vedi alla voce: amore
a david grossman devo il titolo.
ho questo libro fra le mani da almeno due mesi; non riuscivo ad andare avanti, bloccata forse dai troppi voli pindarici contenuti nella trama ma anche dalla fatica che provavo a leggere di dolori altrui, di male, di umanità disumana.
ferma nella non ricercata volontà di non occuparmi d'altro che non fosse me stessa, intensamente presa dal girarmi intorno al fine ultimo di creare un gorgo pronto a risucchiare anche l'ultima volontà esterna di inserirsi in ciò che è mio.
tutto mio.
poi, d'un tratto, la svolta. mangio le pagine. mastico parole. mi immedesimo in quei disgraziati che non hanno neanche avuto la possibilità di urlare perché il fiato dovevano conservarlo per trattenere la fame.
vedi alla voce amore.
vedo anche io alla voce amore, trovo righe non scritte.
ci sono segni incomprensibili agli occhi di oggi.
non capisco, forse.
ritorno indietro di qualche pagina e mi pare di leggere qualcosa.
vado avanti, mi manca solo di imparare a non scappare. trattenere. respirare. trattenere.
vedo alla voce amicizia e ci trovo dentro stille deliziose.
parole morbide e azioni non richieste, forzature fatte da chi sa di poterle fare.
c'è chi mette il piede fra i battenti delle mie porte non permettendomi di chiuderle e oggi, con gli occhi lucidi e un sorriso sulle labbra, non posso che ringraziare con tutto l'affetto che posso.
perché non ho bisogno di chiedere niente, perché posso contare su persone alle quali basta guardarmi per comprendere cosa mi succeda dentro, perché mi ringraziano di averle fatte entrare a partecipare al mio disordine e mi fanno sentire piccola e tenuta per mano
vedo alla voce affetto e non mi lascio sfuggire il calore che questi tre cuccioli mi danno.
il piccolo trip sta cambiando i dentini, bios inizia a sopportarlo, kill è guarito.
tre caramelle appiccicose la cui unica preoccupazione è starmi vicino.
e io me le tengo strette.
poi cerco nel cuore.
splash.