sabato 26 settembre 2009

Senza titolo 365



 




custodiva dall'altra parte del cuore una marea di segreti che avrebbe preferito non conoscere

non perché volesse essere cieca o piuttosto volesse ignorare: semplicemente perché non avrebbe voluto che la di lui meschinità fosse così profonda

tollerava a malapena quel silenzio imposto e colpevole colmo di finte verità e mezze bugie; avrebbe voluto avere una parola netta e definitiva anziché  un vuoto sterile, avrebbe voluto riderci su con lui mentre stille di amarezza le percorrevano il volto e le mani di nuovo si bagnavano

non voleva sentire ancora una volta scusa per comportamenti che credeva non avessero niente di colpevole fino a che, per un caso che la vita senza coscienza né intuito le proponeva, aveva dovuto rendersi conto di quanto lui fosse seriale

conosceva senza saperlo molte più cose di quante in realtà fosse disposta ad ammettere, per via della incredibile e inspiegabile sua necessità di proteggere il carnefice tentando di dargli la parvenza dell'innocenza, negando allo stesso la capacità di fare del male scientemente

lui, che aveva parlato di sogni e bisogni, di carne e sangue
lui, che graffiava ogni respiro togliendo il fiato a lei che di altro non necessitava se non di custodia pregnante ed aggressiva
lui, che aveva sfogliato le pagine del libro delle parole segrete avendo cura di non sgualcirle
lui, che fra il timore di essere scoperto ignobile ma uomo e la volontà di apparire nobile tentando di nascondere l'inquietante suo vuoto interno, sceglieva la seconda ipotesi
lui, dall'altra parte del cuore, custodito in una culla di rovi


lei, con il cuore in mano, ancora toglie spine lasciando piccole cicatrici

lunedì 21 settembre 2009

Senza titolo 364


 




io vi odio.

perché non rispettare gli animali è un delitto.

inermi, si fanno i cazzi loro e vivono per mangiare, stare insieme, zampettare, dormire.

e noi facciamo il palio.

odio le corse, odio le competizioni di animali, odio il mondo che vortica danaroso e sudato dentro i box di queste povere bestie costrette ad odiarsi e azzannarsi per soddisfare quell'impellente e schifosa attitudine umana che è la voglia di vittoria. vi odio.

coprono l'asfalto con un velo di sabbia e pretendono che i cavalli scalpitino fino ad arrivare alla fine. alla fine.
e alla fine questa volta è arrivata la cavalla n. 18, un baio bellissimo e giovane montata fino allo sfinimento. poi ecco che al terzo giro la cavalla si ferma. e cazzo, si ferma -pensa un po'- perché aveva fratturato la zampa.
che strano, eh?
vi odio.
quella povera bestia era fiera, con le orecchie tirate indietro e comunque in piedi, posando il peso del suo corpo anche su quell'arto che ormai non comandava più, spezzato.
strano, perché un pretazzo aveva sicuramente benedetto anche lei. strano. evidentemente sarà stato ché il signoreiddiovostro aveva bisogno di un cavallo.

gli umanissimi veterinari del caso l'han portata via e, sempre con immensa umanità, l'hanno abbattuta.
le hanno sparato.

io vi odio.

salire su un cavallo, starci sopra con rispetto, comprendere che non è la forza che comanda ma l'empatia, questo è troppo per voi, nevvero? e io vi odio.

imparate il sentimento della vergogna.
fate ribrezzo.
vi odio.

domenica 20 settembre 2009

Senza titolo 363



 

september, 20th





e mi risveglio a milano.

è stato il caso, sai di quelle cose che capitano così, senza intenzione.

ci ho riflettuto mentre andavo, fra un pensiero noioso e uno gentile, snocciolando fastidio e sorrisi.

un mal di testa sedato da una bustina presa al volo e la voglia di non lasciar spazio all'impulso di mandare qualcuno a farsi fottere -uno, qualcuno, centomila;  mutuo e modifico il riferimento così da fare in modo che l'errore di interpretazione sia impossibile-  mentre mi abbandono all'idea di prendere per una volta quelle piccole, minute manifestazioni di affetto dalle quali mi allontano neanche fossero la peste.

e così apro e faccio spazio.

dammi sorrisi, tanti quanti te ne do io e anche di più.

dammi baci, più di quelli che io so dare.

stringimi e fai finta di non accorgerti che ho gli occhi lucidi.

lascio fare.

sento tempo e parole e voci nuove e colori che mi passano fra i capelli e non ho bisogno di niente perché tutto quello di cui adesso  ho bisogno è qui, fra le mani e negli occhi.

e circostanzio il tempo e il modo e il luogo rendendomi conto che sì, se tu ci fossi sarebbe bello.

ma sto bene anche senza.




 


 


martedì 15 settembre 2009

Senza titolo 362




cold case



stamattina facevo le nuvolette dalla bocca
che deliziosa sensazione quel frizzo sulla pelle poco vestita come al solito, le gocce addosso e quel profumo di terra bagnata che a respirarlo tutto non bastano i polmoni

per attraversare la città mi è servita un'ora
corsi fradici di foglie gialle e macchine impazzite
e rassegnata al traffico ho lasciato che il tempo mi passasse addosso scivolando fra i fili della maglia e i pensieri aggrovigliati
perché ho pensieri

freddi

e per coccolarli un po' al mio ritorno a casa ho cambiato le lenzuola e ho messo su la trapunta leggera
una doccia calda
il pigiamino in filo sottile
il phon fra i capelli

e un meraviglioso silenzio
che andava a pesca di parole dentro la bocca
buttava l'amo aspettando che mordessero l'esca
ma no

la madonna ha chiuso a chiave e l'ha ingoiata


giovedì 10 settembre 2009

Senza titolo 361




qualcosa tipo fottiti


e sì, sono nervosa.
urtata, infastidita, a volte anche incazzata.
e ho anche degli ottimi motivi per esserlo, magari buoni solo per me. ma anche no.

dell'ora di religione me ne strafotto.
credo debba essere una scelta e non un'imposizione e, soprattutto, visto che lo stato deve essere aconfessionale non deve imporre la sola religione cattolica.
e mi irrita immensamente che la romana chiesa si impunti ad interferire nell'attività legislativa e in generale in tutto ciò che è la normale gestione della vita.

ma sto divagando.

oggi è altro ciò che mi dà fastidio.
l'errore di valutazione.
ma è possibile che io mi sia sbagliata così tanto, così immensamente?
possibile che in realtà abbia scambiato qualcosa tipo un miliardo di parole -ma forse anche di più- con chi in realtà non era?

perché il problema non è l'aspettativa.
non esiste l'aspettativa, l'aspettativa genera solo danni.
il fatto è che il non-essere è imperdonabile.
anzi fa schifo.
proprio è laido.
ecco perché non lo sopporto.

be', fottiti.

e la foto non è mai casuale.








 


sabato 5 settembre 2009

Senza titolo 360



l'indifferenza



come quando si perde il senso o si dimentica il significato
come quando il fiato è sprecato e le parole sono là, in attesa di essere usate
come quando leggere non crea interesse perché gli occhi già sanno che non riusciranno a perdersi

manca il languore, la fame e la sete
manca quello scatto improvviso che lascia i sensi in sospensione
come se lungo i giorni si fosse perso il filo di un discorso iniziato e mille volte terminato per poi riprenderlo da capo
come se tutti i nodi si fossero sciolti e non ci fossero più dita pronte ad attorcigliare ancora e ancora  quei sottili modi di pensare incongruenti ma condivisi

e lascia così un deludente sapore insulso
senza neanche la fine e pregnante sensazione di abbandono
come se non avesse lasciato niente
come se niente fosse stato
non una deliziosa lacrima
non un delicato rimorso
non un prezioso ricordo




martedì 1 settembre 2009

Senza titolo 359




 

she said...







...per quanto riguarda le barriere, posso affermare con assoluta certezza che non ci sono barriere che tengano.




L'amore ti fotte senza darti il tempo di evitarlo.




Al limite si può non accettarlo e allora ignorarlo, ma è una battaglia inutile.




Se c'è amore ma questo non ha sbocchi tanto vale lasciarlo dilagare, lasciarsi affogare e poi mandarlo a fare in culo.




Con rabbia e fastidio, anche.




Tanto finisce.




E' un peccato, ma finisce.