Mode e modi a modo
Cosa c'è sotto, mi dico.
Dunque è estate da due giorni, me ne sono accorta ieri notte; squilla il telefono mentre io son lì a guardare la mia creatura che cresce - a scanso di equivoci: il mio nuovo portatile - e mi fiondo a rispondere e al solito quando lo acchiappo non squilla più. Una serie inenarrabile di porcazozzaemaremmamaiala sussurrata fra me e me perchè tanto lo sapevo, sì che lo sapevo chi fosse. Ma richiama...richiama? Richiama.
Ti porto in terrazza. Una notte che non piove, la prima da maggio, mi accoglie in elegantissima tshirt bianca oversize e slip in contrasto. Mi scappa da ridere ma anche no, cerco di ascoltarmi mentre pronuncio parole veloci, per coprire un'ansia evidente che mi imbarazza, mi fa sentire quella che non sono o non vorrei essere, mi scopre. E ascolto. Si arrotolano le erre e giù con la teoria della pronuncia sabauda e della "er rulè" e mi si incastra e si blocca e si evidenzia e...e non è questo. Trovo un modo per sedermi senza frantumarmi le gambe e provo ad ascoltare anche i silenzi, quei brevi attimi fra una parola e l'altra che urlano, mi capisci? Altro non dico, altro non so. E' così: è estate, inizia a far caldo e lì fuori si sta bene, si incrociano i silenzi con il buio, le parole appena pronunciate con quelle non dette, il niente apparente con qualcosa latente.
And so on, and so on...
Dunque è estate da due giorni, me ne sono accorta ieri notte; squilla il telefono mentre io son lì a guardare la mia creatura che cresce - a scanso di equivoci: il mio nuovo portatile - e mi fiondo a rispondere e al solito quando lo acchiappo non squilla più. Una serie inenarrabile di porcazozzaemaremmamaiala sussurrata fra me e me perchè tanto lo sapevo, sì che lo sapevo chi fosse. Ma richiama...richiama? Richiama.
Ti porto in terrazza. Una notte che non piove, la prima da maggio, mi accoglie in elegantissima tshirt bianca oversize e slip in contrasto. Mi scappa da ridere ma anche no, cerco di ascoltarmi mentre pronuncio parole veloci, per coprire un'ansia evidente che mi imbarazza, mi fa sentire quella che non sono o non vorrei essere, mi scopre. E ascolto. Si arrotolano le erre e giù con la teoria della pronuncia sabauda e della "er rulè" e mi si incastra e si blocca e si evidenzia e...e non è questo. Trovo un modo per sedermi senza frantumarmi le gambe e provo ad ascoltare anche i silenzi, quei brevi attimi fra una parola e l'altra che urlano, mi capisci? Altro non dico, altro non so. E' così: è estate, inizia a far caldo e lì fuori si sta bene, si incrociano i silenzi con il buio, le parole appena pronunciate con quelle non dette, il niente apparente con qualcosa latente.
And so on, and so on...
Cmq lasciami dire che scrivi benissimo...
RispondiEliminaTe lo lascio dire con immenso piacere, sadmerry: per me la scrittura è un'arma.
RispondiEliminaE' vero... lo penso anche io...
RispondiEliminaMa non tutti sono 'tiratori scelti', quindi complimenti ancora! ;-)
concordo.hai una prosa al fulmicotone.
RispondiElimina...quando le parole diventano un piacere non possono essere mediate né taciute o sottintese.
RispondiEliminaè questo, a volte, quel che mi succede.
Dire bene le cose è importante.
RispondiEliminaDire qualcosa, però, lo è ancora di più.
Chissà che "caldo" su quella terrazza, tra sguardi e silenzi...
Io sono un cultore delle terrazze.
Una carezza, ed un sussurro
Ti dirò: la mia terrazza è fantastica, anzi di più.
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