ché poi mi domando come si inneschi il meccanismo della trasparenza, quello che permette a qualcuno {uno} di vedere attraverso e sotto e oltre. di percepire anche un solo frammento nudo.
nudo.
ché sentendosi scoperto trema e freme, e io quel tremore e quel fremito me lo sento addosso.
lo vedo fare gimcane fra i pori , slalom fra un brivido e l'altro, saltare come da un trampolino fra un pensiero e l'altro, confondersi e disperdersi e riprendersi.
sottile.
ché è come un dolore lieve, un colpo mancato al cuore, un respiro interrotto. come una risata che piega in due, una paura improvvisa, come posare la mano sulla cenere non sapendo delle braci accese, sotto.
e lascio scorrere il dito sulla lama aspettando di vedere una stilla di sangue, anche una sola, per avere la certezza di averne ancora. come se anche la vista dovesse avere la sua soddisfazione, come se non mi bastasse sentirlo correre e mischiarsi.
e mi fa girare la testa. un capogiro un mancamento una mancanza. uno stiletto fra le scapole. la fame e la sete. la voglia senza necessità. il desiderio senza bisogno. silenzi da riempire di sensi. sensi pieni di parole. parole come mani addosso.
così.