il rispetto
Mario Monicelli ieri ha deciso, per l'ultima volta.
Ha scelto, per quanto poteva e voleva, la sua vita e ha scelto il momento della sua morte.
Ha atteso che gli dicessero come sarebbe stata la sua esistenza da quel momento in poi, un'esistenza già provata da una malattia che non dà scampo né scelta se non quella di attendere la fine con dolore o, molto più semplicemente, di non soffrire oltre.
Ha ringraziato il medico, ha salutato, è rientrato nella sua stanza.
Il tempo di aprire la finestra senza pensare senza pensare senza pensare giù.
L'ultima volta che ho avuto modo di ascoltarlo ha detto: è ora di fare la rivoluzione.
Lui l'ha fatta, per se stesso.
Il rispetto per una vita che non è più vita è avere la possibilità di scegliere senza essere costretti a buttarsi da una finestra.
E' non costringere una madre a chiedere alla propria figlia: ti prego aiutami, tu lo puoi fare.
Non costringerla a sentire un diniego strozzato in gola, affogato dal pianto e dalla rabbia per la mancanza di coraggio.
E' permettere all'uomo di conservare la dimensione umana che consiste, innanzi tutto, nel non dovere avere necessità di assistenza anche per compiere gli atti più intimi.
Il rispetto è permettere ad ogni persona di continuare ad essere tale, con dignità.
O, in alternativa, di smettere di sopravvivere.
non mi sento di esprimere nessun parere... nessuna opinione
RispondiEliminasarebbe comunque condizionata dall'esperienza di una vita più o meno sana.
Ed invece la vita sempre sana non è
ma è pur sempre vita
così come le scelte consapevoli prese con dignità
infatti nessuna opinione deve essere espressa -né a favore né contro- su una scelta individuale.
RispondiEliminala discussione va fatta, eventualmente, sul possesso che ciascuno di noi deve necessariamente avere sulla propria vita.
"io sono mia" rimanda inevitabilmente alle prime lotte femministe, ma oggi l'espressione si può usare nei confronti di tutti coloro che vorrebbero imporre cure, terapie, inutili accanimenti verso un essere umano che rischia di non essere più in grado di esprimere opinioni.
niente da dire sui movimenti pro-life: stante il fatto che ritengo che ciascuno debba essere in grado di decidere, sicuramente non interromperei le cure a coloro che scelgano di stare in vita, non ostante tutto.
nello stesso modo pretendo che venga rispettato il diritto di coloro che fanno una scelta contraria.
E' così chiaro e di buon senso quello che dici.
RispondiEliminaCome si può riconoscere a ciascuno il diritto di decidere COME vuole vivere la propria vita e negargli invece quello di decidere prima di tutto SE vuole viverla ? Monicelli si è buttato dal balcone prima di finire immobilizzato in un letto e privato di questo diritto.
Mi chiedo anche che Paese sia diventato quello in cui viene etichettato in chiave politica anche uno che si butta dal balcone. Ma questo è un altro discorso.
Ciao.
L'ipocrisia vera sta nel fatto che arrivati al "dunque" senza speranza, c'è sempre l'infermiera che ti prende da parte e che ti rivela l'innominabile, cioè che ci penseranno loro e sarà senza soffrire.
RispondiEliminaTutti lo sanno, e come al solito, tutti fanno finta di niente.
melogrande, mi spavento un po' se mi si definisce "di buon senso".
RispondiEliminasembra una cosa legata alla senilità.
ci rido sopra :)
grazie.
hellstrom, ho paura che la tua congettura non sia applicabile a tutti i casi, per mia esperienza neanche alla maggior parte di questi.
che poi ci sia ipocrisia è fatto noto.
vorrei chiedere a coloro che sbandierano etica religiosa e quindi incrollabile fede quando una vita finisca: se quando il loro dio decida o quando lo decidano le macchine.
ma, tutto sommato, della risposta di costoro me ne strafotto.
Bello, condivisibile contributo, all'insegna del rispetto delle determinazioni altrui, che un cattolicesimo d'accatto, evoluzione cancerogena del cristianesimo, tenta di barattare la sofferenza come necessità dell'uomo, in barba alla libertà e al libero arbitrio.
RispondiEliminaConoscevo Monicelli e specie negli ultimi tempi, mi sono sempre chiesto cosa avesse fatto in presenza dell'irreparabile, e la risposta la trovavo nel suo percorso artistico, solo ora credo lo si potrà rileggere per quella profondità che l'apparente sarcasmo e cinismo celava.
grazie lightofyoureyes per questo tuo civile spunto