revenge is a dish best served cold
è quel senso di assoluto privato ciò di cui sentivo la mancanza.
il bisogno di costruire un altro castello in cui perdermi e affogare e risvegliarmi da sola senza il peso impalpabile dato dall'assenza di qualcosa o di qualcuno o di.
ché qui ci sono io.
che non mi basto, no, e neanche mi accontento. piuttosto, mi comincio.
la mia nuova casa non conosce niente, è una bambina.
non ha avuto amori
non ha avuto cazzate
non ha avuto bugie
non ha avuto dolore né tristezza
la mia nuova casa è un foglio bianco, è innocente
è limpida e languida, si lascia sfiorare senza scostarsi, si fa guardare e si riempie ogni attimo di più.
ha cassetti che esplodono, immagini che si arrampicano sulle pareti viola, silenzi interrotti da sospiri.
è mia.
aggiungerei il video in cui the bride, nella chiesetta affiancata dai due pini, viene raggiunta da bill e dalla deadly vipers assassination squad.
all'apice del mio masochismo, dice bill mentre le spara.
fottiti, pensa sicuramente lei.
e poi come è andata si sa.
ché le cose, a volte, basta volerle davvero.
domo arigato

hai ragione, le cose basta volerle!
RispondiEliminaNotevole foto per un interessante post.
RispondiEliminaMolto buone le sensazioni che il nuovo genera, ma assolutamente genuine.
2006 di fine marzo quando salii quelle scale e lei mi accolse di un luminoso che mi commosse. Era mia, ero sua, resterà mia perchè io e CASA MIA ci apparteniamo.
RispondiEliminaquando l'ho vista per la prima volta, questa mia casa, era dicembre.
RispondiEliminauna splendida giornata fredda e bianchissima.
l'ho sentita mia subito, nonostante il mio sempre dichiarato amore per l'altra.
e sì, è mia.
si chiude una porta, se ne apre un altra e così la nostra vita si rinnova
RispondiEliminaa volte i luoghi comuni mi divertono.
RispondiEliminail tuo, qui e ora, apostolo, mi ha fatto sorridere.
ciao.