venerdì 14 ottobre 2005

Senza titolo 13



Dazed&Confused

[Quando ti cercherò non sarà certo lì]

Eppure il dubbio di aver sbagliato mi è venuto: ho ripensato, riletto, ho fatto una scansione dei ricordi  e il report è stato:
Ho ragione.

Ora sorrido.

Smarrita dentro il sogno di cercare spiegazione, di avere anche una sola speranza, sorrido.
Sorrido in mezzo a fantasmi di pensieri confusi che si nascondono fra la nebbia che amo,
fra momenti di vera angoscia e altri di leggerezza estrema.

Ci sono. Sono, sono io.

Le ali di cui parlavo sono ancora raccolte ma non ho più provato a strapparle.
Le farfalle son sempre lì dentro e  sbattono le ali per farsi sentire ma, piuttosto che farmi male, mi fanno compagnia.

Non posso dire di star bene perchè probabilmente non sono mai stata bene davvero.
Non è per me, non è di questa vita.
Però son più leggera e rileggo i giorni passati senza sentire quel pugno chiuso sul plesso solare; questo - da un certo punto di vista -
dovrebbe mettermi in guardia perchè significa che sono vulnerabile, ancora una volta vulnerabile.

Ma la fragilità è la mia essenza

[Sai dove cercarmi]

mercoledì 14 settembre 2005

Senza titolo 12


[Ho provato a strapparmi le ali]
[Non è uscita una stilla di sangue]
[Ho sentito però un taglio sottile, qui dentro]
[Ho scelto di ripiegarle, per ora]
[La vuoi, questa piuma?]

Senza titolo 11





Smoke lingers 'round your fingers

Train heave on to Euston

Do you think you've made the right decision this time?



You left your tired family grieving and you think they're sad because your're leaving

But didn't  you see the Jealousy in the eyes of the ones who had to stay behind?

And do you think you've made the right decision this time?



You left your girlfriend on the platform with this really ragged notion that you'll return

But she knows that when he goes he really goes



So do you think you've made the right decision this time?

******T I M E ******



 

 


martedì 23 agosto 2005

Senza titolo 10

I am what I am, and what I am needs no excuses


Voi avete certezze e io mi sento smarrita.

Voi siete forti e io sono fragile.

Voi vi negate e io insisto.

Voi apparite.

Io sono.


Sarà un periodo di transizione e di transito, questo che verrà. Andrò via dall'Italia e temporaneamente mi dimenticherò la lingua, le abitudini e le consuetudini. Sceglierò fish&chips piuttosto che spaghetti, comprerò il pane da affettare piuttosto che la rassicurante rosetta, risponderò al telefono dicendo il caldo "hello" piuttosto che un attonito, atonico "pronto".
Se il destino deciderà di farmi tornare - piuttosto che farmi saltare da qualche parte per via di qualche mano sconosciuta - ci rivedremo qui a settembre. Comunque, in ogni caso e in qualche luogo, i nostri fili si intesseranno ancora insieme.


Il mio sorriso sono quelle luci, lì in fondo.

Perchè io, in fondo, sorrido.





martedì 9 agosto 2005

Senza titolo 9



Here her head she lay

Until she'd rise and say

I'm starved of mirth

What do be done with her?

What do be done with her?



Ice water for blood

With neither heart or spine

And then just to past time

What do be done with her?

I ask myself

What  to be said of her?



But when she calls me

I do not walk I run

When she calls me

I do not walk I run

domenica 7 agosto 2005

Senza titolo 8



"Vedi, mi sento  come una persona che non ha niente da dimostrare a nessuno;

che non ha strategie o tattiche o piani d'azione perchè, in realtà, non mi interessa mostrarmi per quello che non sono più.

So di essere anche una persona divertente, di cui è piacevole la compagnia.

Ma ora vorrei lo scoprissero gli altri.

E d'altra parte io potrò legarmi, in futuro, solo con quella persona che
 - senza che io faccia alcunchè -


capirà chi io sia dietro a questa facciata triste e scostante.

Per ora non mi va di essere divertente
per il semplice fatto che non mi sento così.


Non voglio sedurre nessuno.

Ora, se permetti, aspetto che siano gli altri a sedurre me"


[Pier Vittorio Tondelli - Camere Separate]

domenica 31 luglio 2005

Senza titolo 7



Ultima Donna

[Amore, tienimi al corrente di tutto...vieni da me, Ultima Donna]

Cosa ci vuole perchè i pensieri fluiscano, si vestano di emozione, si trasformino in parole e diventino arma bianca?
Solo amore incondizionato, di quello che non vuole niente se non essere proprio quel che in essenza è: rinuncia volontaria della propria individualità per sublimarsi  in un'unicità composita, fatta di mancanza di limiti propri e di confini preconfezionati.

Raccontare, raccontare...


Pensavano di parlare per ore, quei due. In realtà le parole si erano  rarefatte e avevano  lasciato il posto all'emozionalità *passionalità* che già grondava da ogni sillaba che nel tempo si erano scambiati.
Quei due - quell'unicità composita - avevano  scelto di rimandare le parole ad altri momenti senza smettere neanche  per un solo attimo di quel poco tempo a loro concesso di comunicare e scambiarsi e mischiarsi. Piccoli bonbons facevano da parentesi e da provocazione, e i sapori si sovrapponevano e si insidiavano.

La lontananza è un concetto astratto, che si contrappone con la reale importanza di feedback teoricamente casuali; visioni ancestrali si sovrappongono  alla realtà e con essa combattono.

La posta in gioco è una vita.
Un'unicità composita.
La scelta.





martedì 5 luglio 2005

Senza titolo 6





When you're asleep they may show you
Aerial views of the ground,
Freudian slumber empty of sound.
Over the rooftops and houses,
Lost as it tries to be seen,
Fields of incentive covered with green.
Mesmerised children are playing,
Meant to be seen but not heard,
"Stop me from dreaming!"
"Don't be absurd!"
"Well if we can help you we will,
You're looking tired and ill.
As I count backwards
Your eyes become heavier still.
Sleep, won't you allow yourself fall?
Nothing can hurt you at all.
With your consent
I can experiment further still."
Madrigal music is playing,
Voices can faintly be heard,
"Please leave this patient undisturbed."
Sentenced to drift far away now,
Nothing is quite what it seems,
Sometimes entangled in your own dreams.
"Well, if we can help you we will,
Soon as you're tired and ill.
With your consent
We can experiment further still.
Well, thanks to our kindness and skill
You'll have no trouble until
You catch your breath
And the nurse will present you the bill!"
[Entangled]

sabato 25 giugno 2005

Senza titolo 5




Le cose cambiano








Nessuno che mi avvisi: credo di avere tanta pazienza, e forza, e voglia di andare, e "tutto sommato ora va bene così" e altro e altro ancora e poi...e poi mi scappa da ridere.

Riesco ancora a stupirmi, eppure mi conosco da anni e anni!

Devo dire di non esser sempre andata d'accordo con questa personalità ingombrante che mi porto addosso: a volte vorrei essere meno intransigente, "easy & friendly" - per non rinunciare a pie' pari alla dilagante  esterofilia - magari più sorridente.

Ma perchè?

Certo, mi renderebbe la vita più semplice.

Certo, sarei più serena, pacata, modesta e...(e...?)

E non sarei io. Perchè in realtà io sono quella che, all'improvviso, si rende conto che LE COSE SONO CAMBIATE. Così, mi sveglio al mattino, mi giro di scatto e lo sguardo sciabola dietro la spalla e vedo l'ombra di ieri che fugge. Dura forse un attimo il timore del nuovo, di quello che non so ma che nel profondo - deep inside -  già conosco.
In quell'attimo, te lo dico: in quell'attimo sono essenza di me, una scintilla ad accendere la luce. Altrove.



   

lunedì 20 giugno 2005

Senza titolo 4






La sensazione dell'abbraccio. 








Sapere di possederti anche quando non ci sei


    Averti affianco non avendoti.


Necessariamente incompleta e quasi abbandonata.

Felicemente, temporaneamente sola.
Perchè...












                                                                         






                                                         

..."semplicemente perchè ogni persona che passa nella nostra vita è unica.

Sempre lascia un po' di sé e si porta via un po' di noi.

Ci sarà chi si è portato via molto, ma non ci sarà mai chi non avrà lasciato nulla.

Questa è la più grande responsabilità della nostra vita e la prova evidente che

due anime non si incontrano per caso".

                J. Luis Borges






sabato 7 maggio 2005

Senza titolo 3






Si parlava dei principi "freddi" della
           chimica, applicati alle meccaniche dell'attrazione tra
           persone.
Quelle labbra sono li', e nulla è a caso...
Sei talmente consapevole da sentire che sono
           altrettanto consapevole.
E' una strana cosa, la consapevolezza: sfocia quasi nell'arroganza, se vista da un
           punto di vista errato.
Ho voglia di dirti delle cose....squarcio quel velo...sei sensuale e consapevole.
And so, like every day,
 Today Is The First Day Of The Rest of Your Life.

sabato 9 aprile 2005

Senza titolo 2


 

Ti risvegli la mattina e ti senti cambiata. Ma proprio tutte le mattine c’è una parte di te modificata. Fai addirittura fatica tu stessa ad adattarti a queste variazioni improvvise, quindi capisci il resto dell’umanità che con te tratta. Non ti sei mai sforzata di adeguarti e conformarti agli Altrui Voleri e il risultato è che spesso rimani l’unica a capirti e qualche volta ti senti sola.


            Sola: in realtà ti sollazzi in questa solitudine interiore, da non condividere quasi con nessuno perché vuoi che sia una parte solo tua e vuoi avere la libertà di condividerla con pochissimi “eletti”; hai un particolare metro di valutazione di questi e l’elemento fondamentale è che devono essere fisicamente lontani. C’è quello che è dall’altra parte del mare (il mare…) e per telefono dice di amarti e desiderarti tanto e in sostanza finisce sempre in borderline e comunque ha paura e hai paura e non sapete che farne di tutto questo amore telefonico che non vuole concretizzarsi, perché sapete entrambi che potenzialmente sarebbe la fine del sogno e giocate a farvi del male contenti di farlo. Come fare l’amore al buio con la speranza che prima o poi la luce si accenda, che arrivi la scintilla che porti alla soluzione del mistero. Sempre la solitudine, che vi piace conservare.


            Ancora sola: anche l’altro che sta oltremare (ancora il mare…) e ti colma di attenzioni senza accorgersene; racconta pillole di vita vissuta e ti riempie di sè e di altri dandoti gioia parlandoti di morte. Unico e insostituibile, tramite essenziale tra te e il tuo mondo. Parla parole che hanno la qualità di farsi ascoltare da te che, naturalmente distratta e annoiata, tendi a parlare di te stessa (molto più interessante di ciò che ti circonda, isn’t it?).


            Presunzione, dote di pochi. Tutti giocano a sminuire la loro propria importanza, a rendersi insignificanti per via di quel falso preconcetto secondo cui non sta bene dare a se stessi troppa considerazione. E cosa potresti mai imparare da un gioco simile? A ucciderti con le tue mani senza neanche goderne? No, non previsto, non catalogato, non facente parte delle tue attitudini.


            E’ stata una fatalità se sei nata in tempo per vivere anni duri: fai parte della schiera delle bimbe “capitate per caso” ma ai tempi di tua madre - la Signora Oioi – non si poteva fare altro che prendersi l’imprevisto e tenerselo anche bene, questo dono di dio! Presente alla fine degli anni settanta, quando i proiettili non erano soltanto di carta stampata ma proprio di piombo. Roma in quegli anni era bellissima: la scuola era l’anima di tutto e venire contattati da persone “attive” che avevano la speranza di cambiare lo stato delle cose era la normalità (“combatti lo stato, come si faccia non ti deve preoccupare fallo e non stare a guardare”). A scuola c’era anche quella ragazza che per il tuo compleanno ti aveva regalato un pacchettino di stagnola con dentro un bel mezz’etto di fumo; per le cartine ti eri arrangiata da sola, la mattina dopo due litri di latte e Rizla azzurre. Divertita dallo sgomento dimostrato dal venditore, in realtà non riuscivi neanche a pronunciare correttamente il nome delle cartine (quelle due consonanti unite e la tua erre arrotolata avevano il tacito accordo di sviarti dall’incauto acquisto) e in più non sapevi rollare. Ma il più era fatto.


            E capitava di avere come vicino di casa un magistrato impegnato nelle indagini sulle storie che alla fine dei settanta incendiavano Roma. Sotto la sua abitazione c’erano sempre i vigilantes, in presunto incognito ma riconoscibilissimi. Credevano che dei pischelli non avessero quel sesto senso che facesse loro riconoscere l’odore di poliziotto. Vi sedevate con grazia sulla soglia del portone dell’illustre magistrato a farvi canne e loro non potevano reagire e distrarsi dal loro compito di sorveglianza, neanche quando tiravate monetine sulla macchina (venduti allo stato!), neanche quando sotto i loro occhi si consumava il delitto di farsi una canna (“maledetti drogati, spero moriate di overdose!” Ma overdose di che? Di olio di nero o di marocchino? Ma non lo sapete che canna=eroina è un’invenzione dei giornali?).


            Comunque ti divertivi proprio. Come quando sei scappata da casa. Una bella presa di posizione. Una notte, andando a letto con lo scazzo micidiale e la voglia di mandare il mondo a farsi fottere hai deciso di farlo. Hai messo addosso strati di magliette e  altro, una borsa conteneva il resto della tua vita e il necessario per la sopravvivenza: dischi (ma quelli veri, i 33 giri in vinile nero e stupendo da tenere con cura), qualche libro insieme a mutande e reggiseno. Avevi proprio tutto; peccato che il sogno sia durato poco. Apparizione in Piazza Navona (la mitica piazza in cui trovavi tutto ciò di cui avevi bisogno e in cui ti riconoscevi e quanto ne girava, quanto!) dalla Signora Oioi in pantofole, accompagnata subito a casa e punita con reclusione a tempo indeterminato. Ti rimaneva solo il cane, da portare a fare lunghe passeggiate al parco durante le quali incontravi gli amici del tuo giro. Anni caldi e dolci e fragili, quelli.


            Hanno tentato di farti un check al cervello quando si sono accorti che pensavi “diverso” dal loro metro. Hai visto tanti del tuo giro adattarsi a fare una vita giusta per gli altri solo per poter vivere senza sbattersi troppo. Ho visto te stessa fare la stessa cosa. Ridi pure. Eri piccina quando ti ho visto incontrare l’uomo più bello del mondo, quello che faceva (s)venire tutte le femmine al suo cospetto. Timore, orgoglio e infine disgusto. Ha portato più corna lui che un paiolo di lumache, hai sopportato lettere piene di insulti e gemiti e lamenti e comunque alla fine lo hai mandato per la sua strada. E hai aperto la stanza dei rancori.


            Sai di aver perso tempo e di averne ancora una quantità limitata. Forse questa fretta che ti segue ovunque, questo sentire il tempo che ti scorre tra le dita senza permetterti di fermarti un attimo a riflettere ha proprio questa motivazione: credi di non riuscire a far tutto quello che vorresti in questo tempo che ti rimane e gli anni ti attraversano senza ferirti. Tu però ogni giorno ti senti strappata e ad ogni storia regali un pezzo di te e a volte ti senti uno straccio.


            Mi ricordo dei giorni in cui avevi il cuore a brandelli e poca voglia di raccoglierne i pezzi. Nessuna reazione, il mare ti trascinava al largo. Una culla d’acqua, un gioco in cui tu eri il giocattolo di cui il giocatore si era ormai stancato. Un sospiro una domanda nessuna risposta, rotto finito chiuso digerito eliminato. Hai sognato – sogno guidato – di camminare nel mare finché l’acqua ti ha sommersa. “Guardati intorno – ti ha detto – cerca qualcosa di interessante”. Una stella marina rosso fuoco; l’hai presa e hai osservato il suo movimento nella mano, viva. “Puoi portare con te fuori dall’acqua ciò che vuoi”. Hai camminato verso la riva, l’acqua ti copriva mentre camminavi sul fondo stranamente illuminato, con la tua stella fra le mani. Poi un pensiero: fuori dall’acqua lei muore. L’hai lasciata nel suo elemento e hai guardato la tua mano vuota, ma con impresso il disegno della stella. Traccia.


            Così hai capito che la solitudine è una scelta. Piena di vita, giochi e ti diverti brillante e livida. E’ entrata in te come un seme portato dal vento e piano è cresciuta, dolce. Non hai retto all’emozione  quando hai sentito amore nei tuoi confronti. Parole che ti spingevano dentro come impazzite e che impaziente hai restituito. Ma neanche questa è pace. Ancora impaziente bruci il tempo veloce. Niente lieto fine, solo fine per adesso.


            Forse ti sentirai perdutamente sola, ma avrai la netta sensazione di essere colma di amore. E il mare, che per troppo tempo ti ha allontanata fisicamente da ciò che fortemente volevi, mare amato e detestato che ti agitava se  calmo e ti faceva incupire se  agitato, quel mare adesso ha la sua stella.




martedì 5 aprile 2005

Senza titolo 1

 

Suona una campanella, flebile flebile; inizia con  tono appena accennato e spinge a cercare notizie, a muoversi piano ma a muoversi. E' la forza della curiosità che, attimo dopo attimo, diventa pressante, impellente, prepotente.


Un'intervista - seguita casualmente - mi ha fatto conoscere Michel Faber.

Si parlava di un libro dal titolo particolare: Il Petalo Cremisi e il Bianco. Un giro in libreria, per passare il tempo e...eccolo lì! Lo sguardo attratto da una copertina rossa, affascinante, sensuale. L'ho preso, l'ho fatto mio.


Di libri parlerò spesso perchè mi piacciono: spero di riuscire a spiegare il fascino che esercitano su di me.

domenica 3 aprile 2005

Senza titolo 0

 Ma io volevo baci larghi come oceani
    in cui perdermi e affogare,
volevo baci grandi e baci lenti
    come un respiro cosmico,
volevo bagni di baci in cui rilassarmi
    e finalmente imparare i suoi movimenti d'amore