martedì 13 luglio 2010

Senza titolo 399





return to the past


 



io non ho mai lavorato in fabbrica

vivo in una città che per anni è stata identificata con la struttura industriale più grande d'italia -e non a torto, fino a qualche anno fa- e da questa idea comune ha avuto più difficoltà che onori.
ancora c'è chi è convinto che torino sia una città grigia e connotata da agglomerati industriali, fatta di persone chine e introverse, ignorando spesso con presupponente spocchia la storia della città, la presenza di castelli e di parchi, la bellezza del barocco e la particolarità dei suoi corsi, tanto per elencare qualche particolare.

eppure non si può non accettare il fatto che qui ci sia -anche- la fiat.

non ho mai lavorato in fabbrica né ci sono mai entrata, in una fabbrica attiva.
l'unica catena che abbia mai visto è stata quella di una vecchia fabbrica tessile di san maurizio canavese, peraltro bellissima con i suoi filatoi e telai e torcitori e navette di legno, e i soffitti altissimi con le travature a vista.

non sono mai stata in fabbrica ma sento il fiato della fiat ovunque.

lo stabilimento di mirafiori è grande come una piccola città. non sembra vera, ci si rende conto della sua enormità solo guardandola dall'alto. non c'è un ingresso, ce ne sono tanti. e non si chiamano ingressi, si chiamano cancelli.

la direzione  è qui ad un passo da casa mia, così come la rampa elicoidale che porta alla pista sopraelevata.
la mia azienda era permeata dalla presenza della fiat, prima dell'avvento dei cavalieri bianchi.

cosa rimane di questa pseudo potenza economica che come una piovra si è sparsa per l'italia e nel mondo cogliendo qui e lì le opportunità migliori per acquisire contributi, ovvero soldi, soldi nostri, soldi di tutti, soldi anche degli operai ed impiegati che ci lavorano?

rimane un accordo vergognoso.
un vigliacco compromesso che ha il sapore del ricatto al quale -gioco forza- troppi lavoratori dovranno dire sì.
e, per far vedere subito chi sia il padrone -da le bele braghe bianche- licenzia oggi un sindacalista fiom con l'accusa di aver "indebitamente utilizzato l'email aziendale".

fischia il vento...


 

9 commenti:

  1. ...e soffia la bufera.
    Oggi, dopo un'ora di straordinario (che in fabbrica vuol dire 60 minuti in più a 42°C, se va bene), uno dei "piani alti" ha detto che i Sindacati Italiani sono scemi.
    In Germania hanno detto: "O ci riduciamo lo stipendio, o non si lavora".
    Bene, giusto. Comincia tu, gli ho detto, che io a 1100€ al mese, chissaà perchè, non ce la faccio.
    Credo sia possibile una altra strada: l'accordo dell Fiat su Pomigliano è un pericoloso precedente.
    Molto pericoloso.
    Bisogna crescere, lavoratori ed imprenditori.
    Lavoratori per primi, anche se cade sempre su Noi questa Italica voglia di cambiare che non è reale.
    Dan (the Bruto)

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  2. vedi, anche qui da noi è successo che i lavoratori si diminuissero lo stipendio pur di conservare il posto di lavoro: è successo in Fondiaria (prima che la acquisisse SAI), dopo quanto era successo in quegli anni l'azienda stava praticamente chiudendo.
    e allora lavoravano 8 ore pagati per 6, e non è facile per nessuno.

    La Fondiaria esiste ancora, i lavoratori pure, tutti.

    questo non significa che debba essere una strada percorribile se non come extrema ratio.

    l'accordo di pomigliano è vergognoso, un ricatto (dimostrato anche dal silenzio di Fiat dopo il mancato ottenimento del "plebiscito"...neanche fosse il papa!).

    e fiom è stata abbandonata anche da cgil e dal partito che in teoria ne è referente, viste le dichiarazioni.

    e questa è stata un'altra vergogna.

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  3. Buona Domenica.
    La "FIOM", all'interno della "CGIL", è sempre stata orientata molto più a Sinistra dei vertici del Sindacato: questo ha fatto sì che l'organizzazione dei Metalmeccanici fosse guardata, spesso, con fastidio.
    Nessuno si illuda che la "CGIL" non voglia far parte di coloro che contano: magari senza vendersi evidentemente come altri, ma lo vuole.
    Nel 2008, a Roma, al Congresso Nazionale, l'intervento di Epifani finì con un abbraccio a Rinaldini, a sancire una sorta di visone comune sui problemi della crisi.
    Io non ci creduto neanche per un minuto e i fatti sono qui a confermarlo.
    I lavoratori, e te lo dice un Metalmeccanico, non ci credono più, ai Sindacati.
    Hanno torto?
    Mica del tutto.
    Dan

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  4. Il problema è tutto nella delega: appena si delega un pò di potere stiamo pur certi che chi ha avuto quella delega farà di tutto per non lasciarsi scappare questa parte di potere... i sindacati concertativi dimostrano bene questo. Normale che i lavoratori non credano più nei sindacati; peccato che esistono dei sindacati di base che continuano a fare del sindacalismo vero, che praticano il conflitto e non la concertazione col padrone (uso ancora questa parola perchè si è fatto solo un make up al sistema - economico - che è rimasto lo stesso)... I lavoratori dovrebbero iniziare a strappare le tessere di questi sindacati concertativi che ci hanno tragettato buoni buoni con tante promesse in questo casino, quasi come scafisti partiti dalla libia con un carico di carne umana - questo siamo per loro ma anche la garanzia del consolidamento del loro potere. Cosa aspetta la FIOM a uscire dalla CGIL e confluire nel progetto della USB - Unione Sindacati di Base? Si tratta di coerenza, cazzo! 
    Sul ricatto che dire? Le cose hanno sempre funzionato così, purtroppo. Così, invece d'esser l'imprenditore ad assumersi il rischio (come dovrebbe essere) qui da noi i padroni della Fiat si assumono solo i guadagni - un buon imprenditore avrebbe già riconvertito la fiat su altre produzioni ma visto che gli operai sono merce di scambio perchè non usarli fino in fondo e pararsi il culo coi soldi di tutti senza ricorvertire nulla - insomma i vertici Fiat non fanno che galleggiare... come stronzi:)
    Saluti libertari
    Libero Neri

    PS Light... interessanti le cose che dici... Torino non è solo fiat, grigiore, capo chino e cazzi miei... guardiamo quello che sta succendento in questi giorni al CIE - la solidarietà che arriva a questi ragazzi rinchiusi ne è un bell'esempio.
    Tornerò a leggere i tuoi post
    Ciao
    Libero

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  5. libero, a parte la terminologia che considero desueta (parlare del padrone in quanto tale mi ripugna, sebbene non possa contrastare quanto hai detto) concordo con te: la FIOM dovrebbe uscire dalla cgil.
    e senza la FIOM della cgil cosa resterebbe?
    bah.

    (guarda caso anche io faccio parte di un sindacato autonomo, non confederale. questione di scelte, no?)


    dan tu generalizzi. fare di tutti i sindacati un fascio (e va' come ci sta bene il termine!) è proprio ciò che cerco di contrastare quando parlo con i colleghi.
    fare un po' di sforzo per scendere nel dettaglio di ciascuna attività sindacale permette di fare la scelta migliore, almeno ipoteticamente.
    comunque sì: i lavoratori ai sindacati credono sempre meno.

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  6. i sindacati....

    sono l'anima delle contraddizioni...

    si dovrebbe credere nell'ideale che sta dietro all'attività sindacale, e per quello lottare, e per quello ritrovare la forza di reagire, di mettere sopra il sindacato stesso se necessario...
    si dovrebbe tornare a lottare per un ideali pulito, per un bisogno di uguaglianza per istinto di solidarietà, per amore della giustizia e per aiutare i lavoratori tutti a ritrovare la consapevolezza del valore che hanno anche le loro azioni, e le loro indecisioni, e la loro immobilità...
    si dovrebbe insegnare loro che è vero, il sindacato così come'è non è un granchè, ma che lo si può cambiare in nome dell'ideale da cui è nato, in nome dell'ideale a cui dovrebbe tendere.

    ma certo per farlo, molte coscienze sopite dovrebbero svegliarsi, molte anime pigre dovrebbero muoversi, molti uomini dovrebbero rinunciare alle loro comodità e alle loro ricchezze, molti altri dovrebbero mettere in discussione tutto il loro passato...

    e forse è chiedere troppo a questo piccolo essere umano, chissà..

    e non è generalizzare, non stò mettendo tutti coloro che fanno sindacato sotto un unico marchio (ci sindacalisti che ci credono, che lottano ogni giorno per quello in cui credono e che sono costretti a sbattere contro muri troppo alti volte, perchè sono soli...)
    sto solo dicendo che nel sindacato, c'è molto, moltissimo da cambiare, come c'è molto moltissimo da cambiare nella testa dei lavoratori, della gente comune...

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  7. concordo con la tua analisi. pur non conoscendo torino, l'accordo fatto è vergognoso e schiavista. un piatto di chiodi da ingoiare e pure in fretta... fischia il vento, sì...

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  8. vi e' una sorta di eredita',vi e' un tag che non si cancellera' mai.

    tuttavia,io credo che -per quanto non affine al mio modus vivendi-l'underground torinese vi sia,che abbia,dunque,una validita' esistentiva,estetica,antropologica.

    la fiat e' un lascito che determina il sottobosco controculturale di quel luogo.

    l'esperienza estetica-estatica-autodistruttiv-a-pocalittic-a-dolescenzialmente-urbana sara' sempre in me.
    ma anche :
    quel senso lassista di indotto pragmatismo,
    quella sfuggevolezza negli andamenti obliqui dei passanti,in inverno

    quello sciogliersi mediante l'alcol e la notte

    quel freddo

    quelle albe su un tram dall'aspetto metropolitano e lisergico.


    ebbene si.

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