⇔come infatti attraverso uno specchio ci si può osservare con cura punto per punto, lo stesso modo il medico deve conoscere l'uomo con precisione, ricavando la propria scienza dallo specchio dei quattro elementi e rappresentandosi il microcosmo nella sua interezza [...] l'uomo è dunque un'immagine in uno specchio, un riflesso dei quattro elementi e la scomparsa dei quattro elementi comporta la scomparsa dell'uomo. Ora, il riflesso di ciò che è esterno si fissa nello specchio e permette l'esistenza dell'immagine interiore: la filosofia quindi non è che scienza e sapere totale circa le cose che conferiscono allo specchio la sua luce. Come in uno specchio nessuno può conoscere la propria natura e penetrare ciò che egli è (poiché egli è nello specchio nient'altro che una morta immagine), così l'uomo non è nulla in sé stesso e non contiene in sé nient'altro che ciò che gli deriva dalla conoscenza esteriore e di cui egli è l'immagine nello specchio.⇔
Così diceva Paracelso. Cazzo, era svizzero!
Oggi mi piace pensare a queste parole. Dev'essere che sono le tre di notte e non accenno ad aver sonno.
Gli specchi, le immagini riflesse, il segreto di quel che c'è dentro e oltre quel che si vede. Mi piace.
E mi piace pensare alla magia. Sprecata a volte, trattenuta altre. Rilasciata sempre.
Parlavo di questo poche ore fa con una persona nuova. Nuova per me.
Strana e improvvisa l'empatia.
Si parlava di stati d'animo e di rabbia e di magia; anzi, si accennava a tutto questo. Vorrei ci fosse il tempo per riparlarne, o parlare d'altro. Febbre permettendo.
E ripenso alla chimica, ai quattro elementi, ai sali. E alla bellezza.
(e chissà se poi tutti questi pensieri mi faranno sognare di cadere ancora e ancora)
Così diceva Paracelso. Cazzo, era svizzero!
Oggi mi piace pensare a queste parole. Dev'essere che sono le tre di notte e non accenno ad aver sonno.
Gli specchi, le immagini riflesse, il segreto di quel che c'è dentro e oltre quel che si vede. Mi piace.
E mi piace pensare alla magia. Sprecata a volte, trattenuta altre. Rilasciata sempre.
Parlavo di questo poche ore fa con una persona nuova. Nuova per me.
Strana e improvvisa l'empatia.
Si parlava di stati d'animo e di rabbia e di magia; anzi, si accennava a tutto questo. Vorrei ci fosse il tempo per riparlarne, o parlare d'altro. Febbre permettendo.
E ripenso alla chimica, ai quattro elementi, ai sali. E alla bellezza.
(e chissà se poi tutti questi pensieri mi faranno sognare di cadere ancora e ancora)
"Così l'uomo non è nulla in se stesso e non contiene in sé nient'altro.. ."
RispondiEliminaDopodiché, per ben due ore, hai parlato con me della tua vescica continente e pervia.
Ora mi è tutto chiaro, sì.
Tutta invidia la tua, stratidanimo.
RispondiEliminaFattela regalare per natale, no?
http://liquidi.splinder.com/post/17259887
RispondiEliminauuuu. che empatia si. buongiorno donna.
p.s. quei lucidalabbra londinesi li voglio :)
La mia risposta è da te, miaperfidia.
RispondiEliminaPer quanto riguarda i london's gloss sarà per la prossima volta che andrò a trovare mia sorella.
Nel frattempo io vado in giro con le labbra glitterate, ecco :)
Tu sai che odio gli psecchi.
RispondiEliminaNon dormo e ne ho uno di due metri in camera.
Dev'essere che quando mi alzo di notte mi vedo e prendo paura.
Come darmi torto?
Daniele
Paracelso va bene solo con lo stordimento che dà quell'ora notturna :)
RispondiEliminaDaniele
RispondiEliminaNon lo sapevo ma ne prendo atto.
Io invece con gli specchi ci gioco.
Si vede, no?
Simonedejenet
Paracelso, a dire il vero, va bene a qualunque ora.
Poi certo, si potrebbe dire che io sia sempre stordita ma...non sarebbe vero:)
sono così narcisista che senza specchi
RispondiEliminadavvero avrei qualche problema.
pi esse [anche questa già vista,
la foto..:P]
Impressionante la playlist, impressionante.
RispondiEliminaToxicity a palla, gli armeni maledetti che saturano l'ufficio, un muro di suono solido.
Teste che si girano, sguardi di riprovazione velata, le mani dietro la nuca, lo sguardo al soffitto.
Secoli fa, sotto al palco nella calca rovente.
Gli specchi rimbalzano male alle tre del mattino, esistono strade parallele, porte da non aprire.
E' l'ora della sentinella, sempre quella.
Bello spazio, bel nero.
Ci si rivede.
ll bello è che quegli stessi specchi, alla medesima ora di un'altra notte, rimandano immagine in totale dissonanza con quella percepita il giorno in cui ho scritto.
RispondiEliminaStrade parallele, appunto.
E le porte si aprono anche in piena notte se a domandare d'entrare è la voce giusta.