low light
non so tu, ma io della guerra ho una paura fottuta.
ci penso da sempre, ogni volta che ne leggo la storia, ogni volta che ne sento raccontare, tutte le volte che vedo immagini e filmati di esplosioni, colonne di fumo, gente che piange o che scappa disperata.
non riesco a comprendere e neanche ad accettare chi la guerra -venendo da un territorio teoricamente in pace- sceglie di farla mimetizzandola non solo con abbigliamenti o trucchi ma con la parola pace.
tanto meno comprendo chi abbia bisogno di reiterarla con la fantasia, e mi riferisco a quei coglioni che addirittura pagano per partecipare alla cosiddetta guerra simulata.
lo chiamano sport. come la caccia: sport.
sparatevi più spesso, o sportivi.
le notizie attuali certo non mi consolano: la Corea del nord attacca la Corea del sud. paesi che affamano il popolo -e non è una figura retorica, hanno fame davvero- che hanno eserciti fatti da centinaia di migliaia di persone armate di tutto punto, che marciano come burattini dinanzi al governo supremo tronfio e soddisfatto dallo spettacolo.
c'è la Palestina, o meglio c'era. adesso c'è un popolo costretto a rifugiarsi nelle montagne dal cemento che avanza, dal filo spinato e da un esercito che d'imperio stabilisce confini sempre troppo mobili per essere veri.
ci sono tutte le altre guerre alle quali questo Stato che abito partecipa mettendosi in tasca l'articolo della Costituzione che dice di ripudiarla, la guerra.
ci sono le fabbriche di armi, fra le poche che ancora tirano.
ci sono le fabbriche di soldati, le scuole per i soldati, l'onore ai soldati.
c'è lo scontento, lo squilibrio, l'insoddisfazione.
ecco, di queste cose ho paura.
non su tu, ma io ne ho paura.
io sì.
RispondiEliminae non le concepisco proprio.
B.
pure io, di molto.
RispondiEliminama la guerra fa parte delle brutte bestie che siamo e se non ci fossero le fabbriche, lo farebbero a sassate.
fidati.