giovedì 11 giugno 2009

Senza titolo 346





essere al mare e non avere modo di toccarlo.

è la seconda volta che mi succede, quest'anno.

la prima volta ero da te. un vento impossibile, un freddo incredibile, no? eppure era fine marzo, non fa sempre estate da voi? ma da una scogliera bianca ne ho sentito il profumo. era arrabbiato, scoppiava di schiuma e di onde e urlava. mi annodava i capelli e i pensieri. tutto addosso.

poi questi giorni.
lo vedevo dalle terrazze del mio albergo. era lì che mi raccontava di misteri e cose segretissime ma io non potevo stare ad ascoltarlo. avevo parole da ingoiare e silenzi da buttar via, e così ho regalato sorrisi e impegno. tanti e tanto.

però la notte sì, la notte lo ascoltavo.

ascoltavo la notte.

6 commenti:

  1. Son debole quando si discute di mare. Del suo richiamo piuttosto.

    Te ne stai lì, davanti a lui, coi sensi spugnosi e lui inizia a raccontare di te.

    Finisce sempre col sorprendermi.


    Prova, tanto lui proverà te.

    RispondiElimina
  2. non so ascoltare la notte

    rivela troppe parole sconosciute


    ...


    mi piace l'immagine

    dei capelli e i pensieri

    annodati.

    tutto addosso.


    ti bacio mia cara light

    RispondiElimina
  3. ...e parla di più la notte o il mare?

    RispondiElimina
  4. crimilda ha non una ma due volte always love nada surf... a proposito di cose straordinarie altro che mare e vento e capelli


    a proposito di cose straordinarie forse andava all'inizio ma tanto tu sei la prima sottosoprista


    ah... domani non ci sono!

    RispondiElimina
  5. E quando l'odore della notte si mescola a quello del mare diventa un profumo che se troppo distillato è ossessione.

    s.

    RispondiElimina
  6. il mare si deve toccare,annusare sentire.

    RispondiElimina