Perspectif
Manca poco. Questi giorni passano come se fossero uguali agli altri ma so benissimo io, sai benissimo tu, che in realtà segnano il passo. Chiudere una storia è come cambiare pelle, come quando al mare ci si scotta talmente tanto che quel che rimane è il fastidio unito al piacere di vedersi finalmente con un colorito sano.
Insomma, chiudiamo. Eppure non parrebbe, sai; cerco di osservarmi dall'esterno per vedere in me qualche cambiamento epocale e mi ritrovo uguale, le giornate scorrono lente fino a sera per poi accelerare il passo quando finalmente posso far per me quel che voglio: ti preparo cena, a volte mi sembra anche di farti un po' da mamma (e dico IO, io mamma? io che ho il senso materno sotto le scarpe mi trovo a preoccuparmi d'un pupo un bel po' cresciuto che a parole non chiede niente ma coi fatti ha bisogno di tutto). Mi vengono i brividi. Vuoi che abbia sbagliato tutto? Perchè ci penso eh, sia chiaro: a volte immagino come sarebbe stato se non fossi stata questa che sono, se fossi stata altrove, se avessi fatto altre scelte - tutte possibili - e non avessi scelto te. Ma poi mi dico che mi saresti capitato comunque, non ci siamo cercati: ci siamo sbattuti contro. Tant'è.
Comunque chiudiamo. I giorni al netto di tutti gli impegni sono veramente pochi. Sto cercando di assaporare già da ora l'amaro in bocca ma non lo trovo, mi sento lieve. Non so se questo sia possibile o se abbia i sensi obnubilati ma non sento niente di pungente in tutto questo, sei diventato talmente scontato che è scontata anche la fine. E' tutto uguale, per ora, voglio sia tutto diverso da ora.
Voglio, esigo e pretendo d'occuparmi di me stessa, la qual cosa equivale a farmi un po' di cazzi miei e di soddisfare curiosità latenti, interessi legittimi e non, fare sesso. Eh. Così, en passant.
Insomma, chiudiamo. Eppure non parrebbe, sai; cerco di osservarmi dall'esterno per vedere in me qualche cambiamento epocale e mi ritrovo uguale, le giornate scorrono lente fino a sera per poi accelerare il passo quando finalmente posso far per me quel che voglio: ti preparo cena, a volte mi sembra anche di farti un po' da mamma (e dico IO, io mamma? io che ho il senso materno sotto le scarpe mi trovo a preoccuparmi d'un pupo un bel po' cresciuto che a parole non chiede niente ma coi fatti ha bisogno di tutto). Mi vengono i brividi. Vuoi che abbia sbagliato tutto? Perchè ci penso eh, sia chiaro: a volte immagino come sarebbe stato se non fossi stata questa che sono, se fossi stata altrove, se avessi fatto altre scelte - tutte possibili - e non avessi scelto te. Ma poi mi dico che mi saresti capitato comunque, non ci siamo cercati: ci siamo sbattuti contro. Tant'è.
Comunque chiudiamo. I giorni al netto di tutti gli impegni sono veramente pochi. Sto cercando di assaporare già da ora l'amaro in bocca ma non lo trovo, mi sento lieve. Non so se questo sia possibile o se abbia i sensi obnubilati ma non sento niente di pungente in tutto questo, sei diventato talmente scontato che è scontata anche la fine. E' tutto uguale, per ora, voglio sia tutto diverso da ora.
Voglio, esigo e pretendo d'occuparmi di me stessa, la qual cosa equivale a farmi un po' di cazzi miei e di soddisfare curiosità latenti, interessi legittimi e non, fare sesso. Eh. Così, en passant.
sensazioni identiche in tanta gente,me compreso,nella stessa circostanza.prendere atto e ricominciare tracciando percorsi con curvature differenti. si perde in due.domandiamoci anche perche' rimaniamo invischiati in questa colla.non sempre l'errore e' diviso equamente
RispondiEliminaSarà che ogni volta per me è un dolore, sarà che è sì bello ricominciare ma non riesco a scordare mai del tutto le donne del mio passato, sarà che per l'ultima mia storia sanguino ancora... sarà che non credo nella vendetta ma nel perdono (sempre e comunque)... Comunque quando una storia è finita è giusto chiudere, ed è giusto chiudere prima possibile... :)
RispondiEliminaIo infatti non dimentico niente. Magari copro i ricordi con un po' di cose nuove ma mica si può cancellarli. Decantano, tranquilli; ogni tanto saltan su e tentano di strillare, a volte lascio fare altre tacito.
RispondiEliminaAltro giro, altra corsa.
Io voglio tutte le colpe, chi se ne strafotte. Ma poi, colpa di chi e perchè? Non c'è niente che non finisca, in un modo o nell'altro.
sei molto tranciante.ma hai ragione a guardare avanti e non indietro. nel caso la porta sia solo socchiusa si ripresentera' l'occasione per chiarire
RispondiElimina'Non c'è niente che non finisca'... spero che non sia vero, però forse è così... basta conviverci.
RispondiElimina...Mi viene in mente zucchero...Hey man che cammini come me dall'altra parte della strada..
RispondiEliminaQuella canzone fa parte di un album che ritengo l'ultimo buono di zucchero, zamor. Non so se sia attinente ai miei pensieri, alle mie sensazioni; quel che provo io è interpretabile dalle mie parole ma, ovviamente, l'interpretazione è sempre soggettiva.
RispondiEliminac'è voluta una acrobazia per fare quella foto...ehheheh..tra l'altro interessante.
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