sabato 23 aprile 2011

Senza titolo 428




frammenti


 



di giornate cui il silenzio ne diventa cifra

respiri che vanno via affaticati nella speranza di un sole altrove, mentre qui un cielo velato fa promesse che a stento riesce a mantenere

e io rimango qui

coi battiti al minimo e i sospiri in tasca
e quella velata malinconia aiutata dalla consapevolezza di non sapere
cosa fare
cosa dire
non reagire
e non aggredire
e non dire lascia stare

ieri pensavo a parigi
e all'idea di andarci a giugno
da sola
.
ma
evidentemente non mi bastava pensarci e ne ho parlato, e fra le mie parole si sono inserite parole altre che dicevano *andiamo insieme*
ho sorriso con un filo di imbarazzo sentendomi quasi legata
e non so che sapore abbia quella delusione silenziosa che ho avvertito

ma vedi, io non ho parole adatte
non ho neanche comportamenti comodi
sono spigolosa
ostica
e anche di più

poi chissà

 

sabato 16 aprile 2011

Senza titolo 427



lost in thought



 



strano.

come certe cose possano succedere così, all'improvviso.
senza calcolo, senza meditazione, senza intenzione.

come quando uno, che conosco da trent'anni, mi racconta a rate ciò che ha sempre pensato di me e la mia domanda è stata: perché pensavi a me.

io non mi ricordavo neanche che esistesse. quando all'improvviso mi è piombato davanti agli occhi mi sono ricordata di un ragazzino figlio di amici dei miei genitori, un tipo senza infamia e senza lode che mai aveva destato il mio interesse. non ricordo di avergli mai parlato, se non per salutarlo quando ci si incontrava.

ma sono passati anni e mi stupisco della mia meraviglia di ritrovarlo uomo.

e ora non so.
non sono abituata a sentirmi stranita.
sto pensando se continuare a relegarlo in un passato remoto o permettergli di riportarsi al presente.
attendendo al varco un passo falso.
o, magari, lasciando fare senza pregiudizi.





 

lunedì 11 aprile 2011

Senza titolo 426



e poi basta



 



domani si cambia.

non so  se effettivamente sia stanchezza o disgusto, forse semplice insofferenza alla gente  insulsa e fastidiosa.

quindi vi tolgo di mezzo, anzi mi sposto io.

e sto già meglio nel sentirvi ancora più lontani.

 

mercoledì 6 aprile 2011

Senza titolo 425




blood

 





è un passaggio profondo, che mi ha segnato molto. ne avevo parlato nel 2008 su un blog molto bello, l'unico blog non [solo] mio a cui io abbia partecipato.
mi piace, è mio, è qui.
ecco.


 










Apro un varco nello stomaco stando attento a non stracciare la pelle.



 



Incido una Y risalendo verso le cavità glenoidee, a destra e a sinistra.



 



Scosto i lembi e vedo dentro un Universo immobile e attendo il Caos.



 



Non lo aspetto a lungo: mi salta in mano il fegato accompagnato da un reflusso di bile come spinto con forza da mille omini piccoli e ignobili.



 



Si solleva lo sterno e mi scopre i polmoni, contratti e espansi sotto la cassa toracica.



 



                    Oh, il cuore.



 



Tutti corrono intorno al cuore: globuli rossi a iosa, i bianchi che montano di guardia armati di fionde cariche di piastrine, si allungano anche i villi verso il moribondo, l'esofago si stringe e neanche la saliva riesce a passare oltre.



 



Mi guardo le mani. Opera mia, questa vita. Plasmata con queste mani, afferrata e raggrumata fra le dita che si spostano gravi e incidenti sopra ogni cosa.



 



                    Che io segno. Io. Sempre. Segno.



 



Guardo le mani e sono mie. E le guardo mentre si avvicinano a questo enorme buco dal quale inizia a defluire sangue e qualcosa.



 



Si infilano dentro e scavano, scuotono, muovono e scompongono.



 



                    Mischiano dentro.



 



                    E si avvicinano al moribondo. Lo stringono.



 



Apri. Chiudi.



 



Apri. Chiudi.



 



                    Tum. Tum. Tum. Tum. Tum.



 



 



Ora sono pronto.




 



 



<<Sacrosantamente vero>> borbottò Fratellino. <<Nessuno vale i tuoi stivali. Neppure il maresciallo maggiore Edel. Sei il più bel soldato dell'esercito>>




 


.



.


 


di che cazzo stai parlando?: avermi dentro