Vieni qui, accanto a me.
Ti faccio posto in questo silenzio urlato se mi prometti di essere quello che so.
Perché - che ti piaccia o meno - io so chi sei.
Perché sono intuitiva, e questo lo hai capito subito.
Perché ho i sensi in overclock e tu lo sai.
Non fare finta di non capire. Non pensare di fraintendere.
Vieni qui, accanto a me.
Ti offro una passeggiata sul baratro.
Su questo limite invisibile sul quale regolarmente passeggio in equilibrio precario.
Ti disegno nell'aria e ti soffio addosso fino a confondere le tue fattezze.
Ti lascio riconoscere. Così, sfatto. Scompigliato.
Attonito.
Vieni qui, accanto a me.
Che ho da darti parole pleonastiche e mai vuote.
Reiterate in concetti mai triti.
Ti permetto di ascoltarle ancora e ancora fino a gonfiare il tuo ego.
Perché so che quel che vuoi io non ce l'ho. O forse ne ho troppo.
E so che tu non avrai mai quel che voglio io. O forse lo hai altrove.
Ma non dimenticare mai. Qui, fuori di qui, in sintesi e in analisi.
Non dimenticare mai che io so chi sei, e tu lo sai.
E mi piaci per quel che sei e non per quello che mi dai.
E ora confondimi.
Ti faccio posto in questo silenzio urlato se mi prometti di essere quello che so.
Perché - che ti piaccia o meno - io so chi sei.
Perché sono intuitiva, e questo lo hai capito subito.
Perché ho i sensi in overclock e tu lo sai.
Non fare finta di non capire. Non pensare di fraintendere.
Vieni qui, accanto a me.
Ti offro una passeggiata sul baratro.
Su questo limite invisibile sul quale regolarmente passeggio in equilibrio precario.
Ti disegno nell'aria e ti soffio addosso fino a confondere le tue fattezze.
Ti lascio riconoscere. Così, sfatto. Scompigliato.
Attonito.
Vieni qui, accanto a me.
Che ho da darti parole pleonastiche e mai vuote.
Reiterate in concetti mai triti.
Ti permetto di ascoltarle ancora e ancora fino a gonfiare il tuo ego.
Perché so che quel che vuoi io non ce l'ho. O forse ne ho troppo.
E so che tu non avrai mai quel che voglio io. O forse lo hai altrove.
Ma non dimenticare mai. Qui, fuori di qui, in sintesi e in analisi.
Non dimenticare mai che io so chi sei, e tu lo sai.
E mi piaci per quel che sei e non per quello che mi dai.
E ora confondimi.
Bellissima immagine, deliziosa icona, descritta da innumerevoli ossimori che solo sul limite della faglia della vita, come sul bordo di un canyon al tramonto, porta nei tuoi occhi le più alte luci e le più cupe ombre descrivendo tutte le tonalità della vita!
RispondiEliminaUn Abbraccio!
Riccardo
immagine confusa ... in sintonia con il testo!
RispondiEliminagià.
RispondiEliminaUnaccountlibero
RispondiEliminaL'immagine è fantastica, rubata con gli occhi e uno scatto a David LaChapelle.
E ombre e luci che mi circondano.
Sempre.
Riley
Io sono sempre consciamente confusa.
Che so che quello che voglio e un attimo dopo so che voglio di più.
Binjip
Mh.
quando il naufragare e' dolce.
RispondiEliminail confonderti non ci sta.
RispondiEliminae mi piace leggere questa presa di posizione.
mi piace leggere la tua decisione di decidere e di non lasciarti alla fine decidere.
Bibi
BibiBibi
RispondiEliminaconfondimi, è la sfida.
prova a mischiarmi, se ci riesci.
che sì io sono fragile. ma sono.
ti abbraccio. e ti scrivo.
Mat
guarda che io ci metto un attimo a viziarmi.
smettila di trattarmi così :-)
Un mio caro amico dice che preferisce leggerti in silenzio... io a volte ti leggo così, esattamente come lui... altre volte ti parlo... perché spesso tu parli a me.
RispondiEliminalo fai parlando di te stessa e a volte mi ci riconosco e la cosa mi piace, altre volte mi ci vorrei riconoscere, anche quando capisco che non è possibile... altre ancora mi piace semplicemente quello che dici, il modo in cui lo fai e la capacità che hai di essere chiara e diretta anche quando sembri "confusa".
Grazie per ieri sera... ti bacio!
Mi dà i brividi questo post! Sembra di stare sul limitare del mondo, del conoscibile, del possibile, del comprensibile. Certo, se hai in sovrabbondanza è qualcosa che temi e, facendo uno slalom tra ossimori, metafore, paralogismi e sofismi,chiedi se qualcuno abbia altrove ciò che temi e da cui ti senti appellare. Tu che dici? se sei in overclock, dovresti percepirlo. La mescola di cui sei fatta è polvere di sogno,in cui vedi e scomponi, frammenti e ricomponi passato e presente e realtà di cui intessi i giorni tuoi che prendono le mosse da ipnotiche vibrazioni rivissute nell'arte e nella vita, sentita a sua volta come arte, suono, musica e colore. Sembri una futurista barocca, un mix che sta per esplodermi tra le mani in frammenti e pulviscolo di emozioni sottili, un amore strano,quello racchiuso nella primigenia monade che precedette il big bang....C'era tutto lì, e dunque, nell'atto creativo amore non si misura come clonazione creativa su alcun sinallagma di un dare-avere impossibile,perchè se ne inficerebbe appunto l'originarietà. C'è da cadere in ginocchio, in laica preghiera. E' bello, sconvolgente,come il balbettare della quotidianità davanti all' immenso....che scompagina e fa squadernare chi pure squaderna e si fa squadernare...on ne badine pas avec l'amour....
RispondiEliminaCiò che colpisce è l'ostentazione reiterata di quel "so chi sei". Certezza (presunzione) priva di fondamenti. Chè di dubbi siam fatti. Chè di varie anime ci componiamo. Ed è certo (almeno questo) che non le esploreremo nè conosceremo mai tutte. Non ne avremo tempo...
RispondiEliminaMerry
RispondiEliminaIl tuo caro amico mi ha detto di questo suo fare nei miei confronti, senza spiegarmene il motivo.
Quando vorrà parlarmi io ci sarò.
Amoergosum
Io non temo, sai? Non temo e affronto anche quel che non conosco.
Limitando quest'affermazione - ovviamente - al solo argomento da me trattato in questo capitolo, che in fondo solo io comprendo appieno.
Oumlkaltum
Stabilito il fatto che io sia presuntuosa - l'ho sempre detto, e non trovo sia esattamente un difetto - rimane il fatto che abbia parlato di quel che conosco e che tu non ne abbia invece la minima idea.
Presunzione, quindi.
E non intendo conoscere tutto, ma almeno tutto quello di cui parlo.
infatti. vedi? ho almeno una qualità. la presunzione.
RispondiEliminanon volevo dire, ovviamente, nel senso del timor panico di ciò o di chi non conosci.....e credo che, riguardo all'"argomento", tu non sia poi così presuntuosa...."So chi sei".....E mi fai sorridere,anche quando dici "solo io comprendo appieno"; sembrando quasi di ascoltare la perentorietà d' una scansione verbale,nel tono e nella sostanza, assolutamente inappellabile...senza spazio per il dubbio !! senza se e senza ma, insomma! :)
RispondiEliminabella luce
RispondiEliminache posa plastica cara mia
RispondiEliminaBeh... non sei molto invitante a dire il vero... mi inquieti un po'...
RispondiElimina^__^
PBlue
RispondiEliminaIo non sono *particolarmente invitante*, tanto meno con le persone che non conosco.
Ma, riconoscendo nel tuo tono una vena di ironia, ti dico che potresti inquietarti decisamente di più leggendo altre parti del mio blog.
E comunque mi riconosco come inquieta.
Telodicodopo
Fossi stata io, in quella posa plastica, oltre a rompermi le ossa sicuramente sarei stata felice.
Che conoscere David LaChapelle sarebbe per me una cosa immensa.
Zumal
Grazie - presupponendo che la luce non sia solo quella fotografata -
Sì sì... bello scrivere.
RispondiEliminaRoberto.
lait,toglimi una curiosita'. che significato hanno i colori usati nel testo? non dirmi che sono casuali.ghe credi minga.
RispondiEliminaNon rischiar di confondere, piuttosto che d'esser confusa.
RispondiEliminaUn bacio.
Concretezza
RispondiEliminaAvrei sperato, tempo fa, d'aver confuso. Ma dopo alcuni mesi di confusione ho capito lucidamente d'essere confusa e confusa, ma non d'aver confuso:)
Mat
Non è casuale, certo.
Di regola le foto seguono le mie parole, i colori il mio umore.
Mischiando immagini e parole vien fuori il colore del testo.
Colargol
Sembra appena ironico il tono. No?
Complicata, eh...:)
chiara istigazione a "delinquere"...brava....
RispondiElimina:) geniale.... ;)
mi piace molto.
RispondiElimina:) aura
Aura
RispondiEliminaMi fa piacere.
Queste che ho scritto qui sono parole - e solo rileggendole me ne rendo conto - che segnano l'argine.
Ferme restando le ondate di piena, che mi aspetto, e alle quali conto di saper far fronte.
Ma anche no.