindrome di stendhal verso un uomo che vorrebbe portare una ventata di modernità che accompagni con cura i lavoratori verso il passato, quello in cui esisteva il padrone.

che termine desueto, né? il padrone. eppure.

c'è chi in strada muore. bambini, barboni, tossici.
ché oggi si muore di fame, di stenti, di freddo.
si muore di indifferenza.

si muore anche sotto un treno.
paolo ha scelto di fare così: dicono le telecamere della stazione che, prima di fare il salto contro il treno merci di passaggio, abbia fatto due telefonate che dai gesti parevano concitate.
poi ha rimesso il telefono in tasca, ha tirato su il cappuccio del giubbotto, si è girato e via.
non ne è rimasto niente.
solo il video.
intorno disperazione, dentro tutti, dentro ciascuno di noi che lo conoscevamo ma anche dentro ogni persona che sappia cosa sia il tormento.


la notizia di paolo mi è stata data mentre passeggiavo incantata fra le vie di praga.
così, scendendo dal castello verso via neruda, paolo si è disperso in me.
e io mi sono persa per praga, con il pensiero di lui dentro e gli occhi pieni di bellezza e disperazione.


praga, la bellezza.
il contrasto.
l'occupazione.
il regime.
la polizia segreta.
la censura.
la rivoluzione.
la liberazione.
e ancora la bellezza.