domenica 21 febbraio 2010

Senza titolo 383



 

be quite




 

ci sono giorni in cui lascio che i pensieri facciano per conto loro

non ne seguo il corso come se non mi appartenessero
come una mamma che controlla i bimbi
che giocano in cortile con veloci sguardi dal balcone di casa

così mi sono ritrovata indietro di un anno o anche di più
fra risate e sospiri e ansie e conti alla rovescia e baci
e parole quante parole e respiri fatti insieme e note stracciate



e non ho sentito dolore



 





 


 

 

domenica 14 febbraio 2010

Senza titolo 382





 


revenge is a dish best served cold




è quel senso di assoluto privato ciò di cui sentivo la mancanza.

il bisogno di costruire un altro castello in cui perdermi e affogare e risvegliarmi da sola senza il peso impalpabile dato dall'assenza di qualcosa o di qualcuno o di.

ché qui ci sono io.
che non mi basto, no, e neanche mi accontento. piuttosto, mi comincio.

la mia nuova casa non conosce niente, è una bambina.
non ha avuto amori
non ha avuto cazzate
non ha avuto bugie
non ha avuto dolore né tristezza

la mia nuova casa è un foglio bianco, è innocente
è limpida e languida, si lascia sfiorare senza scostarsi, si fa guardare e si riempie ogni attimo di più.
ha cassetti che esplodono, immagini che si arrampicano sulle pareti viola, silenzi interrotti da sospiri.

è mia.

 





aggiungerei il video in cui the bride, nella chiesetta affiancata dai due pini, viene raggiunta da bill e dalla deadly vipers assassination squad.

all'apice del mio masochismo, dice bill mentre le spara.

fottiti, pensa sicuramente lei.

e poi come è andata si sa.

ché le cose, a volte, basta volerle davvero.

domo arigato







domenica 7 febbraio 2010

Senza titolo 381



 

ma quanto mi piace




rimango sorpresa quando qualcuno, a distanza di tempo, mi parla di noi.

ha detto: ...ma era troppo interessante (anche se ancora più disagevole) per me capire come tu sia dentro altre persone, come ricordo e come frammento, scheggia restata dentro. e come altre, dall'altro punto di vista, persone ti siano dentro come schegge, frammenti di uno specchio rotto. di un caleidoscopio, di un dagerrotipo. tutti e due voi eravate prepotentemente belli insieme.

e io, non ostante la mia ormai nota propensione alla confutazione dei dati di fatto che a  volte sfiora la polemica, non me la sono sentita di dar contro o smentire.

perché ci credo.

mi pare così strano questo passare del tempo che queste incredibili e repentine incursioni in un passato così recente dal sentirlo presente mi lasciano a bocca aperta.

è che ti sento dentro come una ballerina nel carillon, mi basta tirar su appena un poco il coperchio per essere circondata da un suono lieve e delizioso e gli occhi si riempiono di tutta la cosmogonia e sulle labbra si affaccia il tuo nome e la delicatezza si impasta all'irruenza.

chissà cos'è la magia, se non questo.

questo averti fra le mani e lasciarti scorrere, questa volontà di non fermare il tuo fluire denso in ogni piccolo istante della mia vita, la tua capacità di stupirmi e di prendermi alla sprovvista, quando meno me lo aspetto, quando mi sento altrove.

sento il tuo fiato sul collo, così pregnante che è impossibile pensare che domani tu possa non esserci.

ti soffio e ti mischio e ti allontano ma non riuscirei a confonderti neanche se volessi.

e, in verità, non voglio rinunciare alla tua bellezza.

mai.


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