lunedì 29 giugno 2009

Senza titolo 349





il vizio del pensiero



pensiero aperto  a qualunque soluzione, aperto a te e anche alle tue reazioni.

delle quali, peraltro, me ne strafotto.

non perché non ci tenga: i tuoi pensieri, i tuoi modi, atti e fatti, tutto questo non mi scivola via ma è fonte di riflessione.

noto variazioni di tono e di sostanza, di frequenza e di sorrisi aperti. certo, so che non è facile arginare con una  risata la valanga di parole con cui a volte ti sommergo -poche, a dire il vero, ma che hanno l'evidente facoltà di spandersi come macchia d'olio- e che probabilmente ti sei stancato di stare con lo scudo levato.

puoi scegliere la via più facile: mettere fine.
oppure convincerti che anche questo è amore.
o, ancora, prendere atto che questa sono io e che così ero ancor prima di conoscerti.
prendere o lasciare.

amor proprio e presunzione sono ciò che mi fa dire che, comunque, lasciare sarebbe la scelta sbagliata.
non solo per me.
perché se io perdo qualcosa tu perdi quel che io so di avere come valore aggiunto: la franchezza di dire quel che sento, l'onestà di non sbandierare parole a fine propagandistico, l'attenzione a non ferire e la capacità, nonostante la mia irruenza, di non dire niente che non sia pensato e percepito come vero.

mi rincuora il fatto che niente, ora, sia in grado di farmi male.
mi sospendo in bilico fra stanchezza e voglia di fare, fra viaggi brevi e impegni pressanti, fra me e me.


e sì, qualche volta mi sono sentita in colpa anche io.
ma non avevo colpa.







domenica 21 giugno 2009

Senza titolo 348






quale bellezza è questa pioggia.

stamattina mi sono risvegliata in un letto non mio e il vento che filtrava dalla tapparella abbassata accompagnava il ticchettio delle gocce che si schiantavano nel balcone.

credo di aver sorriso, aprendo gli occhi ad un giorno ancora buio.

un sapore delizioso quello dell'erba medica bagnata; il profumo di terra che stemperava l'odore pregnante della bassa reggiana e il caldo che abbassava le ali e si rifugiava altrove.

odio l'estate.

ma poi per strada, oggi, mentre la voglia di casa mi prendeva allo stomaco e mangiavo asfalto tenendo il volante a fatica e il vento tentava di far volare la mia macchina, ho sentito il fascino di questa stagione che ancora deve iniziare e che si preannuncia con un temporale grandioso.

meraviglia il cielo cupo carico e pieno. e la temperatura che va giù veloce e il pavimento che trema mentre i fulmini si sbattono qui di fronte e la pioggia forte e traversa e chiudere le finestre e casa.

casa, finalmente casa.

sabato 13 giugno 2009

Senza titolo 347





quarantacinque e non sentirli

giovedì 11 giugno 2009

Senza titolo 346





essere al mare e non avere modo di toccarlo.

è la seconda volta che mi succede, quest'anno.

la prima volta ero da te. un vento impossibile, un freddo incredibile, no? eppure era fine marzo, non fa sempre estate da voi? ma da una scogliera bianca ne ho sentito il profumo. era arrabbiato, scoppiava di schiuma e di onde e urlava. mi annodava i capelli e i pensieri. tutto addosso.

poi questi giorni.
lo vedevo dalle terrazze del mio albergo. era lì che mi raccontava di misteri e cose segretissime ma io non potevo stare ad ascoltarlo. avevo parole da ingoiare e silenzi da buttar via, e così ho regalato sorrisi e impegno. tanti e tanto.

però la notte sì, la notte lo ascoltavo.

ascoltavo la notte.

giovedì 4 giugno 2009

Senza titolo 345





faithless





notizia: la curia di milano, nel corso del 2008, ha ricevuto duecento domande di sbattezzo. altre duecento le ha ricevute in questi primi  cinque mesi dell'anno in corso.

un coso, un vescovo, ha dichiarato che questo succede perché la religione della chiesa di roma prevede una grande coscienza e, quindi, coloro che hanno chiesto lo sbattezzo sono persone problematiche e confuse che in fondo altro non cercano che d'essere convinti dell'esistenza di dio; compito di questa chiesa sarebbe proprio quello di dare risposte a questi poveri esseri disperati.

è un imbecille.

la raccomandata con ricevuta di ritorno, contenente la mia richiesta di sbattezzo, non nasce da problematiche o confusioni ma da una scelta precisa, meditata; non contiene alcuna richiesta di aiuto alla conversione né volontà di avere chiarimenti. è la mia scelta. non confusa, non problematica.

il problema, semmai, è loro. la palese dimostrazione di allontanamento non solo teorico e ideale dal pensiero religioso rappresentata dallo sbattezzo è indicativa di una volontà specifica e precisa.
non solo distacco dalle rappresentazioni terrene di questa confessione -e, sia chiaro, anche da tutte le altre- ma anche la scelta di non voler mischiare il proprio nome col nome di un dio qualunque.

che già è abominevole pensare che un bimbo nasca col peccato.
che già è assurdo che  si parli di bontà in nome di dio, che fa della sofferenza moneta di scambio per la remissione dei peccati.
che già i ministri di dio possono assumersi con buona pace la responsabilità di un generale allontanamento dalla religione che professano a parole ma non a fatti.

che già aspetto che mi si dichiari apostata e scomunicata.

in nome mio.