E' che non ne ho voglia. E mi sto stancando.
Di parole inutili. Che troppa gente - oggi fatico a chiamarle persone - continua a emettere verbi giusto per ascoltarsi senza sentirsi, senza un briciolo di riflessione a priori, senza conoscenza.
Senza pensare che, soprattutto quando si trattano certi argomenti, le parole sono armi. Improprie.
Affilate e taglienti.
Potrebbero vietarne l'uso per legge, o consentirlo solo previo esame d'ammissione al linguaggio.
E qui non c'entra la cultura - pur essendo questa non solo un diritto ma anche un dovere di ciascuno - ma la sensibilità e l'intelligenza.
Ma non c'è niente da fare. E io mi sto stancando.
Di lavorare sulle emergenze. Di avere sempre i colleghi o i capi col fiato sul collo a domandare e esigere risposte pertinenti e praticamente immediate. Di non aver la certezza di fare bene, come voglio io, perché c'è chi spinge con un'altra urgenza e un'altra ancora.
Perché quando dico di avere la vocazione della casalinga la gente mi guarda con espressione attonita, poi sorride col dubbio che io stia scherzando e ancora allibita mi chiede "e che ci fai a casa?"
E chi ha detto che starei a casa?
E sì, per un certo verso scherzo. Ma
Farei quello che non riesco a fare di solito, mi occuperei di me, scriverei di più, leggerei di più. Uscirei anche, che qui fra casa e lavoro mi pare di essere tornata ai tempi cupi in cui non vedevo altro e occupavo di numeri e estranei la mia mente per non pensare alle cose mie.
Mi sto stancando di chi non mantiene gli impegni. Di chi anticipa ogni discorso con il "vediamo", o "se ce la faccio". Se ce la faccio un cazzo. Se dici che fai, lo fai e basta. Come faccio io.
In caso contrario impari a dire NO, un no diretto, deciso e secco che non significa mancanza di rispetto o di affetto ma semplicemente cognizione delle proprie forze.
E sono già stanca da un pezzo di dover bastare a me stessa e a un nugolo di altre persone.
Che magari qualche volta avrei bisogno io di appoggio, non ti pare?
Non sarebbe male, qualche volta, sentire una voce chiedermi *hai bisogno di me*.
Sì, guarda caso ho bisogno ogni tanto, anche io, di qualcuno che mi chieda come sto.
E che non sia solo una forma cortese di prendermi per il culo.
Che mi sono stancata.
Di parole inutili. Che troppa gente - oggi fatico a chiamarle persone - continua a emettere verbi giusto per ascoltarsi senza sentirsi, senza un briciolo di riflessione a priori, senza conoscenza.
Senza pensare che, soprattutto quando si trattano certi argomenti, le parole sono armi. Improprie.
Affilate e taglienti.
Potrebbero vietarne l'uso per legge, o consentirlo solo previo esame d'ammissione al linguaggio.
E qui non c'entra la cultura - pur essendo questa non solo un diritto ma anche un dovere di ciascuno - ma la sensibilità e l'intelligenza.
Ma non c'è niente da fare. E io mi sto stancando.
Di lavorare sulle emergenze. Di avere sempre i colleghi o i capi col fiato sul collo a domandare e esigere risposte pertinenti e praticamente immediate. Di non aver la certezza di fare bene, come voglio io, perché c'è chi spinge con un'altra urgenza e un'altra ancora.
Perché quando dico di avere la vocazione della casalinga la gente mi guarda con espressione attonita, poi sorride col dubbio che io stia scherzando e ancora allibita mi chiede "e che ci fai a casa?"
E chi ha detto che starei a casa?
E sì, per un certo verso scherzo. Ma
Farei quello che non riesco a fare di solito, mi occuperei di me, scriverei di più, leggerei di più. Uscirei anche, che qui fra casa e lavoro mi pare di essere tornata ai tempi cupi in cui non vedevo altro e occupavo di numeri e estranei la mia mente per non pensare alle cose mie.
Mi sto stancando di chi non mantiene gli impegni. Di chi anticipa ogni discorso con il "vediamo", o "se ce la faccio". Se ce la faccio un cazzo. Se dici che fai, lo fai e basta. Come faccio io.
In caso contrario impari a dire NO, un no diretto, deciso e secco che non significa mancanza di rispetto o di affetto ma semplicemente cognizione delle proprie forze.
E sono già stanca da un pezzo di dover bastare a me stessa e a un nugolo di altre persone.
Che magari qualche volta avrei bisogno io di appoggio, non ti pare?
Non sarebbe male, qualche volta, sentire una voce chiedermi *hai bisogno di me*.
Sì, guarda caso ho bisogno ogni tanto, anche io, di qualcuno che mi chieda come sto.
E che non sia solo una forma cortese di prendermi per il culo.
Che mi sono stancata.
PS: sei bella. dentro e fuori.
RispondiEliminaBibi
no così non va.
RispondiEliminaaltalenante arrabbiata accidiosa amara amaramente amorosa.....non va.
io ho bisogno di me, e tu hai bisogno di......te?
ti abbraccio forte
Bibi
Quando giro fra blog noto che molti hanno alcuni dei miei problemi. Quando giro fra blog noto che su alcuni mi sento a casa.
RispondiEliminaQuesto è un caso di quelli....
JP
Bibi
RispondiEliminaSì, tutto quello. E non va.
Ho voglia di tante cose ma ho veramente bisogno di poco.
Ma quel poco, dov'è?
E grazie...
sentirsi viva è una forma consapevole del vivere, incazzarsi con in pugno dei validi contenuti è come fare il pieno..
RispondiEliminain fondo il malessere indica qualcosa non voluto e non cercato, quindi non possiamo essere in malafede..
"non lo sapevo che sarebbe finita così, altrimenti col cazzo che sarei andato avanti"
eppure...
Lo trovi ,ma se ti metti calma e dai calma ai tuoi pensieri. Ora sei anche mentalmente busy, troppo. E troppo sfiduciata. Non devi aggiungere sovraccarico,nè pensare pensare pensare,ricordare, rimuginare,vedere tranelli e tradimenti dappertutto ed in agguato. Altrimenti cortocircuiti e poi che fai? Certo che non si è tabula rasa. Ma dedica più tempo che puoi a te stessa e vedrai che troverai quel poco nella carezza che cerchi e reclami,ma prima devi smetterla di giudicare apparentemente gli altri,mentre in realtà stai solo continuando a processare te stessa. Non ti va di prendere atto della tua duplicità d'anima. E sei a disagio,oltre che in surmenage d'impegni. Suppongo anche impegni nuovi. Devi ascoltare quella voce duplice,per chiederti cosa l'una e l'altra ti chiedono, e ti continueranno a chiedere,senza pensare che l'una possa soccombere all'altra. Cosa vuole il tuo esser doppia? Quelle due voci interiori cosa reclamano da te? dalla risposta dipende davvero molto. Ma solo allora potrai trovare quello che cerchi,e chi ti dirà operosamente e finalmente: hai bisogno di me. Nella lotta che è in te c'è in agguato un' aridità che avverti e temi più della stanchezza,forse. Non contrastarla,nei momenti di scoramento, mi raccomando, contemplala,anzi accoglila! e qui che non devi mollare ! nell'urgere degli altri ci dev' essere sempre uno spazio al proprio urgere! sennò in emergenza ci vai tu! ;)
RispondiEliminae come se ti capisco! Ci sono stato dentro fino al collo anche io, stesse situazioni, stesse parole, stessi problemi...
RispondiEliminaConsigli? NO. Credo che verserei solo altri fiumi di bla bla bla blablabla bla bla.
Facciamo così: io so ascoltare. se vuoi parlare tu, io sono qui. :-)
saluti
franco
"lunga vita e prosperità"
a me capita di sentirmi chiedere in continuazione. Ammetto che nella mia espeienza di lavoro sono stata fortunata perché il rispondere e ilfare prontamente, in qualche modo è come se vincolasse anche gli altri ad "esaudire" le mie richieste in tempi brevi. Forse ho incontrato brave persone. Anche se sono stanca a volte di trovare la forza di prendere decisioni e compiere azioni che m costano a qualche livello, mentre altri rimandano rimandano o peggio, ti accollano anche le loro.
RispondiEliminaDecidere e fare costa fatica e molta. Ogni tanto vorrei che ognuno si prendesse le proprie responsabilità, anche in casa.
Vedremo col nuovo lavoro se almeno riesco a diventare più padrona della mia vita e a fare un progetto a medio termine di... traslocare -_^
Un abbraccio stretto.
fratelle e sorelli, venite a me, e voi, affrante e stanche, troverete consolazione in Cristo risorto! bussate e vi sarà aperto, chiedete ed otterrete!ecco
RispondiEliminaquel link blasfemo.....ma insomma......
e aprite ciò che è chiuso;chiudete ciò che è aperto: il computer della Madonna,che vi fa diventar scemi! orate et laborate, fratres sororesque in laetitia, perchè Cristo arriva quando meno ve l'aspettate!Estote parati,siate pronti con le lucerne in mano,come le vergini sagge in attesa dello Sposo, perchè non rimaniate al buio! per eundem Christum Dominum nostrum, qui vivit et regnat in saecula saeculorom! AMEN!Nel periodo di Avvento che stiamo vivendo,sappiate dunque aspettare l'arrivo del Signore! AMEN!
E' nato in Israele un gran RE, ecco il lieto annuncio,per la salvezza ma anche per la rovina di molti!
AMEN!
..hai bisogno di me?
RispondiElimina..come stai, cara?
ma1969
Sono sempre in ritardo... preso da mille problemi ed il lavoro che ti costringe a ritmi forzati.
RispondiEliminaIeri ero a Rivoli. Dire che mi sarebbe piaciuto conversare con te a pranzo... qui si fraintende parecchio ma... è vero!
Se ti va la prossima volta ti avviso!Se sentirai il bisogno di parlare... sarò diponibile... offerta sempre valida!:o)
Sorridi Luce dei miei occhi!
Un Abbraccio
Riccardo
unaccountlibero
RispondiEliminaNon che rivoli sia esattamente a due passi dal mio ufficio, comunque...
Avvisami pure, anche se rimane il fatto che io per pranzo abbia un'ora di pausa - di regola - e che in genere non mangi niente:)
Buona giornata.
Zalix
ci sono delle cose che vanno "così" a prescindere da quel che vogliamo. Vanno e basta, non dipendono da noi.
In ogni caso il malessere indica qualcosa di non voluto e non cercato ma anche *voluto* e non [ancora] raggiunto.
Scazzo cosmico. Ho iniziato a sorridere ai colleghi qualche minuto fa, che sono riusciti a sdrammatizzare la mia espressione truce:)
Alchimia
non cerco consigli, è anche raro che io parli direttamente di me con qualcuno. Ascolto, in genere, sono molto discorsiva quando si trattano argomenti generali ma per quanto riguarda il mio vissuto lo esterno in modo molto marginale.
Non fa bene neanche a me, lo so, ma sono fatta così.
Lux
dal punto di vista lavorativo io sono molto fortunata. Anche il fatto che chiedano a me è indicativo.
Però rimane il fatto che a volte vorrei che si comprendesse - e non solo nell'ambito lavorativo - quando sono io ad aver bisogno di aiuto.
Di un sorriso, fatto così senza motivo.
..la mia non era una forma cortese di prenderti per il culo..
RispondiEliminavolevo veramente chiederti se hai bisogno di me.... e mi farebbe sinceramente piacere sapere come stai.
ma1969
ma1969
RispondiEliminasto abbastanza bene, a parte il malumore e il mal di testa e la noia.
non capisco, però, come tu potresti essermi d'aiuto in caso di bisogno, visto che non ti conosco.
Grazie, comunque.
mmh..proprio perchè non mi conosci..potrei esserti d'aiuto...
RispondiEliminadiciamo che ho l'indole dell'angelo custode...cerco elegantemente di non invadere sfere troppo private..e amo imparare..e da te...c'è molto da imparare..
ma1969
Brava, punta i piedi e gridalo quando occorre.
RispondiEliminaSapessi quante volte mi capita di dire le stesse cose... al lavoro, a casa, ovunque.
E anche io mi sono un po' stancata...
Ti abbraccio forte
Le ho sempre soppesate, valutate, analizzate, adorate, fraintese, interpretate, regalate, ricevute, maledette, piante, concepite, programmate, studiate, pregate, attese, dette, scritte, pensate, immaginate, create, idealizzate, umanizzate…le parole.
RispondiEliminaE se ora ci guardi meglio, se ora leggi meglio, vedrai che sono come le persone.
Parole e persone.
Persone e parole.
Parole, persone, gesti.
Gesti, persone, parole.
Parole, gesti, persone, sangue.
Sangueparolegestipersone.
Il sangue delle persone si vede solo nei loro gesti e nelle loro parole. Facci caso.
Spesso si arriva ad un punto che non si dona più niente, semplicemente perché si pretende che le altre persone, quelle più care, capiscano al volo senza molte parole, senza uno scazzo da interpretare e fiumi di parole da valutare, gesti da calcolare e sguardi da non confondere.
Si arriva ad un punto che si perde fiducia in ogni cosa, cercando di non perdere solo la fiducia in noi stessi, quella cosa che in fondo ci fa tirare avanti baracca e burattini.
Si è stanchi, davvero stanchi.
Per fortuna, c'è sempre un ancora di salvataggio.
Per sfortuna, ha sempre a che fare con il sangue o con le parole.
Ma, forse, basta levare pure quella per qualche giorno e andare alla deriva.
è tutto una questione di atteggiamento...
RispondiElimina...cambiarlo può essere una soluzione!
:)*
"Le parole sono armi" e le ferite che possono arrecare sono ben più devastanti di un semplice schiaffo o di un violento pugno.
RispondiEliminaPoche parole possono destabilizzare quanto e più di un pestaggio in piena regola. Le parole possono dimostrarsi ben più affilate di un coltello...
O.
Merry
RispondiEliminaTanto questo atteggiamento non cambia: se dai l'impressione di essere una persona "forte" agli occhi altrui rimani tale anche se ti pesti.
Comunque il mio è un malessere passeggero.
Ti abbraccio.
MadLost
Hai usato parole veloci e acute, mi piace il genere.
Un paio di giorni alla deriva, sì: è quello che sto facendo.
Serve sempre chiudere - seppur temporaneamente - il mondo fuori.
Phabia
Non la farei così facile. Saremmo tutti felici e contenti, sai, se fosse sufficiente.
Mi ricordi il medico che mi fece la prima gastroscopia - un filosofo! - che disse *signorina (...) lei deve cambiare il suo modo di rapportarsi al mondo che ha intorno*.
L'ho guardato e ho riso :-)
Camosciobianco
Appunto. Ma alle parole sensate ho sempre una risposta.
Rimango disarmata di fronte alle parole *inutili* e, soprattutto, a quelle in cui credo e che poi si rivelano *vuote*.
la gente ha bisogno sempre di risposte esatte, ma le domande lo sono?
RispondiElimina
RispondiEliminahai proprio ragione.
e te lo dice il cultore del ' vediamo '.
.. a volte è difficile dire un no secco.
si vorrebbe fare molto di più.
ma sottolineo che sono d'accordo con te: è una cognizione delle proprie forze anche questa, no?
wormlester
RispondiEliminaE' una questione di *qualità* di rapporto.
Essere netti, definiti, pur lasciando ovviamente spazio all'eventualità, in certi momenti è sostanziale.
Ci vuole più coraggio, sì. E carattere.
soulsex
alle domande della *gente* in genere non do risposta.
e dopo tante parole?
RispondiEliminaquante ne ho, ne abbiamo dette, ripetute ... ma a parole le situazioni non si modificano ... e per modificare bisogna scegliere ... e scegliere implica un coraggio che oggi non mi sento ... per questo non parlo ... attendo ...
Luna
Spesso non ne servono tante.
RispondiEliminaPoche, dirette, sicure.
Ma è una scelta, non un obbligo.
Non si puo' pretendere che gli altri ci trattino come noi trattiamo loro, ma senz'altro si puo' almeno provare a chiedere. Inoltre e' nostro diritto, quando e' possibile farlo, scegliere le persone con le quali avere a che fare.
RispondiEliminaFai udire la tua voce.
Ciao....che dire...non ricordo neanche piu' quando ho acceso un pc l'ultima volta...ma devo dire di essere contento di averlo fatto ora....come la"profezia di Celestino"citava nel libro...evidentemente dovevo conoscerti....e dovevi piacermi!FORMALITA'....anche nell'Amicizia,nei rapporti....hai ragione e' uno schifo...ma non Ti inacidire, e' con la nostra "dolcezza"e "disponibilita'"che dobbiamo cambiare gli altri...senza farci succhiare le Energie..questo e' chiaro...allontanando tutti i"negativi"dal nostro spazio vitale e per assurdo diventare un pochino piu' egoisti....!Ho letto di Prodi e dei Preti(guarda quanto si somigliano sti due nomi)e mi rovo alquanto in armonia con te...IPOCRISIA e MENZOGNA la stanno facendo da padrona trovando terreno fertie nei figli della televisione....ed Io affino le Mie poche armi e combatto ogni giorno di piu' per aprire gli occhi a chiunque mi capiti a tiro!Dai idea di sentimento,sensualita',dolcezza...e spirito attento e critico...per questo Mi piaci!Scusa il disturbo...una carezza sull'Anima....GEO
RispondiEliminaGeoislife
RispondiEliminaHai nominato un libro che detesto.
Peraltro tutte le "profezie" mi annoiano a morte.
Ti ringrazio comunque per quel che hai scritto, e non mi hai disturbato affatto.