domenica 26 settembre 2010

Senza titolo 407





vedi alla voce: amore


 



a david grossman devo il titolo.

ho questo libro fra le mani da almeno due mesi; non riuscivo ad andare avanti, bloccata forse dai troppi voli pindarici contenuti nella trama ma anche dalla  fatica che provavo a leggere di dolori altrui, di male, di umanità disumana.
ferma nella non ricercata volontà di non occuparmi d'altro che non fosse me stessa, intensamente presa dal girarmi intorno al fine ultimo di creare un gorgo pronto a risucchiare anche l'ultima volontà esterna di inserirsi in ciò che è mio.
tutto mio.
poi, d'un tratto, la svolta. mangio le pagine. mastico parole. mi immedesimo in quei disgraziati che non hanno neanche avuto la possibilità di urlare perché il fiato dovevano conservarlo per trattenere la fame.

vedi alla voce amore.

vedo anche io alla voce amore, trovo righe non scritte.
ci sono segni incomprensibili agli occhi di oggi.
non capisco, forse.
ritorno indietro di qualche pagina e mi pare di leggere qualcosa.
vado avanti, mi manca solo di imparare a non scappare. trattenere. respirare. trattenere.

vedo alla voce amicizia e ci trovo dentro stille deliziose.

parole morbide e azioni non richieste, forzature fatte da chi sa di poterle fare.
c'è chi mette il piede fra i battenti delle mie porte non permettendomi di chiuderle e oggi, con gli occhi lucidi e un sorriso sulle labbra, non posso che ringraziare con tutto l'affetto che posso.
perché non ho bisogno di chiedere niente, perché posso contare su persone alle quali basta guardarmi per comprendere cosa mi succeda dentro, perché mi ringraziano di averle fatte entrare a partecipare al mio disordine e mi fanno sentire piccola e tenuta per mano

vedo alla voce affetto e non mi lascio sfuggire il calore che questi tre cuccioli mi danno.
il piccolo trip sta cambiando i dentini, bios inizia a sopportarlo, kill è guarito.
tre caramelle appiccicose la cui unica preoccupazione è starmi vicino.
e io me le tengo strette.

poi cerco nel cuore.

splash.


 

sabato 18 settembre 2010

Senza titolo 406





j'accuse


 



che poi, a voler proprio dire tutta la verità, mi date il voltastomaco.

resisto più o meno a tutto ma all'ipocrisia imperante, a quella maschera sorridente, a quell'espressione tesa fra l'innocenza e lo stupore proprio non mi ci abituo.

non mi interessa sapere se ci siano e di chi siano le colpe: mi interessa che proviate a guardarvi intorno e magari, se ce la fate, anche un po' dentro.

sempre che anche a voi non venga nausea, al vostro proprio cospetto.

tant'è.

 







e poi ci sono le perle.

in un mare di fango risaltano delicate manifestazioni d'affetto e condivisioni di intenti, disponibilità e presenza.

a queste mani io tendo le mie.







domenica 5 settembre 2010

Senza titolo 405





cerca nel cuore



 



io che affronto la sofferenza umana con forza e vigore, che storicamente ho il ruolo della impassibile, quella che * si fa quel che si deve fare e poi andrà meglio*

io che non ho un briciolo di sopportazione del dolore fisico e piango per un prelievo di sangue con due giorni di anticipo ma poi, fra un pianto e l'altro, *faccio quel che devo e poi andrà meglio*

io che ho visto che, nonostante il mio essere impassibile e presente verso gli altri e lagnosa con me stessa, ho sempre affrontato tutto nonostante i risultati fossero costantemente  diversi e peggiori rispetto alle aspettative, che non mi sono persa d'animo nonostante ciò non sia servito ad evitare la perdita delle persone che più ho amato

io non riesco ad affrontare il dolore di un animale
del mio gatto, di uno dei miei, di Kill
magari non sarà niente di grave, magari
e domani si scoprirà che ha solo un'influenza, due antibiotici e ricomincia a mangiare come prima
ma vederlo così, silenzioso e immobile, che si volta quando lo chiamo pronto a farmi le fusa, che si fa prendere in braccio come se fosse un pelouche e nasconde il musetto posandomi il naso gelato sulla pelle, che dà due leccate al brodo di pollo proprio per farmi una cortesia ma che non può dirmi cosa pensa, cosa sente, cosa prova, non può dirmi se qualcosa gli fa male, non può aiutarmi a fare qualcosa per lui

ecco, io di fronte al silenzio non ho armi
non ho difese
mi perdo
 

mercoledì 1 settembre 2010

Senza titolo 404





she needs rain and a raincoat


 



stamattina sono andata dal medico, tanto per non fargli sentire troppo la mia mancanza.

ho esordito dicendogli: tanto sto bene, è inutile che mi guardi così.

il mio medico è un medico vero, forse anche troppo. di quelli che non fanno diagnosi e refertazione telefonica, che non prescrive medicine consigliate dal vicino di casa, che se non faccio le analisi del sangue a scadenza bimestrale mi chiama esortandomi, con tono ben poco rassicurante, ad andare in studio.

dunque, dopo avergli detto detto *tanto sto bene* stavo per sedermi e ho  fatto in tempo a notare una sua espressione di disappunto prima di vederlo, all'improvviso, al mio cospetto.
ovvero stavo svenendo senza neanche accorgermene.
ho visto solo i pallini bianchi e neri nell'aria e poi lui.

sono andata via da quello studio con un fascio di foglietti, dopo aver prestato giuramento di misurare la pressione tutti i giorni per sette giorni con l'impegno di portargli gli esiti all'ottavo giorno;  fatto ciò sono rientrata in ufficio, va' che lì si sta bene...


ho il senso di stracciamento, in questi giorni.
anche una manciata di malinconia.
magari solo un fatto ciclico, probabilmente ogni tanto ci sta anche quel briciolo di tristezza che stempera il mio essere a self-made woman e mi ricorda che no, non sempre basto a me stessa.


.